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Tomaso Montanari
Quel pezzo di Storia ceduto da Siena
27 Luglio 2012
Beni culturali
Continua la svendita del patrimonio culturale ai privati, che finora hanno quasi sempre dimostrato inettitudine gestionale e totale mancanza di innovazione. Corriere Fiorentino, 25 luglio 2012 (m.p.g.)

Gli occhi dei senesi e degli italiani che hanno a cuore le sorti del patrimonio storico e artistico della nazione sono puntati su Renato Saccone, prefetto di Siena. Due mesi fa, la sezione senese di «Italia Nostra» gli ha presentato un esposto, rispettoso quanto fermo e documentato.

Il 29 aprile (festa di Santa Caterina: ironia del destino!) del 2011 l’Opera della Metropolitana di Siena (l’ente che da quasi novecento anni mantiene in vita il Duomo) ha ceduto «un ramo d’azienda» ad una società privata con fini di lucro, Opera Laboratori Fiorentini del gruppo Civita, che gestisce dal 1998 tutti i servizi di accoglienza e assistenza alla visita in più di venti musei del Polo Museale di Firenze. Quel «ramo d’azienda» comprendeva «l’accoglienza ai visitatori» e le «attività culturali». Secondo Italia Nostra, supportata da un ottimo ufficio legale, questa cessione è «palesemente illecita, illegittima e perciò nulla» perché avvenuta in violazione dello statuto dell’Opera della Cattedrale.

In sostanza Italia Nostra dice che quest’ultima istituzione non è un’azienda, non agisce per fini di lucro e deve continuare ad operare per l’interesse pubblico: può, al limite, diventare (come è successo) una onlus, ma non già vendere proprie parti ad un’azienda.

Insomma, sarebbe come se il Liceo «Piccolomini» cedesse un suo ‘ramo’ al CEPU, o se tre reparti delle Scotte fossero ceduti ad una clinica privata. È per questo che Italia Nostra denuncia il fatto che questi contratti, «realizzando il soddisfacimento di un interesse privato», contrastano «clamorosamente con l’interesse pubblico».Il mondo che vive delle concessioni del Ministero dei Beni Culturali presenta molti lati oscuri, e non di rado appare un bizzarro ircocervo di clientelismo parastatale d’antan, marketing all’amatriciana, incompetenza e improvvisazione. Di recente, e proprio su queste colonne, l’amministratore delegato di Opera Laboratori Fiorentini ha dichiarato che gli pare normale assumere i parenti dei dipendenti (magari illustri) del Polo Museale Fiorentino: «a parità di condizioni scegliamo qualcuno di cui ci possiamo fidare». Se il Mibac non fosse una perpetua sede vacante, i tempi sarebbero maturi per un azzeramento generale delle concessioni (bloccate da tempo per un incredibile pasticcio legale), e per una azione di moralizzazione e trasparenza che smantelli i monopoli a favore di quell’apertura che, peraltro, ci impone la Direttiva Bolkenstein dell’Unione Europea.Ma nel caso di Siena in gioco c’è molto di più: qui non si tratta di un appalto, ma di una vera e propria alienazione (per di più in cambio di un corrispettivo ridicolo: poche diecine di migliaia di euro) che spezza irreversibilmente una storia plurisecolare. La crisi del Monte dei Paschi e del Comune scuote in profondità uno dei modelli più antichi di governo del bene comune. In questo momento la città ha un disperato bisogno di poter contare sui propri simboli e sulla propria altissima tradizione culturale: e la lunghissima e gloriosa storia dell’Opera della Metropolitana è davvero troppo importante per liquidarla come se fosse una catena di pizzerie da poter dare in franchising.È per questo che in molti aspettano una parola risolutiva da parte del prefetto, a cui spetta la sorveglianza sul fatto che l’Opera Metropolitana di Siena rimanga fedele ai propri antichissimi fini istituzionali, e non venga né spogliata né trasformata surrettiziamente in un’azienda.Se sarà necessario, Italia Nostra è pronta a rivolgersi direttamente al ministro degli Interni e a suscitare su questo caso un vasto movimento di opinione: ma sarebbe assai meglio se Siena dimostrasse di avere ancora gli anticorpi attivi. Ora è il prefetto a dover decidere se dichiarare nulli i contratti tra l’Opera Metropolitana e Opera Laboratori: in molti aspettano la sua risposta.

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