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Per la "crescita" la Sardegna non è in vendita: è già venduta
26 Novembre 2012
Sardegna
Una regione in meno, un emirato in più Un’intera regione d’Italia svenduta ai padroni del petrolio. Sponsors: Monti e Cappellacci Ma lo sanno solo in Sardegna

. Articoli di Serena Lullia e commenti di Stefano Deliperi, Sandro Roggio e Giorgio Todde, La Nuova Sardegna, 20 – 25 novembre 2012

20 novembre 202
Un master plan da 400mila metri cubi
A Doha il vertice con Monti, Cappellacci e i sindaci di Olbia e Arzachena. L’emiro garantisce il rispetto dell’ambiente
di Serena Lullia

DOHA. La nuova Costa Smeralda nasce fra le stanze dorate del palazzo dell'emiro Al Thani, nel cuore della capitale del Qatar. Lo skyline del borgo di Porto Cervo in versione qatarina scorre davanti agli occhi della delegazione italo-sarda in missione a Doha, con il premier Mario Monti, il governatore Ugo Cappellacci, i sindaci di Arzachena, Alberto Ragnedda e Olbia, Gianni Giovannelli. Con un investimento di un miliardo di euro il Fondo sovrano del Qatar intende dare una seconda vita a Porto Cervo, senza alterare le sue origini architettoniche né la bellezza del paesaggio che l'ha reso un mito.

Il Qatar scopre il suo master plan a cinque mesi dall'acquisto della Costa Smeralda per 600milioni di euro, mini per i volumi, maxi per la cifra dell'investimento, un miliardo di euro. Un piano di lungo periodo, in cui i metri cubi vengono concepiti come uno degli elementi del progetto di rilancio turistico del villaggio dei vip che andrà di pari passo con un potenziamento dei trasporti aerei firmati Qatar Airways. Un master plan di circa 400mila metri cubi, con volumi che in parte verranno usati per completare e aggiungere nuove stelle ai quattro hotel storici di Porto Cervo, in parte per realizzarne di nuovi, almeno due, altri per costruire residenze. Più servizi e parchi nell'entroterra di Arzachena. Mattoni che dovranno essere mimetizzati fra macchia mediterranea e graniti. È il primo ministro del Qatar, lo sceicco Hamad bin Jassim al Thani, a insistere sul valore ambientale dell'investimento in Costa nel lungo faccia a faccia con la delegazione con i quattro mori. «Il mio sogno è sviluppare questi nuovi volumi in modo che non si vedano dal mare», dice. Musica divina per le orecchie del sindaco Alberto Ragnedda che sin dai primi contatti con i vertici del Qatar aveva spiegato la condizione su cui non sarebbe mai sceso a compromessi, il rispetto dell'ambiente. E nella definizione del piano della nuova Costa Smeralda le indicazioni arrivate dal Comune sembrano essere state recepite. Per il momento si tratta solo di un progetto, con volumi virtuali, che prima di diventare certi dovranno passare attraverso l'analisi dei tecnici comunali. Il fondo del Qatar è pronto a spendere subito i suoi petrodollari, nel rispetto delle leggi regionali e comunali. Ma chiede certezze nei tempi e nelle regole alle istituzioni sarde. «Già a partire dalla prossima settimana – ha spiegato il presidente Cappellacci – intendiamo entrare nella fase operativa, attraverso incontri tecnici finalizzati a definire la cornice degli interventi, per poi entrate nel merito delle singole opportunità di investimento e comporre un piano strategico complessivo». Soddisfatto il sindaco di Arzachena, Alberto Ragnedda che resta vago sui dettagli del piano di sviluppo Smeraldo almeno fino al rientro ad Arzachena, dopo che avrà illustrato il progetto alla sua maggioranza. «Sono soddisfatto per la serietà dell'interlocutore – commenta –. La sensazione che ho avuto è avere davanti investitori seri, di lungo termine, interessati a tutelare il patrimonio ambientale, di tradizione e valori della nostra terra. Non speculatori mordi e fuggi. Di fronte a questa serietà è necessaria una forte intesa fra Comune e Regione. Entrambi svolgono un ruolo fondamentale nella costruzione delle garanzie di una ritorno al benessere diffuso e di ricadute di lungo termine per la comunità sarda e gallurese». Entusiasta il sindaco di Olbia Gianni Giovannelli. «Il Qatar ha in mente un progetto complesso, di lungo periodo, che non punta solo al settore del turismo del lusso, ma anche al turismo delle famiglie e a quello congressuale. Un investimento da fare nel rispetto dell'ambiente, con una ipotesi edificatoria risibile se paragonata al miliardo di euro di investimenti».

