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Giulio Tamburini
Parcheggio sotto il Pincio
5 Aprile 2007
Roma
Un devastante progetto della Giunta Veltroni contro la quale si sono sollevate forti e motivate opposizioni. Una nota per eddyburg del 30 marzo 2007

Il progetto del parcheggio sotto al colle del Pincio solleva diversi motivi di dissenso: basterebbe uno solo di essi per motivare la bocciatura.

Ecco i principali dati: 719 posti auto, 70% in vendita, 20% in affitto, 10% a rotazione d’uso, 7 piani interrati.

Da un punto di vista urbanistico generale occorre tenere presente che ogni investimento – pubblico o privato – in una determinata area urbana comporta un aumento della appetibilità dell’area stessa rispetto alle altre aree urbane. Il centro storico ha, come è noto, la massima appetibilità e non si vede la necessità di accrescerla, visto che gli effetti negativi ( aumento incontrollabile dei valori fondiari, espulsione di abitanti ed attività consone con la struttura urbana antica, condizioni di vita al limite della sopportabilità) sono unanimamente lamentati, senza che sorga la minima preoccupazione di come eliminarli o ridurli.

Il Pincio e la piazza del Popolo costituiscono un esempio di architettura urbana compiuta, unitariae di eccezionale valore: il solo intervento possibile è quello del restauro. E’ ridicolo pensare che l’intervento “sotterraneo” non comporti modificazioni all’esterno, e comunque occorre anche smettere di pensare che sottoterra si può fare tutto quello che si vuole.

Riguardo l’utilità per l’eliminazione della sosta in superficie, l’intervento non risolverà il problema, ma condurrà ad un intensificazione del traffico privato verso il centro storico. Infatti i 500 posti macchina destinati alla vendita saranno acquistati dagli operatori economici che possono fare a meno di portare l’auto in centro (commercianti, professionisti, ecc.) più che dai residenti, visto l’elevato prezzo che verrà fissato: a piazza Cavour un posto macchina ha raggiunto 100.000 euro, e sarebbe interessante sapere chi sono stati gli acquirenti. Inoltre non c’è (o non stato reso noto) un qualsivoglia studio sul traffico nel centro storico, in particolare per quanto riguarda l’origine-destinazione dei flussi privati, che sono in larga misura insopprimibili allo stato attuale delle cose. Infine, anche nella ipotesi, assolutamente irrealistica, che siano i residenti ad occupare i posti macchina come pertinenze della loro abitazione, si risponderebbe al 2-3 % della domanda.di posti macchina dell’intero centro storico.

La decisione assunta è priva di fondatezza giuridica: non vi è piano urbanistico che motivi la scelta, contradditoria rispetto alle finalità indicate dal piano del 1962 e dal piano 2003: quella della salvaguardia del centro storico. I piani possono essere modificati, integrati ecc., ma si deve operare nella stessa ottica dei piani stessi, e, pertanto, è necessario ontrollare gli effetti delle variazioni nel quadro urbano generale. Da questo punto di vista, la città non è venuta a conoscenza di nessuna verifica, e la pretesa pedonalizzazione del tridente è ancora di là da venire, così che, in definitiva, la decisione sembra calata dall’alto, senza nessuna motivazione di carattere o interesse generale, in ossequio forse allo sciagurato connubio che accompagna la tutela con la valorizzazione.

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