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Norma Rangeri
Partiti a perdere
7 Giugno 2012
Articoli del 2012
Profondo è il baratro, e senza fine. Il manifesto 7 giugno 2012 L'industria sprofonda nella recessione,

l'Italia arretra scendendo all'ottavo posto tra i paesi industrializzati, su ciascun cittadino il Censis stima un debito di 31 mila euro. Naturalmente la crisi ha ragioni strutturali profonde, europee, globali, ma può contare su un contributo italiano di assoluto rilievo. Nell'arretramento economico registrato dal centro studi di Confindustria, maturato nell'ultimo ventennio e oggi alimentato dal governo tecnico, non è affatto secondario il ruolo cruciale svolto dalla comunicazione, dal potere straordinario della televisione, dalla subalternità della sinistra alla sottocultura liberista e populista del berlusconismo.

Il micidiale triangolo economico, politico, culturale è operante ancora oggi quando un governo di centrodestra è finito e l'uomo che lo incarnava è stato sostituito dal governo dei professori. Lo dimostra la lottizzazione dei membri dell'Agcom (uno al Pd, due al Pdl, uno all'Udc) e di quelli dell'autorità della Privacy (uno al Pd, che avrà anche il presidente, uno alla Lega, uno al Pdl) decisi con un voto parlamentare, di camera e senato. Antipasto che probabilmente annuncia la prossima abbuffata quando i partiti si occuperanno delle nomine per il Cda della Rai.

Per sette anni l'autorità delle comunicazioni (Agcom) deciderà quali regole dovranno governare lo sviluppo di infrastrutture strategiche del paese: banda larga, frequenze, par condicio, televisione, mercato pubblicitario, il diritto d'autore on line. Le funzioni decisive di una democrazia moderna sono ancora affidate ai custodi berlusconiani dell'etere, a un funzionario della camera dei deputati gradito a Casini (offerto dal Pd), a un tecnico indicato dal partito di Bersani. Pennellata finale: Augusta Iannini, magistrato, moglie di Bruno Vespa, entra nell'autorità della privacy, probabilmente per controllare la cronaca al sangue di Porta a Porta. Non fosse vero sembrerebbe una scenetta di quelle che Beppe Grillo recita nelle piazze.

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