23 novembre 2012
Il cemento del Qatar nell’oasi selvaggia di Razza di Juncu
Nei progetti della Qatar holding per la Costa Smeralda sono previsti 4 nuovi hotel: due nel comune di Arzachena e due a Razza di Juncu, ultimo eden in territorio di Olbia. Alberghi di medie dimensioni a 300 metri dal mare
di Serena Lullia

PORTO CERVO. La Costa Smeralda in versione qatariota arriva fino al comune di Olbia. Il piano di investimenti dell'emiro Al Thani quasi infrange un tabù, oltrepassa i confini di Arzachena e mette radici nella periferia nord olbiese, a Razza di Juncu, simbolo della battaglia anticemento degli anni Novanta. Nei progetti della Qatar holding per rilanciare il borgo delle stelle ci sono due nuovi hotel nel comune di Arzachena, a Liscia Ruja e al Pevero. Più altri due a Olbia, con un massimo di 100 stanze, per un target giovane. Progetti ancora da definire. L'unica certezza è che le strutture ricettive sorgeranno in aree oltre i 300 metri dal mare, come le sorelle arzachenesi, e condivideranno la vista sul mare con un parco di oltre 1500 ettari.

Razza di Juncu è un territorio di confine, la prima porzione del paradiso Smeraldo per chi arriva da Olbia, la periferia dell'eden scoperto dal principe Aga Khan. Un'area selvaggia su cui il principe ismaelita aveva messo gli occhi e sperava di metterci anche un bel po' di cemento. 450mila metri cubi da concentrare su Razza di Juncu ma nella sola parte del comune di Arzachena. L’idea era creare un villaggio gemello di Porto Cervo, fra il mare e la strada provinciale. Un’ipotesi contro cui l'allora sindaco di Arzachena, Tino Demuro, si oppose con determinazione. «L'interesse del principe è sempre stato Razza di Juncu nella parte del comune di Arzachena – spiega l'ex primo cittadino –. Nel master plan da 6milioni di metri cubi ne aveva ipotizzato 450mila solo sui terreni di Razza di Juncu. L'idea era far sorgere un borgo come Porto Cervo sul mare. Volumetrie insostenibili per il nostro territorio, ma forse necessarie alla proprietà per compensare gli alti costi di infrastrutturazione di un'area come quella, vergine e selvaggia. Su quei terreni non c'è nulla. Vanno infrastrutturati dalla A alla Z. Difendemmo quel pezzo di paradiso da un intervento che l'avrebbe rovinato per sempre. Io non mi considero né un ambientalista e ancor meno un integralista dell'ambiente. Tanto che allora facemmo una controproposta al principe. Un taglio drastico dei metri cubi, un indice volumetrico molto più basso e la costruzione non di alberghi e residence, ma di ville ben integrate nella vegetazione». Demuro è incuriosito dalla proposta del fondo del Qatar di realizzare due hotel proprio in quell'area, concentrando gli alberghi per giovani nella piccola fetta smeralda di Olbia. «C'è una differenza fra il progetto di investimento pensato per Arzachena e quello per Olbia – aggiunge Demuro –. Arzachena è pronta per partire. A Razza di Juncu c'è invece da fare un intervento complesso che riguarda reti idriche, fognarie, strade, illuminazione. Basta andare in quelle aree per rendersi conto che Razza di Juncu è ancora vergine, con una rigogliosa macchia mediterranea. Un pezzo di Gallura rimasta immune al cemento». Demuro, che ha scritto un pezzo di storia della Costa Smeralda opponendosi al master plan da 6 milioni di metri cubi, esprime apprezzamento per la bozza del piano Gallura presentato dal Qatar. «Non si conoscono i dettagli ma apprezzo la filosofia ispiratrice – conclude –, pochi metri cubi integrati sull'ambiente. Una conferma che forse la scelta di allora, dire no a mostruose e indiscriminate colate di cemento, ci ha permesso di conservare il nostro territorio e renderlo ancora oggi appetibile per gli investitori. Si tratta poi di imprenditori seri, che hanno alle spalle staff di tecnici preparati e all'avanguardia».

