Caos turisti, pressing di Italia Nostra
Orsoni infuriato per il «danno di immagine»,
l'associazione replica a muso duro (a.v.)
II sindaco Orsoni infuriato con Italia Nostra. «Ci chiamano da tutto il mondo», raccontano dal suo staff, «con quella iniziativa ci stanno provocando un danno di immagine notevole». L'appello lanciato nei giorni scorsi all'Unesco dall'associazione ha avuto il suo effetto. Un'immagine di Riva degli Schiavoni. Ogni anno arrivano in città 20 milioni di turisti Il direttore generale del World Heritage centre dell'associazione Krishore Rao si è impegnato in prima persona a «monitorare» tutti i grandi progetti che rischiano di essere distruttivi per la città e la sua delicata laguna. Infrastruture e grandi opere, cementificazioni e nuovi progetti di insediamenti turistici Un tono apocalittico che non è piaciuto al sindaco Giorgio Orsoni, che ha usato parole molto dure contro Italia Nostra e i suoi atteggiamenti, definiti «retrogradi». Ma l'associazione rincara la dose. «Ricercatori del Coses, società di ricerca del Comune e della Provincia», denuncia la sezione veneziana di Italia Nostra, «hanno dichiarato che la città potrebbe soportare centomila visitatori al giorno se questi la smettessero di concentrarsi nei siti più famosi come piazza San Marco». «Un passo avanti verso la morte dell'anima di questa città», scrive Italia Nostra, «nel 1988 uno studio dell'Università, quando rettore era Paolo Costa, sosteneva che il limite massimo di persone che la città poteva sostenere senza sofferenza era di 30 mila al giorno [più precisamente, 22000 - ndr]. Vent'anni dopo i turisti sono arrivati a 22 milioni (59 mila di media al giorno), oggi qualcuno parla di centomila. Nel frattempo sono arrivate le grandi navi da crociera, i nuovi alberghi in gronda lagunare, il Quadrante di Tessera, il progetto di metropolitana sublagunare». Italia Nostra respinge le critiche sul fatto di attaccare i turisti che dormono in albergo e visitano i musei «Il direttore dell'Ava Claudio Scarpa e quello della Fondazione musei Walter Hartsarich forse non ci leggono con attenzione», conclude la nota dell'associazione veneziana, «perché noi non ce l'abbiamo certo con quel tipo di turismo. Ma con le masse divenute troppo numerose che arrivano in città la mattina, si fermano in centro per poche ore e poi ripartono nel pomeriggio». «Continueremo nella nostra campagna civile di denuncia», fa sapere Italia Nostra, «per far capire alle istituzioni che in questo modo tra pochi anni la città d'arte non esisterà più, vuota di abitanti e consumata da milioni di turisti». (a. v.)
il Gazzettino
Pat, la Provincia a sorpresa promuove il piano comunale
IL WATERFRONT Una delle aree più importanti per la riqualificazione del territorio veneziano Zaccariotto e Dalla Tor soddisfatti: «Buon lavoro»
Tanto tuonò, ma alla fine non piovve. Anzi, ieri Comune e Provincia se non si sono abbracciati poco ci mancava. Invitati dalla presidente Francesca Zaccariotto e dal suo vice, Mario Dalla Tor (che è anche assessore all'Urbanistica), il sindaco Giorgio Orsoni e l'assessore Ezio Micelli hanno illustrato il Piano di assetto del territorio, il Pat, che la Provincia dovrà approvare prima che venga adottato dal Consiglio comunale. Dopo le polemiche seguite, la scorsa settimana, all'uscita di Dalla Tor che accusava il Comune di non aver accolto le osservazioni della Provincia, ieri tutto sembrava appianato.
I tempi, dunque, dovrebbero essere più o meno rispettati: il Comune si aspetta che per settembre la giunta provinciale deliberi il suo parere favorevole, e quindi conta di adottare il Pat in Consiglio entro la fine del mese. Poi ci saranno 60 giorni di tempo per le osservazioni, e di seguito le contro osservazioni. «Dovremmo riuscire ad avere lo strumento operativo per i primi mesi del 2012, sforando di qualche mese le nostre previsioni per la fine 2011» ha commentato Micelli. «Il Piano sarà operativo entro i primi mesi del 2012» Soddisfatta la presidente Zaccariotto: «Considero l'incontro un passaggio importante della collaborazione tra Comune e Provincia. Il nostro obiettivo è che il territorio veneziano diventi e sia riconosciuto come "provincia verde d'Europa"». Soddisfatto anche il vicepresidente Dalla Tor: «Il Comune di Venezia, che è il capoluogo della regione e ha un peso notevole ed esemplare rispetto a tutto il territorio provinciale, ha recepito molte delle indicazioni della Provincia» espresse nel "Manifesto delle azioni" presentato lo scorso gennaio ai sindaci di Spinea, Marcon, Martellago, Mira, Quarto d'Altino e, naturalmente, Venezia, per omogeneizzare tutti i loro Pat e porre le basi per una vera area metropolitana. Anche l'assessore Micelli, infine, che la scorsa settimana aveva risposto fermamente alle critiche di Dalla Tor, ha parlato di clima costruttivo. Viabilità da coordinare con gli altri comuni limitrofi, corridoi ecologici, sistema della gronda lagunare, situazioni di criticità delle aree industriali tra Dese e Marcon, waterfront a Porto Marghera... ieri si è parlato di tutto, e su tutto il Comune ha dato la sua risposta nel Pat.
