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Province, respinta la proposta di legge dell'Idv per sopprimerle
6 Luglio 2011
Articoli del 2011
Sarebbe bello se i parlamentari dell'Idv del Terzo polo non fossero ignoranti, e sapessero perché le province sono state confermate (legge 142/1990) dopo un dibattito ventennale. Corriere della sera online, 5 luglio 2011. Con postilla

MILANO - Le province, per ora, non si toccano. Con i voti contrari del Pdl e la decisiva astensione del Pd, la Camera dice infatti «no» alla proposta di legge sulla loro soppressione presentata dall'Idv. Un risultato che accende la polemica all'interno delle opposizioni, visto che non solo il partito di Antonio Di Pietro ma anche il Terzo Polo ha invece votato a favore.

I NUMERI - Più in dettaglio, la Camera ha respinto innanzitutto il mantenimento del primo articolo del testo, quello che cancellava le parole «le province» dal Titolo V della Costituzione (225 i voti contrari, 83 quelli a favore, 240 gli astenuti). Poi, è stata bocciata l'intera proposta di legge dell'Idv.

LA POLEMICA - «Si è verificato un tradimento generalizzato degli impegni e dei programmi elettorali fatti da destra a sinistra - attacca Di Pietro -. Tutti hanno fatto a gara nel far sognare gli italiani sul fatto che si sarebbe tagliata la "casta" eliminando le province e poi non hanno mantenuto gli impegni. In aula si è verificata una maggioranza trasversale: la maggioranza della "casta"». «Mi dispiace molto perché il Pd ha perso l'occasione per fare una cosa saggia, visto che se avessero votato a favore il governo sarebbe andato in minoranza» rincara la dose il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. Il Pd risponde con Pier Luigi Bersani: «Non ci facciano per favore tirate demagogiche, noi abbiamo una nostra proposta che prevede di ridurre e accorpare le Province ma bisogna anche dire come si fa, perché le Province gestiscono un certo numero di cose importanti, come ad esempio i permessi per l'urbanistica».

Postilla

La proposta di legge costituzionale dell'Idv proponeva la semplice cancellazione delle province dalla Costituzione, rinviando a una futura legge la definizione degli istituti e strumenti che avrebbero dovuto sostiituirle. Qui gli argomenti con cui Di Pietro ha motivato la richiesta di cancellazione dalla Costituzione delle province quali livelli di governo della Repubblica, quali sono oggi insieme allo stato, alle regioni, alle aree metropolitane (?) e ai comuni. Li si mettano a confronto con il dibattito politico-culturale che si svolse in preparazione alla legge sugli enti locali, soprattutto in relazione ai problemi di assetto urbanistico e territoriale di area vasta. Ma le questioni di merito, soprattutto quando riguardano l'assetto del territorio, interessano poco. Salvo piangere e protestare dopo, quando il territorio si ribella.

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