24 novembre 2012
La Costa Smeralda aspetta il nuovo Ppr Arzachena

il progetto di investimenti del Qatar è legato all’approvazione del nuovo strumento di pianificazione regionale di Serena Lullia

ARZACHENA. Il futuro della nuova Costa Smeralda passa dalle stanze del palazzo regionale. Il governo del Qatar ha già deliberato 1 miliardo di euro per gli investimenti in Sardegna. Nel pacchetto con i quattro mori non c'è solo il rilancio di Porto Cervo con la ristrutturazione dei quattro alberghi storici, la costruzione di due nuovi hotel nel comune di Arzachena e due eventuali a Olbia, impianti sportivi e parchi attrezzati. C'è anche un interesse dei qatarini per i trasporti e la filiera agroalimentare. Ma perché il piano su cui scommettono il presidente Ugo Cappellacci e il sindaco Alberto Ragnedda passi dalla fase virtuale a quella reale, serve una modifica al ppr.

Il presidente della Regione ha rassicurato il primo cittadino nella conferenza stampa di presentazione del piano Gallura a Palazzo Ruzittu. «Tutto il piano Costa Smeralda si fonda sull'articolo 12 della legge 4 del 2009 – ha spiegato il presidente –. È altrettanto vero che questi progetti devono essere recepiti dal ppr e che è in corso un processo di revisione. Sono state presentate le linee guida del nuovo ppr al consiglio regionale. Il passo successivo è l'adozione provvisoria da parte deella giunta del nuovo strumento revisionato. Il motivo per cui non è stato ancora adottato è che è in corso l'attività di lavoro con il ministero. È evidente che si sono tutte le condizioni per arrivare all'obiettivo».

Nel piano di investimenti di lungo periodo è prevista anche la costruzione di ville, la ristrutturazione di alcuni vecchi stazzi in chiave turistica, la creazione di impianti sportivi e di tre parchi con percorsi attrezzati. la nascita di una scuola di formazione per manager del turismo. Poco il cemento rispetto all'estensione della Costa Smeralda, fra i 400mila e i 550mila metri cubi su una superficie smeralda di 2mila 400 ettari. La stessa quantità di cemento pensata per la sola Razza di Juncu ai tempi del master plan dell'Aga Khan degli anni Novanta.

Il primo cittadino affronta di petto il tema del nuovo cemento, una risposta diretta a chi vorrebbe far passare l'idea che il piano dell'emiro sia uno stupro ambientale. «Parliamo di una grande opportunità a fronte di pochi metri cubi – spiega Ragnedda –. Non stiamo sacrificando nulla, come potrebbe essere successo in altre occasioni o in altri pezzi di territorio alla speculazione. Stiamo consentendo la ripartenza di un settore fondamentale in Sardegna come il turismo ricettivo, che è sì il passato, ma anche il presente e deve essere il futuro. E poi diciamocela tutta. Porto Cervo va completata, è incompiuta. Ci sono aree che è necessario collegare fra di loro. Solo così potremo avere un villaggio che vive tutto l'anno. Lo sviluppo si è interrotto. Per riprenderlo si devono pianificare nuove volumetrie, in modo intelligente e rispetto della natura. E lo si fa all'interno di un villaggio già esistente. Non stiamo rubando nulla all'ambiente, sia ben chiaro. Ora serve uno sforzo importante e una visione lungimirante da parte della politica regionale per capire che questa non è una speculazione, ma una grande opportunità non solo per la Gallura ma per la Sardegna».

Interessanti anche le ipotesi occupazioni collegate agli investimenti. In fase di realizzazione degli interventi si calcola un incremento di 1600 persone di occupazione diretta, più l'indotto. In fase di gestione un raddoppio dell'attuale numero di addetti del settore alberghiero che passerebbe dagli attuali 1200 a 2500.