In particolare hanno parlato del Quadrante Tessera «il cui piano, ricordo, è coerente sia con il Ptrc della Regione sia col Ptcp della Provincia» spiega Micelli che, inoltre, sui destini di Marghera ha voluto precisare: «Stiamo promuovendo l'idea di quell'area come sede dell'industria, ma abbiamo ben specificato che si tratta di processi che aprono alla riconversione industriale, per un'industria pulita e compatibile, e quindi non sono affatto la carta della conservazione». (e.t.)
il Gazzettino
Tav e Tessera City, gli ambientalisti scendono in piazza
Più di trenta associazioni si sono riunite ieri a Venezia per protestare contro l'approvazione del nuovo Pat, in discussione a Cà Farsetti. «Più che di un piano di assetto - ha sottolineato ironicamente Michele Boato, di Amico Albero - ci sembra un piano di assassinio territoriale, dato l'impatto devastante e irreversibile che, avrà sulle aree investite dalla follia dei progetti che prevede». Nel mirino delle associazioni le grandi opere in programma, dalla sublagunare alla Tav «che spostando il centro del trasporto a Tessera con l'unica fermata prevista all'aeroporto - ha spiegato Boato - di fatto taglierà fuori dai giochi Mestre isolandola completamente»; al progetto di Tessera City che si svilupperà in una delle aree a maggior rischio idrogeologico del territorio veneziano: «La nuova città a Tessera, oltre a cementificare 372 ettari di terreni agricoli, sarebbe già allagabile in partenza e implicherebbe di riflesso l'abbandono al degrado di Porto Marghera, area già infrastrutturalizzata, la cui bonifica verrebbe accantonata». Le associazioni chiedono dunque al Comune di non votare questo tipo di Pat e di aprire una consultazione in cui possano trovare spazio le contestazioni e le proposte alternative studiate dai comitati e dalle associazioni. Venerdì pomeriggio è stata indetta una manifestazione di protesta sotto Cà Farsetti, ed è in programma una grande manifestazione a Mestre per il prossimo 1 settembre in Piazza Ferretto. (V.Tur.)
la Nuova Venezia
Lido, faccia a faccia. comitati-sindaco
Il Comune: «Dalla firma dei progetti dipende il bilancio del Comune» Domani la conferenza dei servizi sull'ospedale al Mare e la darsena Vincenzo Spaziante LIDO. Un faccia a faccia durato un'ora. Da una parte il sindaco Giorgio Orsoni, dall'altra i comitati del Lido, ricevuti ieri mattina in municipio nello studio del primo cittadino. Alla fine una piccola tregua, che sarà verificata domani dopo la conferenza dei servizi presieduta dal commissario straordinario Vincenzo Spaziante. «Avete le vostre ragioni, ma dalla firma di quel progetto ormai dipende il bilancio del Comune», ha esordito il sindaco, «un progetto che mi sono trovato, e che sicuramente sarà adeguato e sistemato in corso d'opera. Ma adesso non c'è altra strada che firmare».
Dal via libera di domani dipendono i circa 40 milioni di euro che Asl, Demanio e la società Real Venice 2 (Mantovani, Condotte e Fincosit al-1'80 per cento, Est Capital al 20 per cento) dovranno versare per la compravendita del-lex ospedale nelle casse del Comune. Il Patto di stabilità prevede l'obbligo per Ca' farsetti di introitare soldi superiori a quelli spesi Sul piatto ci sono i contestati progetti per l'Ospedale al Mare che diventerà centro turistico e commerciale con alberghi, appartamenti, la nuova spiaggia, e poi la darsena da mille posti barca con i parcheggi a San Nicolb per 500 auto, la nuova strada.
Infine le nuove strutture sanitarie in sostituzione del Monoblocco, che dovrà essere abbattuto per far posto a strutture turistiche. Anche su questo punto i comitati hanno espresso il loro disaccordo sull'ipotesi di dividere in due i servizi, trasferendo la riabilitazione e la piscina al Carlo Stebb degli Alberoni, il resto nell'ex edificio che ospitava Ginecologia a San Nicolò. «Costa 18 milioni e Est Capital è disposta a metterne solo 8», dice Salvatore Lihard, portavoce dei comitati, «noi abbiamo un progeto alternativo che costa la metà. La sanità dell'isola non pub essere chiusa o peggio privatizzata e sacrificata ai grandi progetti. Ricordiamo che in piena stagione turistica non abbiamo né l'elisoccorso né l'idroambulanza». Intanto un gruppo di consiglieri comunali ha chiesto al sindaco di vedere prima i progetti del nuovo Palacinema. Per finanziarlo era partita la grande operazione, ma adesso si è deciso di cambiare. (a.v.)