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Alessandra Arachi
Pompei non ha i progetti per spendere i fondi Ue
24 Ottobre 2011
Beni culturali
Adesso che il nuovo crollo ha diradato il fumo delle promesse mancate, si scopre che non esiste nemmeno un piano credibile per il recupero del sito. Dal Corriere della Sera, 24 ottobre 2011 (m.p.g.)

Il commissario europeo Johannes Hahn arriverà mercoledì fra le rovine di Pompei. A lui il compito di sbloccare i finanziamenti per il grande piano di rinascita degli scavi disastrati: 105 milioni in tutto, è stato detto. Ma purtroppo non è così.

Purtroppo non ci sono 105, ma nemmeno cento o cinquanta milioni per le rovine di Pompei. Alla fine, si potrà constatare che non sono realmente spendibili neanche dieci milioni per il rilancio degli scavi, questo patrimonio dell'umanità che si sbriciola ad ogni temporale.

La zona del muro perimetrale venuto giù venerdì scorso è ancora sotto sequestro. Ed è anche lì che il commissario Hahn arriverà per vedere lo stato delle rovine accompagnato dai ministri dei Beni culturali Giancarlo Galan e degli Affari regionali Raffaele Fitto. C'è un programma di interventi da 105 milioni approvato dal Consiglio superiore dei Beni culturali che Hahn deve sbloccare. Ma i soldi per gli scavi sono davvero pochi.

Guardiamolo, il piano. E per cominciare a fare i conti c'è una prima facile operazione di sottrazione: la cifra stanziata di 105 milioni non è tutta per Pompei, ma serve anche per opere di Napoli, della zona Flegrea, di Ercolano, Oplontis, Boscoreale, Poggiomarino. Dunque? Sulla carta per il rilancio degli scavi di Pompei rimangono quarantasette milioni e mezzo di euro, più o meno. Sulla carta.

Ma andiamola a leggerla quella carta. È un lungo elenco di lavori e di opere da realizzare per il restauro di Pompei. Trentanove voci, per l'esattezza. Trentanove progetti: purtroppo la maggior parte sono tutti in fase preliminare. Ovvero il risultato è una lista di cose da fare senza alcunché di operativo. Nulla per cui quei soldi stanziati possano essere spesi realmente, almeno secondo le leggi vigenti.

I progetti esecutivi, quelli cioè davvero operativi, non sono che otto, in tutto. Per un totale di nemmeno otto milioni di euro. Anzi: ce ne è uno in più. Lo stanziamento più caro fra i progetti esecutivi: quattro milioni e mezzo di euro per completare un bunker in cemento armato costruito nel bel mezzo delle rovine, fra porta di Nola e porta Vesuvio. Un deposito brutto che deturpa il panorama antico e che fino ad oggi è già costato quasi cinque milioni di euro.

Il bunker è in assoluto la cifra più impegnativa, seguita soltanto da quel milione e ottocentomila euro stanziato per il restauro della casa di Sirico, domus ignota alle guide turistiche, così come la casa del Marinaio (un milione e mezzo di euro) o la casa di Fullonica di Stephanius (600 mila euro).

Ci sono altre tre domus semisconosciute fra i restauri operativi, insieme ad interventi di muri nelle strade prima di cogliere un restauro degno di nota: quel milione e 769 mila euro per la domus dei Dioscuri, perla rara di restauro fra questi progetti.

In calce all'elenco ci sono quattro voci imponenti: otto milioni per il piano della conoscenza (rilievi e verifiche e indagini idrogeologiche); sette milioni il piano della fruizione della comunicazione; due milioni per il piano della sicurezza; 2,8 milioni per il rafforzamento. Non è specificato per quale sito debba servire. Ma sono in calce a tutte le opere e dunque da dividere ancora una volta per tutti i siti citati nell'elenco.

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