25 novembre
Gli stazzi diventano residence, spuntano trenta ville extralusso

Dal cilindro del Qatar ecco i progetti di riqualificazione. Nuovi alberghi con il marchio internazionale Harrods
di Serena Lullia

PORTO CERVO. Il paradiso smeraldo apre le porte dorate ai giovani e alle famiglie, ma non rinuncia a creare capricci a 5 stelle per nababbi, principi e sceicchi. Il progetto di investimenti da 1 miliardo di euro del Qatar in Costa Smeralda non prevede solo alberghi e parchi. Una buona parte del pacchetto di mattoni dei 450-550mila metri cubi chiesti dal petroemirato sarà destinato alla costruzione di 30 ville extra lusso. I qatarini, nel piano consegnato al sindaco di Arzachena Alberto Ragnedda e al governatore Ugo Cappellacci in missione a Doha, le definiscono di altissimo pregio. Un modo per sottolineare la magnificenza con cui verranno realizzate, grande attenzione nella scelta dei materiali, parchi per mimetizzare i mattoni nel verde, piscine. Ma anche per distinguerle dalle "meno aristocratiche" residenze a 5 stelle realizzate a Porto Cervo negli ultimi 50 anni, e dalle altre 90 previste nel piano del Qatar e definite “normali”. In entrambi i casi le ville non saranno concentrate in una sola area dei 2400 ettari della Costa Smeralda. La loro disposizione sarà a macchia di leopardo, dal Pevero a Liscia Ruja a Porto Cervo.

Si concretizza così il duplice investimento in Costa Smeralda della Qatar holding, braccio operativo del fondo sovrano del Qatar. I 450-550mila metri cubi ipotizzati verranno divisi fra residenziale, con 120 nuove ville e ricettivo. Prevista la ristrutturazione dei quattro hotel storici di Porto Cervo, il Pitrizza, il Romazzino, il Cervo e il Cala di Volpe, e la costruzione di due nuovi alberghi nel comune di Arzachena, uno col marchio internazionale Harrods a Liscia Ruja da 150 stanze, e uno con 200 stanze al Pevero rivolto alle famiglie. Gli hotel nell'eden di Razza di Juncu nel comune di Olbia e destinati a un target giovane, vengono indicati come una opzione. Buona parte delle volumetrie saranno utilizzate per le ville. Ma anche per la ristrutturazione e la trasformazione in residence di lusso di 22 stazzi, simboli dell'identità gallurese, disseminati sul territorio. Per la maggior parte si tratta di edifici fatiscenti o ruderi che hanno comunque affascinato i qatarini per la loro posizione di pregio, immerse nel verde e con vista sui più bei panorami della Costa. Verranno ampliati e trasformati in ville di lusso. Il Qatar vuole poi dare una impronta di divertimento alla Costa Smeralda che vada oltre la discoteca. Da qui la scelta di trasformare le aree verdi ancora selvagge di Multa Longa, Cala di Volpe e Liscia Ruja in parchi attrezzati, delimitati da fasce tagliafuoco per proteggerle dagli incendi, con percorsi di passeggiata, trekking, scalata, free climbing. All'interno di tutti e tre i parchi sono previste aree di servizio e ristorazione. Nel parco di Liscia Ruja troverà spazio anche un acquapark aperto a tutti, un centro divertimenti con piscine e scivoli immerso nel verde della macchia mediterranea. Ma i qatarini hanno pensato anche ai clienti che non ne vogliono sapere di fare sport attivi. Per loro verrà realizzata una pista di go-kart. L'impianto sportivo sorgerà nella vecchia discarica di Abbiadori, il borgo a due passi da Porto Cervo. L'intervento dei qatarini prevede la bonifica dei terreni che per anni sono stati la pattumiera del territorio e la costruzione delle piste in stile Le Mans. Un maxi impianto dotato di club house e ristorante pensato per ospitare grandi eventi internazionali con piloti di fama mondiale.

