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Lodo Meneghetti
“Penso a Novara e ai luoghi amati da Vassalli…”
18 Novembre 2008
Recensioni e segnalazioni
Tesori nascosti, nel territorio e nella memoria. Una recensione per la rivista degli architetti lombardi, AL, n. 8, agosto-settembre 2008

Marco Adriano Perletti, Novara, Sebastiano Vassalli tra città e paesaggio globale, Presentazione di Roberto Cicala, Edizioni Unicopli, Milano, 2008, pp. 142, € 10,00

Penso ai luoghi amati da Vassalli e chiedo a colleghi e amici milanesi se conoscono il lago d’Orta con l’Isola di San Giulio: diciannove su venti non ci sono mai stati. Chiedo se conoscono, di Novara, la grande Basilica di San Gaudenzio, opera del Pellegrini, autore a Milano del tempio civico San Sebastiano e della facciata del Duomo per la parte inferiore: pochi, per non dire nessuno, l’hanno visitata. Della cupola di Alessandro Antonelli, poi, dei suoi 122 metri d’altezza, hanno intravisto di sfuggita la silhouette, affiancata da quella del campanile di Benedetto Alfieri, guidando lungo l’autostrada Milano Torino. Chiedo se condividono la protesta per la distruzione del paesaggio agrario novarese e la sparizione di un largo nastro di storiche risaie da Galliate a Novara a Santhià per causa della ferrovia ad alta capacità Mi-To e del faraonico insensato rifacimento dell’intero complesso autostradale: trovo solo moderata comprensione. Altre domande pongo, temendo il risultato: la città della mia infanzia e della mia giovinezza, il territorio novarese e piemontese, il relativo paesaggio di fiumi, laghi, monti, palazzi, strade e piazze, la loro storia, sembrano non aver meritato attenzione e memoria. Allora: un entusiasta benvenuto all’aureo libretto, come si suol dire, di Marco Adriano Perletti, un vivo ringraziamento a lui, architetto non novarese, che riesce a trasformare tanta parte dell’opera di Sebastiano Vassalli in una delle “città di carta”, trentaquattresima della mirabile collana di Unicopli dedicata alle città d’autore. Utilizzando libri e saggi di contenuto diverso unificato da una stessa tensione conoscitiva e critica, l’autore, immedesimato nell’altro autore, ci guida attraverso i testi: L’oro del mondo – il Ticino, le sue rive, la campagna negata; La chimera – una cupa Novara del Seicento, la penosità contadina perdurata fino alle soglie della contemporaneità; Cuore di pietra – la casa dell’immaginato conte Pignatelli, antonelliana Casa Bossi per i novaresi, costruzione fortuna e decadenza, metafora del “cammino” della nostra società; Il mio Piemonte – città pianura Alpi laghi fiumi, paesaggio da difendere ad ogni costo, e invece…; Terra d’acque – l’acqua vita del riso, il Monte Rosa che vi si specchia (altrettanto i progetti utopici dell’Antonelli?); La morte di Marx, “un’opinione critica nei confronti della società del terzo millennio” (Perletti), verso un mondo che “si trasformerà in un deserto” (Vassalli).

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