o il secondo Seminario di Eddyburg (Sezano (VR) dal 17 al 19 ottobre 2013, sul tema "Le Città metropolitane, tassello essenziale del governo pubblico del territorio". Resoconti dei gruppi redatti da Paula De Jesus, Anna Richiedei, Enrica De Luchi
Dopo due giorni di lezioni dedicate ad istruire il tema del seminario ripercorrendo l’evoluzione storica del dibattito e della legislazione sull’area vasta, discutendo su alcune pratiche ed esperienze, a partire da quelle dell’area milanese, e portando numerosi contributi nelle discussioni (sia quelle in aula sia in quelle in mensa o a passeggio nel prato del Monastero degli Stimmatini) si è proceduto a definire i gruppi. La maggior parte dei partecipanti ha ritenuto che i tre temi proposti fossero così strettamente interconnessi da richiedere una trattazione unitaria. si sono costituiti i gruppi che riunitisi in sedi separate hanno discusso tra loro cercando di individuare un certo numero di parole-chiave, preparando dei tabelloni sui quali hanno esposto le parole e le idee che avevano maturato, sulla base di uno schema comune ai tre gruppi. Successivamente, in riunione plenaria, ogni gruppo ha esposto il punto cui erano arrivati. Ilaria, Eddy e Mauro si sono assunti l’incarico di preparare, prima del previsto incontro esterno a Napoli, una bozza di documento di sintesi. In attesa di questo (ma l'incontro è stato rinviato a luogo e data da decidere), ecco il resoconto del lavoro dei tre gruppi (i.b.)
Resoconto del Gruppo 1 (a cura di Paula de Jesus)
Partecipanti: Alessandro Zilio, Andrea Schiavone, Barbara Nerozzi, Edoardo Salzano,Gaetano Urzì, Giulia Melis, Johnni Nicolis, Luigi Toscano, Iacopo Scudellari, Oscar Mancini
Nella discussione sono emerse tre domande a cui si è tentato di dare risposta cercando le parole chiave.
1) Di che cosa stiamo parlando (il contenitore)
Utilizziamo le stesse parole (Città Metropolitana, Area Metropolitana, Area Vasta) dando però significati anche molto diversi. E’ perciò importante riconoscere quali sono i luoghi privilegiati del nostro territorio che si caratterizzano per grandi dimensioni, forte densità di popolazione, forte sistema di relazioni, concentrazione di attività produttive e alto numero di interventi ‘privilegiati’.
Questi “luoghi” vengono definiti sulla base di tre parametri:
B) Sistema di relazioni (luoghi e funzioni in cui si esplicano le relazioni)
C) Dimensione dei problemi e modalità di risoluzione
2) Di che cosa ci dobbiamo occupare (i contenuti)
Resoconto del Gruppo 2 (a cura di Anna Richiedei)
Partecipanti: Ilaria Boniburini, Anna Richiedei, Paolo Dignatici, Monica Luperi, Simona Coli, Roberta Signorile, Pasquale Pulito, Donato Belloni, Pietro Di Lascio, Danilo Andriollo,
La discussione sulla pianificazione d’area vasta si è sviluppata su cinque punti fondamentali.
La definizione di un’area geografica.
Se è la città metropolitana di cui si discute, identificare i suoi limiti o l’area metropolitana sulla quale essa insiste risulta più facile, in quanto si tratta di poli noti. Si potrà essere in disaccordo sul numero di città metropolitane indicate dal famigerato disegno di legge “Del Rio” e sulla difficoltà nella creazione di nuove città metropolitana oltre a quelle previste, ma comunque in questa direzione una soluzione è raggiungibile. È stato molto più difficile individuare un confine per l’area vasta. Il criterio per definire un confine potrebbe essere la dimensione del problema che si sta andando ad affrontare, ovvero un area strategica a geografia variabile. Questa posizione però presenta dei problemi dal punto di vista pratico: da un lato si dovrebbero prevedere vari piani a seconda del tema affrontato che insisterebbero su aree differenti, contermini o sovrapposte, per periodi di tempo diversi; dall'altro questa soluzione non consentirebbe organi elettivi di primo livello, però potrebbe avere organi elettivi di secondo livello, come accade in altri paesi europei.
Un altro criterio potrebbe essere quello delle “invarianti” strutturali del territorio, che abbiano un valore strategico sul lungo periodo, individuate a partire dalla continuità paesaggistica dell'area vasta (Convenzione europea sul paesaggio).