23 novembre 2012
ILCOMMENTO
di Sandro Roggio

Dopo l'annuncio della visita del premier in Qatar è circolata la notizia sulla delegazione comprendente il presidente Cappellacci. Non c'è alcun accenno a questo nel sito della Presidenza del Consiglio; ma il facile collegamento - gli interessi di Qatar Holding in Sardegna - ha favorito la rappresentazione della “missione” di Cappellacci -Monti in perfetta sincronia di movenze come Ginger e Fred.
Agli addetti alle relazioni di Costa Smeralda il compito di reclamizzare il programma d'investimento dell'emiro nell'isola. “Non esclusivamente in Gallura o solo in Costa Smeralda” - si è ripetuto con un surplus di zelo in qualche organo d'informazione. Un racconto in genere compiacente, come ai tempi del primo master plan: quando il tam tam sulle meravigliose ricadute nel territorio serviva a farci sognare un futuro splendido grazie al business dell'edilizia. Evidente l'obiettivo - molto politicante - di realizzare un clima di consenso ad uso interno. E nell'intesa tra Monti e Qatar, il patto per la Costa Smeralda è fatto passare come il contributo sardo alla salvezza della Nazione (di cui non si parla nei quotidiani nazionali).
Una visione riduttiva rispetto alla gamma di opportunità di investimento nell'isola sfortunata ma ricca di risorse - fanno osservare gli estimatori di Monti. Pronti a giurare che il premier avrebbe evitato di dare l'idea di un cedimento unilaterale (“sono come tu mi vuoi”, nella versione pop), sempre controproducente nelle trattative. Oltre che avvilente.
Molti hanno pensato che tra gli ambasciatori sarebbero stati utilmente Tore Cherchi presidente della Provincia del Sulcis, povera nonostante le risorse, un sindacalista Vinyls o Alcoa, un leader del movimento dei pastori, un portavoce dell'agricoltura di qualità. Così da proporre un ampio menù - oltre la polpa - agli investitori.
Invece con Cappellacci sono andati a Doha i sindaci di Arzachena e Olbia dando l'impressione del piatto unico in tavola: il via libera al “mini master plan” gallurese, in cambio del miliardo di dollari.
Si sorvola sul fatto che il “mini master plan” non è coerente con le regole sarde sul paesaggio, per cui è indispensabile una variante al Ppr trasformato in un tappeto volante a disposizione (oggi per Qatar, domani si vedrà) così come Cappellacci lo intende da quando è in carica. Molte ambiguità alimentano la nebulosa propagandistica con gli stessi ingredienti riproposti da decenni. E' incerta la quantità di volume (400 o 550mila mc?) per fare case (e qualche albergo) tra Arzachena e Olbia. Tutto superlusso (“non orribili condomini”-ci assicurano); e “con basso impatto” (sulle case nascoste nel verde - come la spazzatura sotto il divano - c'è un florilegio di formule ridicole riproposte ad ogni giro).
Lo “stanziamento” (?) della Holding per per una pluralità di investimenti sta dentro un disegno “di lungo respiro”. Si vedrà nel tempo lungo e non si chiederà una inelegante fideiussione. Come negli anni Novanta quando l'investimento di 3mila miliardi di lire era diluito in 25 anni e il volume più che spropositato, secondo le usanze dell'epoca.
La più domestica conferenza stampa di Arzachena conferma le inquietanti manovre attorno al Ppr. A fronte del solito preambolo euforico sulla leggerezza dell'intervento (“sintesi emozionale” tra natura e artifici - secondo Cappellacci) ci sono i numeri e i luoghi - e che luoghi! - da trasformare, come Razza di Juncu (Olbia) e Liscia Ruia (Arzachena) delicatissimi ecosistemi già scampati a vari tentativi di manomissione. Ovvio che la manipolazione del Ppr a domanda serve a creare il precedente. Le domande e le risposte saranno tante, un procedimento che riporterà indietro la pianificazione in Sardegna di trent' anni. Sulla legittimità del programma i dubbi sono molti e tutti consistenti.

24 novembre2012
IL COMMENTO

di Stefano Deliperi

Doha è la capitale del Qatar. Tenetelo a mente, visto che, a sentire il Presidente della Regione Cappellacci, quello è il posto dove si prendono le “decisioni che contano” per laSardegna.

