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Alberto Vitucci
Patrimonio in svendita, doppio esposto
9 Marzo 2015
Venezia e la Laguna
Venezia. «Patrimonio in svendita, doppio esposto. I comitati scrivono al Comune: "Illegittima la concessione alla Biennale di un'area che la Variante destina a uso collettivo: quello spazio deve restare al Comune". Carte in Procura e alla Corte dei Conti».

Venezia. «Patrimonio in svendita, doppio esposto. I comitati scrivono al Comune: "Illegittima la concessione alla Biennale di un'area che la Variante destina a uso collettivo: quello spazio deve restare al Comune". Carte in Procura e alla Corte dei Conti». La Nuova Venezia, 8 marzo 2015 (m.p.r.)

Il Giardino delle Vergini come le Procuratie Vecchie e il Fontego dei Tedeschi. Le associazioni stoppano il commissario Zappalorto, e invitano a sospendere la delibera che prevede la concessione alla Biennale dell'area del Giardino delle Vergini, all'Arsenale. «Non si può assegnare a privati un'area che i Piani urbanistici prevedono a standard pubblico», scrive nella diffida inviata a Ca' Farsetti il professor Stefano Boato, a nome delle associazioni e dei comitati Arsenale. I comitati hanno preannunciato un esposto alla Procura e alla Corte dei Conti per danno erariale. Perché secondo loro si tratterebbe di un atto "illegittimo". «Quella concessione», hanno scritto nella diffida inviata al Comune qualche giorno fa, «è incompatibile con le prescrizioni della variante urbanistica. Che prevede per quell'area appunto lo "standard pubblico".
Concessione già rilasciata nel 2008 e adesso in procinto di essere rinnovata. «Ma al momento del passaggio della proprietà al Comune», scrivono i comitati, «si doveva verificare lo stato dell'arte e la legittimità di tutte le concessioni. Comprese quelle delle Tese per le attività e la nuova sede del Consorzio Venezia Nuova». Lettera inviata anche al subcommissario Michele Scognamiglio, responsabile del Patrimonio, e alle dirigenti del Comune Marina Dragotto (responsabile del progetto Arsenale) e Alessandra Vettori, a capo del Patrimonio. L'accusa è quella di "svendere" parti sempre più importanti di patrimonio pubblico in cambio di soldi al Comune a corto di fondi per la modifica dello standard.
È successo con il Fontego dei Tedeschi, venduto dalle Poste a Benetton, dove è stato concesso il cambio d'uso da uffici a commerciale in cambio di qualche giorno di usufrutto del cortile e di sei milioni di euro, dicono. È successo ancora qualche giorno fa con la firma del protocollo d'intesa tra Assicurazioni generali e Comune per le Procuratie vecchie di piazza San Marco. Il Comune potrà utilizzare una minima parte (640 metri quadrati) dei 15 mila metri di superficie dello storico edificio. In cambio le Generali potranno restaurare e "valorizzare" il luogo. Qui la cifra sborsata dal privato è di tre milioni, più 440 mila euro di debito cancellato per gli affitti. Infine, le Vergini. Area destinata a uso pubblico. Dal Piano regolatore e adesso anche dalla proprietà, passata di mano dal Demanio al Comune. Che in realtà il Comune vuole affidare alla Biennale. Stesso discorso per molte isole della laguna, che la Cassa depositi e prestiti vuole mettere sul mercato. «Facciamo un appello ai candidati sindaci», concludono, «non svendete il patrimonio pubblico».
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