Il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, è fermamente intenzionato a realizzare due parcheggi sotterranei... >>>
"I fiorentini sono tornati in centro ma per riportarci la residenza servono i parcheggi, è il concetto che da anni Renzi va ripetendo" (Repubblica, 27 agosto 2013). Non ci si aspetterebbe un'idea così arretrata da un politico che si presenta come innovatore. Autentica innovazione sarebbe se il Sindaco così si rivolgesse ai fiorentini: "cari cittadini, l'Oltrarno, storicamente popolare, diventerà una casa confortevole per i residenti e per gli ospiti; un quartiere dove lo spazio pubblico pedonalizzato accoglierà attività commerciali e produttive di eccellenza: artisti, artigiani, laboratori, negozi; come accade in tante città del nord Europa,- il quartiere sarà progressivamente liberato dal traffico privato, ciò che conviene sia a giovani e forestieri senza automobile, sia a una popolazione anziana che non vuole usare il mezzo privato se non nelle occasioni strettamente necessarie, ma preferisce un efficiente sistema di mezzi elettrici, con risparmio economico e di salute. Sono convinto che si riportino gli abitanti nel centro storico liberandoli dalla schiavitù dell'automobile, non rafforzandone la dipendenza e legando i valori immobiliari al possesso di un posto macchina.
Purtroppo non è così e si persevera nel progetto quanto mai arretrato di incentivare il traffico automobilistico all'interno delle città storiche, mentre, nonostante le pessime esperienze di Firenze Mobilità e Firenze Parcheggi (la realizzazione e gestione dei parcheggi di Fortezza da Basso, Alberti, Beccaria, si sono tradotte in consistenti perdite per il Comune), il Sindaco di Firenze rimane uno sponsor convinto di tutto ciò che gli viene proposto nelle forme del project financing. E l'ultima iniziativa del Comune, l'annuncio di un avviso pubblico affinché le nuove destinazioni del Regolamento Urbanistico siano prospettate dai privati piuttosto che dall'amministrazione, è coerente con questa ideologia. Il risultato è una politica, non solo totalmente sbagliata da un punto di vista funzionale, ma anche iniqua socialmente: in cui la città è considerata come una palestra di iniziative e arricchimenti privati, compensati da qualche beneficio finanziario per l'amministrazione se le cose vanno bene (e finora non è stato così). Follia urbanistica o strategia di 'appeasement' con i privati, In entrambi i casi non si tratta di un buon viatico per colui che si presenta come l'innovatore della politica italiana.