Indipendentisti e sovranisti tacciono e si trastullano con velleitarie mozioni d’indipendenza, mentre il Presidente Cappellacci e i sindaci di Olbia Giovannelli e di Arzachena Ragneddavanno in Qatar a fare shopping di sogni.
Al ritorno raccontano quanto di mirabolante, luccicante, straordinario verrà investito in Sardegna: un miliardo di euro per realizzare 400-550 mila metri cubi di nuove ville ealberghi fra Porto Cervo (Arzachena) e Razza de Juncu (Olbia), il restyling (l’ennesimo) deiquattro resort di lusso “storici” della Costa Smeralda, tre parchi attrezzati per complessivi 2.192 ettari in Costa Smeralda, un allevamento di cavalli con 500 purosangue anglo-arabi nel sud Sardegna (forse a Pula), pure una pista per go-kart (in Costa Smeralda).

Il sindaco Ragnedda è semplicemente raggiante: “con questo intervento, con volumi irrisori rispetto all’investimento, non andiamo a intaccare l’ambiente”. Mezzo milione di metri cubi di cemento, evidentemente, sono poca cosa per la mentalità corrente sui litorali galluresi.
Arzachena era già divenuta Arzakhan, sta per divenire Arzaqatar e sono tutti felici e contenti. Domani non sapranno nemmeno chi sono, come ha ben scritto sulla progressiva perdita di identità l’attento giornalista gallurese Francesco Giorgioni sul suo blog .

Non finisce qui. Mentre si parlava di uninteressamento per Malfatano eTuerredda (il progetto turistico-edilizio della Sitas, attualmente bloccato) e per la gestione del Forte Village di S. Margherita di Pula, in questi mesi i politici regionali hanno fatto la “lista della spesa” per l’emiro del Qatar: il sindaco di Sassari Ganau (P.D.) è pronto a trattare per l’Argentiera, l’on.Sisinnio Piras (PdL) propone la costa arburese e il sindaco (ora dimesso) di Iglesias Perseu(UdC) i litorali di Masua e Nebida, l’on. Diana (PdL) pretende l’allevamento di cavalli nell’Oristanese, mentre il pasdaran istituzionale degli abusivi d’Ogliastra, l’on. Stochino,sbaraglia tutti: “tre nuovi porticcioli turistici a Tertenia, fra Cardedu e Barisardo, uno adArabatax, più un campo da golf fra Talana eTriei”. Senza alcun limite, in tutti i sensi.

Crisi economica e disoccupazione starebbero per diventare pallido ricordo. Eppure la memoria del recente passato dovrebbe indurre a un minimo di prudenza. Quando la Colony Capital di Tom Barrack acquistò la Costa Smeralda dalla Starwood agli inizi del nuovo millennio, l’allora Giunta regionale dell’on. Mauro Pili (stranamente oggi silenzioso) annunciò mille nuove iniziative imprenditoriali del finanziere libanese-americano, in particolare nelle aree minerarie dell’Iglesiente.Risultato? Dopo aver incassato ilrestyling degli alberghi “storici”, ha rivenduto (aprile 2012) alla Qatar Holding la Costa Smeralda per 600 milioni di euro, con un indubbio guadagno speculativo.

Nessun investitore, per quanto ricchissimo, regala niente e non lo farà nemmeno l’emiro del Qatar. E’ un concetto semplice in tutto il mondo. Lo capiscono tutti, tranne la classe politica dirigente di una Sardegna sempre più Sardistàn, oscura isola del Mediterraneo centrale abbacinata da promessi investimenti stranieri per un miliardo di euro, quando beneficia più o meno dello stesso importo ogni anno – e da parecchi anni – grazie ai fondi comunitari e, in piena autonomia di programmazione e di spendita, non è riuscita a innescare un’equilibrata e diffusa crescita economico-sociale.

Noi ecologisti non ci facciamo abbagliare da perline e cammelli colorati e difenderemo territorio e identità con ogni mezzo disponibile.

