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Fabrizio Bottini
Partecipazione & Liberazione
26 Gennaio 2008
Al'Università di Sassari uno stimolante incontro fra studenti, forze sociali e cittadini, a discutere di "mappe" per lo sviluppo e prospettive future

Per chi sotto sotto pensa davvero “ non se ne può più, di questo assemblearismo stile anni ‘70”, nel plumbeo pomeriggio sassarese c’era anche qualche presupposto per rafforzare la propria perversa convinzione: un muro di poliziotti schierati davanti all’edificio dell’Università, la gente che entrava alla spicciolata sotto i portici, i capannelli di chi un po’ in disparte commentava guardandosi attorno, il manifesto con la scritta rossa che convocava l’incontro-dibattito.

Un incontro però ufficialissimo, in cui il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Renato Soru (era lì per lui quel servizio d’ordine, non a caccia di universitari esagitati) interagiva con gli studenti di discipline sociali, nonché tutti gli altri interessati, sull’intrigante tema: “ Mappe della Sardegna – Quali paesaggi per quali abitanti” (vedi in fondo all'articolo il programma completo delle iniziative). Ovvero, anche alla luce delle recenti, anche aspre discussioni sull’assetto del territorio regionale legato allo sviluppo socioeconomico: come conciliare tradizione e modernità, aspettative e cautele?

Gli allergici all’assemblearismo, quelli che di Nanni Moretti amano solo “ no, il dibattito no!” sarebbero poi rimasti sorpresi davanti all’Aula Magna traboccante di persone di tutte le età, posti in piedi esauriti, per fortuna vietato fumare. E all’attento silenzio con cui si è seguito sullo schermo il breve montaggio di immagini e filmati, in cui un gruppo di studenti del corso avanzato di Sociologia Urbana presentava secondo una particolare prospettiva proprio il tema dell’uomo come centro del paesaggio.

E quanta distanza, non solo nel tempo e nella tecnica di ripresa e montaggio, fra l’audiovisivo degli studenti e il breve filmato girato dall’agente locale dei Fratelli Lumière, presentato con un efficace dialogo da Sante Maurizi, e che documentava la visita dei reali Umberto I e Margherita di Savoia a Sassari nel 1899! Fu in quell’occasione che la regina famosa per aver dato il nome alla pizza battezzò a suo modo il territorio sardo con l’aggettivo che ancora oggi ne evoca perversamente alcuni aspetti: “pittoresco”. Ineffabile, Margherita riassumeva così tutta l’idea di vago disordine, tanto gradevole da guardare dall’esterno quanto piuttosto spiacevole da vivere e subire, che da sempre definisce certi atteggiamenti rispetto al territorio: da un lato, l’arcadia degli spazi e delle relazioni sociali immutabili, sempre uguale a sé stessa; dall’altro, un’idea di trasformazione fatalmente legata a insanabili fratture, unica via di uscita dallo stato di cose presente.

Ed è sulla ricerca di una possibile terza via, fra il pittoresco e il taglio netto col passato, che si è aperto in dibattito nell’Aula Magna traboccante. Ancora tale, dopo l’annuncio del forfait di Renato Soru, trattenuto a Cagliari da emergenze politiche nazionali e locali. Chi si aspettava un esodo di massa da una sala sorda e grigia senza l’ospite di richiamo mediatico, ancora una volta è rimasto deluso. L’annuncio ufficiale, lasciato cadere con tono casual durante l’intervento della coordinatrice dell’evento Antonietta Mazzette, ha provocato un “esodo” limitato a una dozzina di curiosi o poco più, che alla spicciolata si sono diretti verso l'uscita, quelli non interessati al dibattito senza Soru, mentre iniziava il vivo della discussione, stimolata e moderata da Giacomo Mameli.

A rafforzare l’impressione secondo cui, certo, la presenza del presidente della Regione a interloquire con studenti e cittadini sarebbe stata un’ottima cosa, ma anche Renato Soru in questo contesto di autentica “sussidiarietà” era solo uno dei soggetti in grado di contribuire alla discussione.

Discussione che si è sviluppata vivacissima a partire sia dagli spunti diretti dei due filmati introduttivi, sia da altri contributi che studenti e cittadini hanno saputo e voluto intrecciare, costruendo via via “mappe” cangianti quanto convergenti di aspettative, contraddizioni, progetti per il futuro del territorio e una sua possibile prospettiva di sviluppo. Andarsene o restare, e a fare cosa? Conservare o trasformare, e in che modi?

E la conclusione potrebbe essere quella di un giudizio più che positivo, su una riuscita occasione di dibattito pubblico di carattere politico e sociale. Ma c’è di più.

