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Costantino Cossu
Pigliaru: «La nostra forza è stata l’unità della coalizione»
19 Febbraio 2014
Articoli del 2014
Buone notizia dalla Sardegna. In un'intervista del presidente Pìgliaru la conferma che, dopo gli anni infausti della "giunta del mattone" del vicerè di Berlusconi, riprenderà il cammino giusto all'insegna della difesa del lavoro e dell'ambiente.
Buone notizia dalla Sardegna. In un'intervista del presidente Pìgliaru la conferma che, dopo gli anni infausti della "giunta del mattone" del vicerè di Berlusconi, riprenderà il cammino giusto all'insegna della difesa del lavoro e dell'ambiente.

Il manifesto, 19 febbraio 2014

E' stata una mat­ti­nata di relax per il neo­pre­si­dente della Regione Sar­de­gna, Fran­ce­sco Pigliaru, dopo i festeg­gia­menti di lunedì sera. Fre­sco di vit­to­ria, ieri mat­tina il pro­fes­sore è uscito a piedi di casa per andare a fare visita al ret­tore dell’università di Cagliari, Gio­vanni Melis. Pigliaru, infatti, dal 2009 e sino al 6 gen­naio scorso ha rico­perto l’incarico di pro­ret­tore dell’ateneo del capo­luogo, con delega alla ricerca scien­ti­fica. Un incon­tro di cor­te­sia tra pro­fes­sori. Poi di nuovo a piedi verso casa, con qual­che sosta for­zata con i cit­ta­dini che lo hanno incro­ciato per le strade del cen­tro. Ma già dal pome­rig­gio sono comin­ciati i con­tatti con i par­titi della cola­zione di cen­tro­si­ni­stra per dise­gnare la nuova giunta.

«Innan­zi­tutto le com­pe­tenze e un equi­li­bro tra uomini e donne», ha più volte detto Pigliaru nel corso della cam­pa­gna elet­to­rale. Si pro­fila una giunta con diversi tec­nici. In cima alla lista dei papa­bili c’è Raf­faele Paci, ordi­na­rio di Eco­no­mia appli­cata a Cagliari, che dovrebbe andare al bilan­cio e alla pro­gram­ma­zione. Spicca anche il nome di Gian Vale­rio Sanna (Pd), già asses­sore all’urbanistica con Soru e padre del piano pae­sag­gi­stico del 2006, al cen­tro della con­te­stata revi­sione da parte di Cap­pel­lacci pro­prio negli ultimi giorni della legislatura.

Da que­ste ele­zioni arriva un segnale forte innan­zi­tutto sui pro­grammi. Si è vinto sui con­te­nuti? E in par­ti­co­lare su quali?
Abbiamo fatto una pro­po­sta seria e non dema­go­gica. La gente l’ha capito e ci ha pre­miati. Abbiamo par­lato fin da prin­ci­pio di com­pe­tenza e serietà, met­tendo da parte un modo di fare poli­tica che non con­di­vi­diamo ed enun­ciando con chia­rezza pochi capi­saldi ma essen­ziali: sem­pli­fi­ca­zione della buro­cra­zia per far ripar­tire il mondo impren­di­to­riale, alleg­ge­ri­mento delle tasse eli­mi­nando i bal­zelli inu­tili, boni­fi­che nelle zone indu­striali e recu­pero del rispetto per l’ambiente e il pae­sag­gio minac­ciati da Cap­pel­lacci e dalla sua giunta del mat­tone, pari oppor­tu­nità per tutti a par­tire dai primi livelli dell’istruzione. Dob­biamo rimet­tere in mar­cia la Sar­de­gna infon­dendo forti dosi di spe­ranza, a par­tire dalla qua­lità dell’istruzione, in luo­ghi belli e sicuri, e dalla crea­zione di nuovo lavoro. Dare gambe al piano straor­di­na­rio per l’istruzione e l’edilizia sco­la­stica signi­fica soste­nere il set­tore delle costru­zioni e con­tem­po­ra­nea­mente inve­stire sulle pros­sime gene­ra­zioni. Miglio­rare l’oggi, guar­dando al domani. Que­sto è stato il nostro prin­ci­pio ispi­ra­tore. E si è rive­lato vincente.