25 novembre
IL COMMENTO
di Giorgio Todde

Da oltre mezzo secolo in Sardegna si scrive sempre lo stesso racconto. Mutano i nomi, ma si recitano le stesse parti. Non cambia il malinconico tratto psicologico che ci rende inconfondibili. L’attitudine sarda alla sottomissione non è eradicabile e arriva al punto di produrre leggi che aprono le porte al nostro dominatore di turno. E non c’è psicoanalisi collettiva capace di guarirci.

Questa volta è una creatura da favola che ci ha ammaliato con la promessa fumettistica di un miliardo di dollari da investire a favore di noi sardi. Il filantropo che si è innamorato di noi è l’emiro del Qatar, rappresentante di una monarchia assoluta – potere che ci affascina – e ha deciso di annetterci al suo regno comprando l’Isola, in barba ai suoi abitanti che farfugliano di fierezza e di orgoglio.

Dolorose e umilianti le reazioni di certi sindaci che reclamano qualche goccia di grasso che cola. Un consigliere regionale chiede che dalla pioggia d’oro non sia esclusa la sua Ogliastra. Da molte parti dell’Isola implorano oro. Niente oro, per il momento, ma l’eterno giuramento di migliaia di posti di lavoro per i creduli sardi. Ancora la promessa falsa dei capi locali che non si tratterà di cemento, ma la verità e in mezzo milione di metri cubi, le solite ville, i soliti alberghi. Una delegazione composta dai visir di Arzachena e di Olbia – capitale dell’emirato della Costa Smeralda – spiega che prima di tutto l’emiro creerà i parchi, ma saranno parchi speciali, non come quello del Gennargentu che il consigliere, quello della pioggia di dollari, non voleva. Saranno parchi al cemento ecocompatibile nei luoghi intatti. Gli occupanti dei nuovi alberghi, delle nuove ville, dei nuovi metri cubi consumeranno, assicurano, prodotti sardi. E noi, felici di sentire sempre lo stesso racconto, ci accontentiamo dei piccoli visir.

La vita consegnata ad altri, il destino delegato a qualcuno, purché ricco, ha causato il disastro economico e sociale di oggi, la fine delle fabbriche tenute in vita per decenni benché produrre costasse più di quanto si ricavasse, il fallimento dell’agricoltura, il fallimento dell’edilizia travestita da turismo. E persistiamo sino alla dissoluzione di noi stessi.

La maschera tradizionale locale, per sua invincibile natura, china il capo e crede a tutto. Incapace di intuire il futuro e comprendere il passato. Incapace di interpretare la storia e modificare la propria natura che si appaga solo se è sollevata da responsabilità. Perfino incapace di comprendere il valore della bellezza.

Nelle nostre vicende recenti sono stati determinanti, in negativo, molti sindaci, sempre vicini al potere economico, meglio se esotico, e perfino felici – quanti esempi – di vedere il proprio territorio regredire, imbruttirsi e involgarirsi. Sono certi sindaci che hanno svenduto il paesaggio, che appoggiano l’abuso edilizio, vendono altopiani e montagne per pale eoliche e serre fotovoltaiche, che confondono l’autonomia dei Comuni con il fare quello che si vuole. Perfino il sindaco rappresentante dei Comuni sardi ce l’ha con le regole che gli bloccano lo sviluppo e riassume l’anima della sua categoria.

Le società senza speranza si fanno sedurre dalla ricchezza promessa – ma non ne avremmo neppure le briciole – sino al punto di conformare le proprie leggi al conquistatore di turno. E’ accaduto con la terza proroga all’incostituzionale Piano Casa. Il Presidente della nostra Regione è arrivato al punto di affermare che ci sarà “sincronismo” tra le modifiche al Piano Paesaggistico e il miliardo del Qatar. “Sincronismo” significa che noi siamo talmente in balìa del conquistatore e che adegueremo il Piano Paesaggistico non al nostro Paesaggio, ma al Qatar. Il mondo gira al contrario.

Così sono i sardi orgogliosi e fieri. Ma a breve comprenderanno che il loro orgoglio e la loro fierezza nascondono una realtà troppo infelice per essere detta. E in proporzione alla rovina evocano ossessivamente l’identità. Più la perderanno,più la evocheranno. Diventerà una professione diffusa.

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