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Roberta Enrico; De Rossi Tantucci
Prosegue lo scandalo del Lido
22 Maggio 2011
Articoli del 2011
Grazie al Commissario straordinario il nuovo padrone del Lido di Venezia, EstCapital, diventa ancora più potente. La Nuova Venezia, 21 maggio 2011 con postilla

Palacinemapiù alto e «turistico»

di Enrico Tantucci

Un «nuovo» Palacinema, che si ricolleghi a livello infrastrutturale anche agli altri interventi di edilizia tutistica che stanno sorgendo al Lido, come quelli condotti da EstCapital, tra il Lungomare e l’Ospedale al Mare.

E’ l’indicazione che inizia a maturare - raccogliendo anche l’invito del ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan di un’idea nuova per andare avanti - anche dopo la Conferenza di Servizi di ieri che ha affrontato anche il problema delle bonifiche. «L’indicazione emersa è quella di fermare lo scavo del Palacinema alla profondità attuale - spiega il commissario Vincenzo Spaziante - rinunciando alla bonifica dell’amianto a profondità successive, tenendo presente anche che quello della presenza dell’amianto nel sottosuolo dell’isola è purtroppo un’emergenza ambientale che riguarda tutto il Lido, perché scavando è presente praticamente dappertutto. E’ ipotizzabile un rialzo in altezza di qualche metro del nuovo Palazzo, per recuperare parte della cubatura persa rinunciando alla parte interrata. Anche in quest’area, comunque realizzeremo attività compatibile con il rilancio della zona. Tra pochi giorni, anche con il sindaco, ci incontreremo con il ministro Galan per presentare le nuove proposte di modifica del progetto». L’idea che sembra prevalere è quella di tornare all’antico - pur con un appalto a costi più contenuti - che pensi a un collegamento organico con le altre infrastrutture turistiche presenti o in via di realizzazione, come appunto quelle che sta realizzando l’EstCapital di Gianfranco Mossetto. «Nonostante le difficoltà, che sono nazionali e non solo veneziane - spiega ancora Spaziante - andremo avanti con il progetto, collegando il nuovo Palazzo e la Sala Grande ai nuovi poli turistici che si stanno realizzando con l’operazione sull’ex Ospedale al Mare, sfruttando anche tutta la riqualificazione del Lungomare che è già prevista. La Mostra del Cinema da sola non basta e il Palacinena non può essere solo un’opera pubblica, ma deve anche essere capace di generare un indotto economico per giustificarsi».

Dolenti noto arrivano invece dalle manifestazioni d’interesse per l’acquisto dell’area della Favorita, dopo che il bando pubblico era andato deserto. «Abbiamo ricevuto tre manifestazioni d’interesse per la Favorita - spiega Spaziante – tra quelli quella simbolica dei comitati ambientalisti del Lido, ma sono tutte per cifre molto inferiori a quella della stima per l’area che era di circa 20 milioni di euro. Le valuteremo, ma è possibile che - visto che determinati limiti di edificabilità pe l’area della Favorita sono venuti meno - l’offerta di vendita sia riformulata per renderla più appetibile».

Via libera ieri dalla Conferenza di Servizi anche alla bonifica dell’area dell’isola della Certosa dove è prevista la realizzazione di una nuova darsena.

«La nuova darsena? Come la Giudecca»

Bettin: a San Nicolò una superficie di 52 ettari

di Roberta De Rossi

«La darsena di San Nicolò? E’ grande come la Giudecca». L’esempio dell’assessore all’Ambiente Bettin rende bene l’impatto di un’opera che - hanno georeferenziato i tecnici dell’assessorato - occuperà una superficie di 52 ettari.

Osservazioni si aggiungono a nuove richieste di chiarimento - politicamente si chiamerebbero dubbi e critiche - nella relazione tecnica di valutazione di impatto ambientale che gli uffici dell’Ambiente hanno predisposto in vista del prossimo Consiglio comunale, raccogliendo anche le indicazioni dei consiglieri della V e X commissione: un parere non vincolante, ma al quale la commissione regionale di Impatto ambientale e il commissario Spaziante dovranno dare risposta.

Così, la relazione fa propria l’osservazione del consigliere pd Molina sul fatto che i tempi di approvazione della darsena siano stati dimezzati per decreto del presidente del Consiglio, invece che con una nuova legge. Si rileva come - contrariamente allo stesso dl 152/06 che impone il confronto tra più progetti - non sia possibile fare comparazioni perché per i proponenti la darsena dev’essere a mare e altro sito non c’è, mentre per gli uffici andrebbe considerato tutto il bacino. Raccogliendo un preciso allarme del consigliere pd Renzo Scarpa, inoltre, si chiedono monitoraggi ante-durante e post cantiere sull’impatto della mega darsena sulla pesca e indennità per i pescatori professionali, calcolando quanto meno un calo di 46 mila chili di vongole l’anno e un impatto non valutato sulle colonie di seppie, branzini, orate in un braccio di mare molto pescoso. Inoltre, nel progetto non sono stimate le quantità potenziali di scarichi delle imbarcazioni nel bacino chiuso, non risultano relazioni sulla presenza di rifiuti nel sottosuolo (nonostante l’esperienza amianto al Palazzo del Cinema e bonifiche ospedale al Mare), non sono state fatte analisi sull’impatto della darsena sul traffico acqueo, «tema rilevante per i noti danni causati dal moto ondoso».

Ancora, «il progetto non è compiuto sull’aspetto degli scarichi fognari», in una parte del Lido dove sono già emersi rischi di esplosione della rete esistente per troppo carico. Infine, «c’è una sottovalutazione di rischio di perdita dell’orizzonte del Lido», non tanto per la presenza del nuovo molo, quanto di yacht e grandi barche a vela: «Nei rendering ce ne sono poche, come in un martedì di dicembre», chiosa Bettin. Una precisa indicazione è stata data dagli uffici - riprendendo una segnalazione del pdl Costalonga - sulla necessità di mantenere basso l’impatto luminoso della darsena, per evitare di oscurare con l’inquinamento luminoso sistemi di sicurezza come faro di Murano e boe luminose. «Il sindaco ha chiesto al governo di chiarire se finanzierà il Palazzo del Cinema», commenta Beppe Caccia (In Comune), «in quest’incertezza, non ha senso la forzata accelerazione imposta dal commissario Spaziante alle procedure di progetti esclusivamente finalizzati al finanziamento dell’opera originaria, che vanno congelati».

Postilla

Prosegue e si aggrava lo scandalo del Lido di Venezia, un episodio lampante del saccheggio del territorio. Un saccheggio che si giova di un intreccio tra pubblico e privato nel quale gli interessi della proprietà finanziaria comandano la politica e l’amministrazione pubblica, utilizzano la compiacenza (la complicità) di quest’ultima per accrescere la rendita immobiliare, impoveriscono i cittadini di oggi e di domani, sacrificano bellezza e salute e – dulcis in fondo – calpestano la democrazia. Chi voglia saperne di più acquisti il libretto di Edoardo Salzano, Lo Scandalo del Lido , che apre la nuova collana dell’editrice Corte del Fontego dal titolo significativo “Occhi aperti sulla città” (libriccini a 3 € l’uno, per conoscere meglio Venezia). Sconfiggere Berlusconi,è certamente utile, necessario e urgente, ma – come quest’episodio dimostra – non basterà a sconfiggere il berlusconismo di cui anche la storia recente del Lido è testimonianza.

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