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Giorgio Cecchetti
Protesta contro le grandi navi assolti tutti i 49 manifestanti
11 Giugno 2016
Terra acqua e società
«Esiste il diritto alla resistenza in molte costituzioni, anche nella nostra, resistenza contro atti percepiti come ingiusti e per ribadire un diritto, quello della libertà di riunione pacifica, quello di avere un ambiente non inquinato».
«Esiste il diritto alla resistenza in molte costituzioni, anche nella nostra, resistenza contro atti percepiti come ingiusti e per ribadire un diritto, quello della libertà di riunione pacifica, quello di avere un ambiente non inquinato». La Nuova Venezia, 11 giugno 2016 (m.p.r.)

Venezia. I 49 manifestanti contro le grandi navi sono stati assolti. Ieri, alle 16, il giudice monocratico di Venezia Stefano Manduzio ha letto la sentenza. Fatto non sussiste e fatto non costituisce reato: queste le formule scelte per i reati di inosservanza dei provvedimenti delle autorità, inosservanza delle prescrizioni del questore e accensioni pericolose, così come avevano chiesto i difensori, gli avvocati Aurora D’Agostino, Giuseppe Romano, Michele Maturi e Mario D’Elia. Il pm Elisabetta Spigarelli aveva chiesto la condanna di 12 dei 49 imputati, tra cui Michele Boato, Tommaso Cacciari e Michele Valentini, ma anche loro sono stati assolti per aver organizzato e partecipato alla manifestazione sulle barche alla Punta della Dogana il 12 settembre 2012.

«In questo caso si è voluto trasformare la dissidenza in delinquenza», ha affermato l’avvocato Romano, chiedendo l’assoluzione per tutti. «L’obiettivo della protesta», ha proseguito, «ottenere che le grandi navi da crociera non passino più per il bacino San Marco è ormai condiviso da tutti, per risolvere il problema c’è chi come il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini propone di farle attraccare a Trieste mentre il sindaco Brugnaro vuole scavare un canale per farle arrivare comunque in Marittima. Ora ammettiamo che durante quella manifestazione tutti conoscessero le prescrizioni del questore, ma abbiano deciso di disobbedire per non essere rinchiusi con le loro barche in uno spazio ristretto, ritenendo ingiusta l’ordinanza della Polizia. Esiste il diritto alla resistenza in molte costituzioni, anche nella nostra, resistenza contro atti percepiti come ingiusti e per ribadire un diritto, quello della libertà di riunione pacifica, quello di avere un ambiente non inquinato».
Per il legale dei manifestanti, la polizia in teoria difendeva l’ordine pubblico, ma nessuno l’aveva messo in discussione e in realtà l’unico interesse colpito in quel momento era quello dei crocieristi. L’avvocato D’Agostino ha sostenuto che quelli accesi in una barca erano semplici e innocui fumogeni colorati, mentre gli avvocati Maturi e D’Elia hanno puntato a dimostrare che non c’era alcuna delimitazione tracciata dai poliziotti. «Si dovrebbe punire chi non attua il decreto Clini-Passera del 2 marzo 2013, il quale prevede il blocco del passaggio delle grandi navi a San Marco e i manifestanti volevano ovviare a questa gravissima omissione» ha sostenuto Maturi. Il pm aveva chiesto l’assoluzione per tutti i passeggeri delle barche e la condanna per quelli che ne avrebbero condotte sei oltre il limite indicato dalla Polizia, oltre per coloro che avevano acceso i fumogeni. «Il vero disturbo durante quella manifestazione», ha dichiarato Tommaso Cacciari dopo la sentenza di assoluzione, «lo hanno creato le forze dell’ordine con l’elicottero che volava basso sopra le nostre barche e le moto d’ acqua che provocavano moto ondoso, sono state l’unico elemento di confusione».
«Ormai nessuno difende il passaggio delle grandi navi in bacino San Marco», ha concluso Cacciari, «eppure non capiamo come mai continuino a passare. Basta a questo scempio e noi saremo ancora a manifestare domenica 12 giugno alle Zattere, nel pomeriggio quando partiranno dalla Marittima le navi da crociera».
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