I paesaggi sono sensibili, chi li abita no. E' la conclusione della campagna di Italia Nostra per monitorare le coste minacciate da quattro patologie: «infrastrutture invasive, costruzioni sui litorali, erosione delle spiagge, abusivismo». Le regioni in cima al «libro nero» sono Sardegna, Liguria e Campania. In tre mesi di lavoro, i volontari di Italia Nostra hanno raccolto sul campo migliaia di casi, selezionando infine un'amara classifica delle dieci coste sulle quali incombono le minacce più gravi. A partire dal golfo di Teulada, Sud Ovest della Sardegna, dove sta sorgendo un mega-albergo di 700 ettari, sfuggito alla valutazione di impatto ambientale, in una zona già definita «ad alta vulnerabilità» nel piano paesaggistico. Secondo posto tra le «palme nere» per la costa ligure intorno a Savona.
Motivazione: «Cinque megaprogetti di cemento comprometteranno l'intero fronte del mare». Nell'ordine: il porto della Margonara («15 mila metri quadri di costruzioni in un tratto con scogli e flora marina di grande valore»), un capannone sulla darsena fluviale, il palasport e il centro congressi intorno alla rocca del Priamar, diversi edifici residenziali al posto dei cantieri navali sulla spiaggia di ponente, una piattaforma per container nella rada di Vado. Non mancano gli evergreen: l'abusivismo sulla costiera amalfitana, l'aggressione delle pinete a Castiglione della Pescaia, le grandi opere sulla Maremma tosco-laziale (anche qui, ormai è una moda nazionale, spuntano porti turistici a distanza di pochi chilometri), il degrado delle coste adriatiche, da Lignano Sabbiadoro a Brindisi. Salutati i turisti, le coste italiane vengono dimenticate.
Per questo Italia Nostra ha deciso di organizzare una settimana di eventi (dal 19 al 24 ottobre) in cinquanta località marine, perché finita l'estate non cali il silenzio sulle emergenze dei «paesaggi sensibili». Spiega Alessandra Mottola Molfino, presidente di Italia Nostra: «Oltre alla distruzione della bellezza naturale, si compromettono l'ecosistema e la salute dei cittadini. Siamo stufi di essere dipinti come quelli che si battono solo per questioni estetiche». Per salvaguardare le coste, Italia Nostra propone di istituire un'autorità indipendente sul modello del Conservatoire du littoral francese, ente statale dotato di 50 milioni di euro l'anno per acquisire pezzi di coste e «metterli in sicurezza». Oggi la Conservatoria dispone di 135 mila ettari di coste (superficie grande quanto la provincia di Novara) che affida in gestione a enti locali e privati, con norme molto severe. Il sistema dà lavoro a mille addetti e raggiunge decine di milioni di visitatori ogni anno. Secondo la presidente di Italia Nostra, «anche in Italia servirebbe un'autorità indipendente, al riparo dagli appetiti della politica e dagli interessi dei privati».