1. Il soggetto in grado di governare l’area vasta
I sistemi di governo sovra locale finora testati non hanno portato a grandi risultati ed è necessario trovare un sistema alternativo. Il sistema della pianificazione d'area vasta non può coincidere con il precedente sistema delle province, così come non si possono identificare come un unico problema: l'abolizione delle provincie deve riguardare tutti i cittadini del paese, a causa della modifica della costituzione, di alcuni diritti legati alla democraticità delle scelte ed alla rappresentatività di tutti e non di alcuni che porta al problema del sistema elettivo; mentre la pianificazione dell'area vasta riguarda soprattutto i tecnici ed in particolare gli urbanisti, ai quali viene offerta la possibilità di trovare uno strumento nuovo, facendo tesoro delle passate esperienze di strumenti non utilizzati nel pieno delle loro possibilità o non utilizzati affatto.
Alcuni enti, che in passato si sono occupati di piani di settore, nonostante dal punto di vista politico non abbiano rappresentato un esempio del tutto positivo, nel complesso hanno comunque cercato di tutelare il territorio per gli aspetti di loro competenza (comunità montane, BIM, ATO, ecc...)
2. Lo strumento di pianificazione
Il nuovo strumento dovrebbe essere accompagnato da una ristrutturazione della pianificazione a tutti i livelli. Avrebbe bisogno di una discussione interdisciplinare che si concentri sulle modalità di governo delle trasformazioni. Potrebbe essere lo spunto per ridiscutere la Legge urbanistica nazionale.
3. I contenuti dello strumento di pianificazione
I contenuti della pianificazione d'area vasta dovrebbero essere definiti a partire dai bisogni dei cittadini che in essa vivono (forse più attenzione dovrebbe essere data in quest'ottica al tema della salute). Inoltre lo strumento potrebbe essere motivo di rivalutazione delle strategie per il futuro, che a livello comunale sono di difficile applicazione.
Chi dovrebbe decidere sui punti 1,2,3 e 4?
Per rivedere il sistema di pianificazione e le riorganizzazioni amministrative dei territori sarebbe auspicabile un dibattito nazionale. Attraverso il dibattito si raggiungerebbero, oltre ad una conoscenza più diffusa e consapevole, anche una proposta condivisa sulle scelte da fare ed una sensibilizzazione dei cittadini al tema della pianificazione e forse, più in generale, della politica [queste oscure materie].
Un sogno di una tale portata che potrebbe davvero avere grandi risultati.
Resoconto del Gruppo 3 (a cura di Enrica De Luchi )
Presenti: Bruna Paderna, Norberto Vaccari, Claudia Dall’Olio, Giusy , Carla Maria Carlini, Elisabetta Forni, Chiara Ciampa, Anna Frascarolo, Mauro Baioni, Francesco Ranieri, Raffaele Pisani, Enrica De Luchi
La richiesta di approfondimento dei tre gruppi di lavoro: individuare i 5 punti ineludibili o questioni fondamentali che non possono non essere affrontate nel “discorso”.
Procedo nello stilare il documento riferendomi, per una trattazione ordinata, a quanto emerso con gli interventi delle singole persone riordinandoli sulla base della suddivisione in macroaree espressa a metà del laboratorio (primo tentativo di sintesi). Tale suddivisione ci aiuta a incanalare la questione in tre ambiti (o macroaree di interesse).
Si è giunti perciò, con l’aiuto della nostra guida-moderatore-coordinatore a definire tre aree di approfondimento legate fra loro. Tutte e tre DEVONO essere prese in considerazione nel dibattito sul tema città metropolitane / aree metropolitane affinchè la trattazione sia completa e il problema visto in modo globale. Le macroaree individuate sono:
A) Geografia Dei Luoghi
B) Contenitori
c) Contenuto
Di seguito riporto le tematiche emerse come da verbale in modo che nessun contributo vada perso (a meno che non si tratti di cosa già dette).
A) Elementi che qualificano la GEOGRAFIA DEI LUOGHI:
La questione deve essere affrontata a livello nazionale a causa della grande confusione tra città metropolitana e area metropolitana (nella loro qualificazione geografica). In effetti le città metropolitane in Italia sono 3: Milano Roma e Napoli. Le aree metropolitane sono di più.
confusione tra città e area che necessita di una pianificazione di area vasta.
