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Pozzi urbani in Zimbabwe: una bomba a orologeria
9 Febbraio 2012
Dalla stampa
In assenza di valide infrastrutture urbane, come le reti idriche, le soluzioni fai da te rischiano di risolvere un problema creandone di assai peggiori. The Herald, 9 febbraio 2012 (f.b.)

Titolo originale: Zimbabwe: Urban Well-Drilling - Ticking Time Bomb - Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini

“L’amministrazione di Chitungwiza non ci fornisce l’acqua, spesso siamo obbligati a star senza per una intera settimana. Questo problema ci ha obbligato a scavarci dei pozzi, e chi non ne ha ancora uno in casa sicuramente sta cercando i soldi per riuscire a farselo” racconta Priscilla Simuka, un’arrabbiata abitante della zona Unit J. Spiega che qui non si ha altra scelta che scavarsi un buco alla ricerca di fonti d’acqua alternative, dato che il servizio del comune non esiste. Isaac Nyamambititi dell’area Unit M di Chitungwiza aggiunge: “Ho capito quanto obbligavo a fare a mia moglie, che portava l’acqua da pozzi sparsi attorno alla città, per lavarci e fare il bucato. Scavarcene uno ha significato sollevarla da tanta fatica, visto che l’amministrazione ci nega l’acqua. Spesso si resta una settimana senza, e il pozzo è l’unica possibilità per avere acqua potabile sicura. Diamo anche ai vicini la possibilità di prenderne, dal nostro pozzo”

Una rapida verifica nell’area Unit J conferma che la maggior parte delle case della cittadina, a 33 chilometri da Harare, è dotata di pozzo interno al cortile di circa 300metri quadrati. La signora Daisy Choto di Mabvuku racconta come scavarsi un pozzo per lei ha significato aver tempo per riposare dopo una dura giornata di lavoro in un negozio della capitale Harare. “Scavare il pozzo mi ha migliorato molto la giornata, perché dopo il lavoro non devo più andare col secchio fino alla fonte più vicina, dove c’è sempre una lunga coda. Adesso ho tempo per riposare, o fare altre cose” spiega una entusiasta Daisy.

Un escavatore di pozzi abusivo, che dice di chiamarsi Joseph Matambo, dice che queste carenze municipali sono un ottimo affare per chi lavora nel settore. “C’è tantissimo da fare per noi a Chitungwiza e in altre zone fuori da Harare, perché gli abitanti si fanno scavare pozzi in casa come alternativa a quei rubinetti sempre asciutti” racconta Matambo. “Il nostro gruppo è composto di tre persone, impieghiamo circa quattro giorni per trovare il punto giusto per scavare il pozzo e finire il lavoro”. A sentire Matambo si spendono 200-250 dollari Usa, a seconda delle modalità di pagamento concordate col cliente. “Noi scaviamo e il cliente è soddisfatto. Siamo entrati in uno spazio in cui il comune non risponde agli abitanti”.

Il rappresentante di Environment Africa Barnabas Mawire commenta che molto probabilmente l’acqua di questi pozzi non è affatto di buona qualità, e dovrebbe essere bollita prima di consumarla. “Si dovrebbe trovare il punto più adatto e verificare meglio, prima di scavare, per le valutazioni ambientali e di rischio idro-geologico. Importante conoscere la posizione delle acque sotterranee, la loro quantità, prima di fare scavi per un prelievo”. Mawire aggiunge che l’acqua dovrebbe essere prima esaminata per verificarne la qualità, se potabile o meno. Scavare pozzi a caso favorisce una più rapida circolazione degli inquinanti verso la falda sotterranea. Il dottor Prosper Chonzi, direttore dei servizi sanitari dell’amministrazione cittadina di Harare, spiega che è vero, in molti casi non si riesce a rifornire d’acqua gli abitanti, e così si chiude un occhio su chi in tante cittadine scava pozzi. “Le amministrazioni non possono avere un atteggiamento punitivo perché non riescono a erogare acqua. Sembrerebbe che tolleriamo questo scavo illegale di pozzi, ma siamo invece privi di possibilità di intervento perché sono cose che nascono da carenze nostre. Scavare pozzi è un’attività che deve essere regolamentata dall’amministrazione, seguire una procedura adeguata per stabilire se la posizione è giusta, se non si toglie l’acqua ad altri. Oggi gli abitanti che scavano buchi senza autorizzazione dovrebbero essere multati, in teoria”.

Una rappresentante dell’Ente Idrico Nazionale dello Zimbabwe, che chiede di restare anonima, spiega che gran parte dei pozzi nelle aree residenziali non sono sicuri per l’approvvigionamento d’acqua, a rischio di essere inquinati. “Certo il servizio di fornitura attuale che offrono è di bassa qualità, con gli scarichi fognari che filtrano”. Anche il loro prosciugarsi piuttosto in fretta si deve, secondo la funzionaria, alle pessime valutazioni preliminari prima dello scavo. E ci sono anche dei problemi di possibile crollo dello scavo, con rischi per gli abitanti delle case.

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