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Enrico Tantucci
Progetto targato Benetton: bocciatura senza appello
27 Maggio 2012
Venezia e la Laguna
Finalmente un parere con la schiena dritta da parte del Mibac: lo stravolgimento del Fontego dei Tedeschi è un po’ più lontano. La Nuova Venezia, 27 maggio 2012 (m.p.g.)

Verrà tra pochi giorni in laguna a difendere il «suo» Fontego dei Tedeschi appena bocciato dai Beni Culturali, dopo aver cercato di farlo circa un mese fa nelle sedi ufficiali, incontrando a Palazzo Ducale il soprintendente Renata Codello. Rem Koolhaas - premiato due anni fa con il Leone d’Oro alla carriera dalla Biennale Architettura - sarà infatti a Palazzo Badoer l’11 giugno, ospite dell’Iuav, per discutere con due architetti italiani come Franco Purini e Bernardo Secchi proprio delle relazioni pericolose tra antico e nuovo nell’architettura a Venezia, presenti anche l’architetto Codello e il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. Un incontro organizzato prima che arrivasse il no definitivo da Roma al suo progetto per il Fontego dei Tedeschi - che ora dovrà essere recepito dalla Direzione Regionale dei Beni Culturali nel suo parere - e che proprio per questo ora si annuncia anche più interessante e magari ricco di spunti polemici.

di Enrico Tantucci Ora è ufficiale e senza appello. Il progetto «targato» Benetton per il riuso del Fontego dei Tedeschi predisposto dal famoso architetto olandese Rem Koolhaas dovrà essere completamente rivisto per poter essere realizzato. Quello attuale risulta «carente» e «troppo sovraordinato rispetto alle antiche strutture che meritano un progetto di più contenute pretese». Per ciò deve essere rifatto «avendo come obiettivo un intervento più limitato e consono rispetto al contesto».

È duro il giudizio finale - messo nero su bianco e già trasmesso alla Direzione Generale dei Beni Culturali - del Comitato tecnico-scientifico per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Ministero dei Beni Culturali presieduto dall'architetto Giovanni Carbonara, che si era riunito all’inizio di maggio, pur in regime di proroga, proprio per esaminare il progetto Benetton - con la controllata Edizione Property - inviato dagli organi periferici veneziani per l'ultima parola sulla questione e integrato con una documentazione aggiuntiva, nella speranza così di ottenere un giudizio positivo dall’organismo, investito del giudizio finale dal direttore regionale dei Beni Culturali Ugo Soragni. Lo stesso architetto Soragni e la stessa Soprintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia Renata Codello aveva già sottolineato nel loro parere le criticità del progetto e il Comitato per i Beni Architettonici condivide in pieno, nel suo giudizio verbalizzato, il giudizio negativo del direttore regionale. Soprattutto le «particolari perplessità, sia per quanto concerne la copertura proposta per il padiglione centrale, sia per le scale mobili (elemento principale della nuova distribuzione verticale), che rappresentano alcune delle maggiori criticità del progetto».

Il Comitato rileva ancora che «non vi è alcun elemento degno che consenta di valutare appieno l’interferenza dell’intervento, sia per la parte archeologica che per la sua funzionalità e staticità, privo di un’indagine storica seria che ne consenta puntualmente la conoscenza dal punto di vista strutturale ed evolutivo». La bocciatura, dunque, riguarda i cardini del progetto di Koolhaas per Benetton: la sopraelevazione del lucernario per ricavarne un piano calpestabile per concerti o congressi e la trasformazione di parte del tetto, attraverso la sua demolizione, in un’ampia terrazza panoramica con vista sul ponte di Rialto. Ma il no riguarda anche la realizzazione delle due rampe di scale mobili - funzionali al nuovo centro commerciale che si sarebbe dovuto realizzare nel Fontego dei Tedeschi - che sarebbero partite dal cortile, una tra il pianterreno e la prima loggia e una fissa, posta fra l’ultima e il nuovo piano calpestabile, che avrebbero comportato la demolizione di tratti del parapetto cinquecentesco e la creazione di un vano sotterraneo. Erano previste anche demolizioni interne per creare gli spazi per scale, ascensori e montacarichi, l’apertura di nuovi ingressi e la creazione di un pontile galleggiante esterno di ampie proporzioni - 25 metri per cinque - affacciato sul Canal Grande. Il giudizio del Comitato implica che comunque, anche in caso di nuovo progetto, sarà indispensabile realizzare anche un cantiere archeologico per valutare le preesistenze di un edificio storico di tale importanza.

La bocciatura dei Beni Culturali fa male perché obbliga il gruppo Benetton a pensare a un progetto e forse anche a funzioni completamente nuove per il Fontego dei Tedeschi, visto che non è pensabile, in un edificio che si sviluppa in altezza, la creazione di un centro commerciale senza scale mobili. Finora Edizione Property non ha mai voluto prendere ufficialmente in considerazione la bocciatura del suo progetto, perché non direttamente informata. Ora non potrà fare a meno di farlo e si apre, a questo punto, una fase di grande incertezza che coinvolge anche il Comune, che si era fermato ad aspettare il giudizio dei Beni Culturali sul progetto prima di portare in Consiglio comunale la convenzione sul Fontego sottoscritta con il gruppo Benetton. E anche i 6 milioni di euro già ricevuti da Ca’ Farsetti dal committente per il via libera al cambio di destinazione d’uso del Fontego e già previsti in bilancio sono, a questo punto, un po’ più a rischio.

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