B) Elementi che qualificano il CONTENITORE:
definizione di area metropolitana e città metropolitana;
la legge nazionale deve assegnare dei compiti alla città metropolitana. Per esempio funzioni privilegiate in cui gli altri comuni di corona, e non solo, facciano parte del sistema e facciano sistema;
e città m./ aree metropolitane non possono non essere trattate con un approccio uniforme slegato dalle specificità territoriali. Non è ammissibile che vi sia comptezione tra città per i fondi europei anziché coesione territoriale [il concetto di competizione tra città non fa parte del nostro ordinamento n.d.r.];
qualificare un Ente e i suoi poteri è importante e questo dovrebbe essere fatto approfondendo il tema più generale di come è fatta la nazione;
non è detto che dare centralità ai comuni e farli diventare i detentori dell’ente di area vasta (città m.) faccia superare la visione a scala comunale degli stessi. Il rischio è che un ente fatto di comuni continui ad agire senza guardarsi attorno e soprattutto per nuclei di comuni forti. Questo approccio sta esattamente sulla scia del piano città che salta a pie’ pari le regioni e, quindi, ignora l’ordinamento dello stato. A maggior ragione è necessario aprire una fase di confronto/dibattito;
[ con i decreti e i ddl Del Rio di fatto diventa evidente n.d.r.] lo distinzione/scollamento tra la città legale e città reale perchè è mancato e manca il processo dal basso che legittima democraticamente quello che sostanzialmente corrisponde ad un editto voluto dall’alto per il risparmio della spesa;
l’accentramento della città m. non dovrà svantaggiare i territori contermini;
C) Elementi che qualificano il CONTENUTO:
L’area vasta che sia provincia o area metropolitana o città metropolitana (non importa quale sia il contenitore):
deve contenere questioni relative alla mobilità delle persone e delle merci e occuparsi dello scambio/relazione per usufruire dei servizi (concentrati in alcuni luoghi) (Bruna);
sicurezza nel senso di difesa del suolo e difesa dai dissesti idrogeologici e dalle calamità (anche sismiche e vulcaniche);
tutela ambientale e paesistica;
conservazione della natura;
attenzione al rapporto costruito/ non costruito ovvero città/campagna (urbano/rurale);
partecipazione e condivisione delle conoscenze;
problema delle competenze che si traducono in atti che si sovrappongono; Proposta Area Metropolitana, intesa come Ambiente di Vita? Citando la convenzione Europea.
pianificazione energetica.
Un primo tentativo di sintesi.
I binomi che sono emersi dalle prime considerazioni:
1. Area metropolitana /vasta e citta’
2. Scala di prossimita’ e scala centrale
3. Gestione e progetto
4. Citta’ reale e citta’ legale
5. Democrazia /potere
L’istituzione deve avere una capacità/potere di governo? Sarà elettiva? A suffragio universale?
Prime riflessioni a partire dal primo tentativo di sintesi.
Pare emergere con grande forza che i livelli di accentramento del potere e dei poteri siano due ovvero lo Stato e i comuni con una sostanziale perdita di potere degli altri livelli. In particolare, le città metropolitane appaiono come una emanazione dei comuni (aggregazione degli stessi).
Di che cosa sono fatte queste città tornando sul tema della città reale vs legale? Si sottolinea l’importanza del lavoro e della produzione (in riferimento all’attuale momento di crisi). Senza questi elementi vitali, la città (e il nuovo paradigma ad essa collegato) non avrebbe più senso come luogo di vita e di rinascita culturale. In questo senso è forse più importante pensare di riformare la classe politica e tecnica [più che l’ordinamento dello stato].
Anche il ruolo dei cittadini (e non abitanti) è fondamentale facendo sì che la partecipazione diventi un fatto obbligatorio nonostante che la consapevolezza media nei confronti delle istituzioni sia molto bassa.
Alessandro segnala il fatto che dare potere ai comuni più forti è un evidente squilibrio. C’è una sostanziale perdita di senso dei comuni più piccoli che diventano i luoghi dove inserire opere e servizi + o - sgradevoli. Nonostante tutto bisogna vedere il tutto come una opportunità di cambiamento in cui incentivare la città compatta, ma rafforzando l’istituzione di area vasta che è più vicina al cittadino.
Raffaele pone l’accento sull’orizzonte temporale dell’azione tipica dell’area vasta ovvero la programmazione di lungo periodo contro la ventilata programmazione per Piani Strategici da aggiornare anno per anno (ddl Del Rio); sull’importanza del quadro conoscitivo (di area vasta); necessità di orientare il dibattito verso discorsi più precisi con la dovuta chiarezza e completezza che l’ordinamento delle istituzioni non può non richiedere. l’ambito di area vasta può essere inteso come il luogo del confronto fra i vari livelli istituzionali.
SINTESI FINALE come da tabellone
A. GEOGRAFIA DEGLI INSEDIAMENTI
necessità di chiarire in che cosa consiste la distinzione tra area metropolitana e città metropolitana;
dentro questi sistemi c’è un livello di prossimità e centralità da non perdere - il territorio non è uniforme
B. IL CONTENITORE (istituzione)
distanza tra città reale e città legale;
partecipazione (deficit di democrazia);
città si rafforzano le province spariscono o vengono indebolite. Riorganizzazione degli enti.
C. IL CONTENUTO
gestione/progetto/visione nel lungo periodo
i materiali della secondo Se/ed sono raccolti in questa cartella