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Paolo Berdini
Quello che nasconde la caccia al condono edilizio
2 Luglio 2010
Abusivismo
La minoranza che governa non può fare a meno di distruggere le regole e il territorio. Il manifesto, 2 luglio 2010

Ieri sul Corriere della Sera, Gian Antonio Stella denunciava il nuovo tentativo (il terzo in cinque mesi) di parlamentari del Pdl per portare a casa il quarto condono edilizio. Il manifesto è stato in questi mesi in prima fila nel denunciare l’ennesimo regalo all’illegalità con numerosi articoli di Edoardo Salzano e di chi scrive. Finora le denuncie non sono servite ad interrompere la staffetta degli eletti del popolo amici degli abusivi. Primi in ordine di tempo (gennaio 2010) Nespoli e Sarro entrambi deputati eletti in Campania. Il primo sindaco di Afragola con una richiesta di arresti domiciliari. Dopo le elezioni regionali il testimone è passato a tre senatori, due dei quali padani e dunque senza interessi in materia, visto che la vicenda riguarda quasi esclusivamente il sud d’Italia. Terzo turno: il testimone torna alla Camera dei deputati altri tre campani, Cesaro, Petregna e Stasi, probabilmente alfabetizzati, avendo svolto ruoli negli organi della tutela statale.

La staffetta non si può fermare per due buoni motivi. Il primo è che il Pdl ha condotto la campagna elettorale per le regionali in Campania, in Calabria e a Fondi, nel sud del Lazio promettendo il condono. Hanno vinto grazie a queste promesse: è ovvio che cerchino di non perdere la faccia.

Ma oltre a questa, esiste stavolta una motivazione molto più seria. La manovra finanziaria di Tremonti è stata approvata con decreto legge ed è in vigore. Le lacrime e sangue che contiene sono state addolcite con il contentino del “Contrasto dell’evasione fiscale e contributiva” contenuto nel Titolo II. Tagliamo tutti i settori culturali e di ricerca, la scuola e i giornali indipendenti, ma finalmente facciamo sul serio conto l’evasione.

Nell’articolo 19 (Aggiornamento del catasto) si parla della questione emersa qualche tempo fa, e cioè del fatto che attraverso il confronto tra le mappe catastali e le recenti foto satellitari, i tecnici degli uffici del Catasto avevano scoperto che mancavano all’appello oltre due milioni di edifici sull’intero territorio nazionale.

Se togliamo i possibili errori, almeno un milione di case non sono state mai accatastate perché l’ultimo condono non permetteva la sanatoria degli abusi ricadenti nei parchi e nelle aree vincolate dalla legge Galasso. Esiste ancora la Costituzione che all’articolo 9 afferma che “La Repubblica tutela il paesaggio” e non è possibile condonare quegli abusi.

Finora la vicenda era rimasta sospesa. Anche le numerose ordinanze di demolizione emesse dalla magistratura non sono state eseguite sia per le proteste degli abusivi (ad Ischia e Lamezia Terme, ad esempio) sia perchè il Consiglio dei ministri ha da poche settimane sospeso le demolizioni in Campania fino alla fine del 2011. Ma adesso, al comma 8 del citato articolo c’è scritto che entro il 31 dicembre 2010 i titolari degli immobili non accatastati devono farlo obbligatoriamente. Se non lo fanno, il successivo comma 11 permette all’Agenzia del territorio di procedere d’ufficio.

Il catasto deve poi trasmettere le coordinate del nuovo edificio al comune “per i controlli di conformità urbanistico-edilizia”. E qui, come si comprende, sono dolori. Perché i comuni accerteranno che gli abusi ricadono in zona vincolata e non possono essere condonati. Devono dunque essere demoliti per legge. E’ questo articolo che non fa dormire sonni tranquilli ai parlamentari della destra. Ecco perché continua l’estenuante staffetta dei deputati e senatori Pdl. Devono uscire dal vicolo cieco in cui li ha cacciati la bulimia di consensi a tutti i costi e le strizzate d’occhio all’Italia illegale.

L’articolo di Stella può forse cambiare il corso delle cose. Se l’opposizione interpretasse finalmente la nausea che viene dalla popolazione onesta stanca degli scempi e delle sanatorie si potrebbe sconfiggere (per la prima volta nella storia repubblicana!) il partito dei condoni e riportare la legalità nel territorio. Del resto sarebbe ora: tutti i Dipartimenti investigativi antimafia affermano all’unisono che i capitali illegali vengono riciclati attraverso investimenti immobiliari e nell’abusivismo. Non è forse ora di interrompere questo male oscuro italiano?i

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