Ancora una volta a disorientare i nemici giurati dell’assemblearismo anni ’70, pur se in un’aula senza fumo e con la polizia tornata tranquillamente a casa, quello che si è dispiegato è, né più né meno, un episodio di “università & territorio” declinato secondo i modi possibili nel terzo millennio. Ovvero un’occasione di incontro, partita da un progetto essenzialmente didattico di ricerca sul campo, fra le domande scientifico-esistenziali degli studenti di discipline sociali, e i vari rappresentanti di interessi, gruppi sociali, prospettive culturali che avevano deciso autonomamente di contribuire.

In questo senso, forse, l’assenza di Soru ha pesato soprattutto per la mancanza di un canale mediatico privilegiato, in grado di amplificare e trasferire adeguatamente il valore di spirito e contenuti della serata. Ma le domande che i giovani avevano preparato, da rivolgere al Presidente della Regione Autonoma, per molti versi hanno trovato altre e altrettanto valide risposte, da un certo punto di vista, nei contenuti emersi dagli altri contributi. Uno fra tutti, estremamente significativo, quello di un coltivatore che vorrebbe crescere, fare “sviluppo”, produrre occupazione, ricchezza … ma che non può farlo, impedito dall’unico tipo di “sviluppo” sinora consentito, ovvero quello turistico delle seconde case, dei villaggi ad alto impatto ambientale.

Beh, nella mitologia dell’odiato assemblearismo, c’è un aneddoto piuttosto simile a questo. Un gruppo di studenti sta discutendo in un’aula fumosa di massimi sistemi, quando un tipo mal messo prende la parola: “Voi parlate e parlate. Ma io stasera non so dove andare a dormire”.

Sarebbe bastato ascoltare tutto quanto è venuto, prima e dopo l’intervento dell’agricoltore frustrato, per capire che l’acqua non è passata invano sotto ai ponti. Nell’Università, e anche fuori. Per chi vuole accorgersene, naturalmente.

COMUNICATO STAMPA

Lunedì 14 gennaio 2008 alle ore 16.30 nell’Aula Rossa della Facoltà di Scienze Politiche - Centro Didattico di Viale Mancini 1 -, si terrà un incontro-dibattito intitolato Sguardi sul mare da vicino e da lontano. Saranno messi a confronto esperienze e opinioni dei Sindaci di Mamoiada Graziano Deiana, di Orosei Gino Derosas e di Seulo Dionigi Murgia. Si tratta del secondo incontro che si colloca all’interno dell’attività didattica del corso avanzato di Sociologia Urbana delle classi magistrali in Scienze Politiche e in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo, tenuto dalla Professoressa Antonietta Mazzette, nonché dell’attività didattica della Scuola di Dottorato in Scienze Sociali, indirizzo in Scienze della Governance e dei sistemi complessi. Questo incontro segue quello svolto il 4 Dicembre 2007, sul paesaggio e sull’uso-consumo del territorio sardo - a partire dal libro di Sandro Roggio, C’è di mezzo il mare -, e che ha visto dibattere gli studenti con Giorgio Todde, Costantino Cossu e Sante Maurizi.

Con l’incontro del 14 Gennaio ci si propone un duplice obiettivo: 1. di capire quale debba essere il ruolo delle amministrazioni locali nel governare le trasformazioni del territorio, in relazione alle aspettative delle diverse comunità e al coinvolgimento delle popolazioni interessate a queste trasformazioni; 2.di capire se e come lo sguardo dei sardi sugli ambienti costieri sia condizionato da distanze culturali, oltre che fisiche ed economiche.

Questo ciclo di incontri si concluderà il 21 gennaio 2008 nell’Aula Magna dell’Università di Sassari con il Presidente Renato Soru. Il titolo di questo confronto -moderato da Giacomo Mameli - è Mappe della Sardegna. Quali paesaggi per quali abitanti e allude, tra l’altro, al dibattito in corso sui temi del governo dei territori di pregio della Sardegna. In questa occasione il Presidente Soru dialogherà con gli studenti della Facoltà di Scienze Politiche, a partire da interrogativi sui modi di guardareil territorio, sui processi decisionali e partecipativi, sul consenso e il dissenso su argomenti delicati e altamente controversi quali sono tutti quelli che riguardano l’accesso alle risorse territoriali e paesaggistiche, ai beni comuni di cui dispone l’Isola.

L’incontro tra il Presidente Soru e gli studenti è teso a costituire un confronto diretto, finalizzato ad apprendere e a dialogare sulle speranze progettuali di chi governa e sulle speranze di chi ha iniziato - come è il caso degli studenti - a costruire il proprio progetto di vita.

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