Una sintetica analisi della realtà della "politique politicienne" italiana, dove dominano gli avanguardisti del passo indietro.
Il manifesto, 4 gennaio 2014
Il gioco in attacco, il nuovo inizio, l’urgenza, le tappe forzate, i cronoprogrammi: da un mese il governo Letta 2 (quello senza più Berlusconi ma con ancora Alfano) diffonde una frenetica ansia. Senza muoversi di un centimetro, al massimo sostituisce i vecchi annunci con quelli nuovi. «Faremo, stiamo per fare, eccoci», ma appena si passa dagli annunci alle proposte concrete ecco che rimonta un immobilismo confuso. Che del resto è l’unico patto possibile per la strana maggioranza, quello che ne ha garantito la sopravvivenza. Un conto è la legge elettorale, e anche lì per non spaccare in partenza l’asse di governo c’è voluto che Renzi triplicasse le proposte di modifica, ognuna delle quali emendabile: siamo ancora alla teoria. Un conto sono i provvedimenti concreti, anche i più semplici, moderati e di banale buonsenso. Basta che il segretario del Pd accenni alle unioni civili e alla modifica della Bossi-Fini che Alfano ci ricordi di essere sempre lui, l’Angelino di Berlusconi. Minaccia una crisi che non gli conviene ma che è ormai l’unica alternativa all’inerzia.
Forse se ne sta convincendo anche il presidente della Repubblica, che da almeno tre anni ha scelto invece di custodire le larghe intese e il feticcio della stabilità. Meglio tardi che mai.
La proposta di Renzi sulle unioni civili è la più timida possibile. Arretrata anche rispetto all’elaborazione del Pd — il neo segretario del resto qualche anno fa era in piazza al Family Day contro la proposta prodiana dei Dico. Se in Europa e nel mondo si afferma il matrimonio anche per le coppie omosessuali, Renzi si ferma alla tutela privatistica degli affetti, la soluzione cioè che la Corte di giustizia europea sta già superando con le sue sentenze. Anche la magistratura italiana, persino quella della Cassazione, è più avanti. Nelle retrovie ci sono però saldamente Alfano e il suo centrodestra, che è nuovo quanto lo sono Giovanardi e Sacconi. Paragonati ai loro comunicati, quelli vaticani sembrano ormai la scintilla di Lucifero. Se non sulla revisione della Bossi-Fini, dove la destra rimane indecorosamente unita, almeno sulle unioni civili Renzi finirà col trovare maggiore sintonia nei berlusconiani ortodossi che negli alleati di governo. Accelerando per questa via la crisi. Sarà un bene.