Ma anche i modi hanno avuto una loro impor­tanza: una cam­pa­gna elet­to­rale ragio­nata, non gri­data. In con­tro­ten­denza rispetto alla deriva iper media­tica e populista?
Non sono più tempi per le parole vuote o i pro­clami. La situa­zione è tale, in Sar­de­gna, che la voce grossa, le pro­messe irrea­liz­za­bili o le bar­zel­lette non attec­chi­scono più. Con­ti­nuare a voler imbro­gliare le per­sone con spec­chietti per allo­dole quali la zona franca inte­grale, è inac­cet­ta­bile. Abbiamo fatto bene a mostrare imme­dia­ta­mente l’altra fac­cia della meda­glia, evi­den­ziando che il prezzo da pagare sareb­bero stati i tagli alla sanità. Abbiamo voluto avere rispetto per gli elet­tori atte­nen­doci alla realtà, avan­zando pro­po­ste rea­liz­za­bili e one­ste, senza nascon­derci die­tro un dito. La serietà non deve venir mani meno, nean­che in cam­pa­gna elet­to­rale, per il rispetto dovuto ad ogni cit­ta­dino, anche di chi si è rifiu­tato di andare alle urne. Era­vamo tutti al cor­rente che ci sarebbe stata una forte per­cen­tuale di aste­nuti, come è avve­nuto. Adesso è un impe­gno mio, e dev’esserlo di tutta la poli­tica, recu­pe­rare i delusi.

Nelle sue dichia­ra­zioni ha sot­to­li­neato il ruolo svolto da tutta la coa­li­zione. C’è stato un apporto impor­tante della forze di sinistra?
L’aver ricom­pat­tato la coa­li­zione è stata la nostra forza. Gli apporti dalle diverse com­po­nenti saranno, d’ora in poi, un’ulteriore ric­chezza. Vedo una forte sin­to­nia sulle prin­ci­pali que­stioni pro­gram­ma­ti­che. Abbiamo tutti una gran voglia di cam­biare la Sar­de­gna, di vol­tare pagina rispetto ai cin­que anni deva­stanti di governo Cap­pel­lacci. Sap­piamo come farlo, anche se non ci illu­diamo che sarà sem­plice. Sono certo che met­te­remo assieme tutte le nostre migliori ener­gie, per questo.

Che rap­porto si può ipo­tiz­zare tra la sua giunta e il governo nazio­nale gui­dato da Mat­teo Renzi?

I rap­porti isti­tu­zio­nali sono impor­tan­tis­simi. La Sar­de­gna ha sof­ferto molto per colpa delle mascal­zo­nate del governo Ber­lu­sconi, reo di averci negato mille occa­sioni di cre­scita. Dalle tele­fo­nate a Putin al furto del G8 a La Mad­da­lena e dei milioni della ver­tenza entrate. Avere Mat­teo Renzi a Palazzo Chigi sarà uno sprint in più per­ché Renzi è una per­sona seria e capace. Ho sem­pre con­di­viso la sua atten­zione verso i temi del lavoro e per le poli­ti­che attive. Impe­gnarsi in que­sti ambiti, oggi in par­ti­co­lar modo, signi­fica cer­care le rispo­ste da dare alla gente. Con il governo nazio­nale abbiamo da ria­prire imme­dia­ta­mente l’importante ver­tenza sulle entrate, abban­do­nata da Cap­pel­lacci, e l’annosa que­stione delle ser­vitù mili­tari, che ancora pre­tende dai sardi, in ter­mini di ter­ri­to­rio e poten­zia­lità di svi­luppo, sacri­fici spro­po­si­tati ed ingiustificati

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