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Paradisi, patacche e criminalità all’italiana
26 Novembre 2008
In giro per l'Italia
Non solo scempi ambientali e spreco di risorse nel progetto Europaradiso: ora emerge anche un grave coinvolgimento della criminalità organizzata e del Ministero dell’ambiente. Una serie di articoli da varie fonti

Aprile online, 25 novembre 2008

di Nuccio Iovene

L'operazione "Perseus" condotta dalla polizia di Crotone contro le cosche della ‘ndrangheta di Papanice (popolosa frazione del capoluogo) che ha portato a 24 fermi per associazione a delinquere di stampo mafioso e per numerose attività illecite (dal traffico d'armi a quello di stupefacenti, dalle estorsioni alle intimidazioni, fino alla "colletta" per assoldare un killer che avrebbe dovuto uccidere il sostituto procuratore Pierpaolo Bruni) ha messo in luce un filone, sempre più frequente in Calabria, relativo ai rapporti con la politica e la pubblica amministrazione.

In particolare dalle indagini emergerebbe l'interesse delle cosche nei confronti del progetto turistico Europaradiso, faraonico complesso proposto anni addietro dal faccendiere israeliano Appel e da realizzarsi alla foce del fiume Neto, nei pressi di Crotone, in una zona protetta, essendo Sito di Interesse Comunitario. Non a caso nelle indagini sono coinvolti sia amministratori locali del centrodestra che governava all'epoca la città sia esponenti del PD che oggi l'amministra, nonché dirigenti e collaboratori del Ministero dell'ambiente di quel periodo.

Un progetto del tutto insostenibile per dimensioni, costi e impatto sociale e ambientale utilizzato come grimaldello per una enorme speculazione immobiliare attorno alla quale costruire, attraverso il classico miraggio dei posti di lavoro, un consenso sociale e tutte le "autorizzazioni" necessarie. A garanzia dell'operazione le cosche coinvolte, tra le più sanguinarie della Calabria, nella faida che alla vigilia di Pasqua di quest'anno ha visto cadere in agguati mafiosi il boss Luca Megna e gravemente ferita la figlia di 5 anni e tre giorni dopo Giuseppe Cavallo della cosca opposta.

Tutto questo mentre non passa giorno in Calabria che non si registrino nuove intimidazioni e minacce nei confronti di amministratori locali o imprenditori o non emergano intrecci e collusioni con esponenti politici dai comuni più piccoli fino al consiglio regionale.

Liberare la Calabria, la regione dell'omicidio Fortugno e degli scandali di questi anni, dal giogo della ‘ndrangheta vuol dire innanzitutto bonificare partiti e istituzioni, con una lotta senza sconti e senza quartiere ai tentativi d' infiltrazione e una pulizia assoluta delle liste di candidati alle elezioni. Il primo banco di prova le provinciali del prossimo anno che riguarderanno proprio Crotone.

Europaradiso, fra cemento e cosche

la Repubblica online, 25 novembre 2008

di Francesca Travierso

CROTONE -Turismo o riciclaggio? L'idea di un megavillaggio da realizzare a nord della città di Crotone viene presentata il 18 febbraio 2005 nella sala consiliare del Comune di Crotone. Si chiamerà Europaradiso. Il sindaco, Pasquale Senatore, presenta alla stampa il gruppo di investitori israeliani che vorrebbero presentare il progetto. Faraonico. 7 miliardi di euro per realizzare alberghi e residence capaci di accogliere oltre 14mila turisti, tutti da realizzare lungo la costa che va da località Gabella fino alla foce del fiume Neto. In una zona incontaminata.

Il gruppo imprenditoriale fa capo a David Appel, attraverso una società finanziaria multinazionale con sede ad Amsterdam. Nel novembre 2004 a Crotone erano già nate due società incaricate di gestire la vicenda, "Europaradiso International S. p. A." ed "Europaradiso Italia s. r. l, cui amministratore unico è Gil Appel, figlio di David.

Fin da subito opinione pubblica e politica si dividono sull'investimento. Qualcuno vede in Europaradiso il definitivo rilancio turistico di una città in ginocchio; altri non si fidano e sollecitano la presentazione di un progetto che, però, tarda ad arrivare. Il Comune di Crotone si schiera apertamente per il "sì", nasce il comitato Europaradiso guidato da Roberto Salerno, si inscenano manifestazioni in piazza e durante le riunioni del Consiglio comunale. La Provincia, dopo alcuni incontri, dice "no": il progetto non esiste, dunque non è valutabile, e l'idea convince poco.

Diversi dubbi li suscita anche David Appel. L'imprenditore israeliano ha più volte avuto grane con la legge del suo paese; nel 2003 è stato accusato di voto di scambio, in una inchiesta che coinvolge anche il direttore del Ministero dell'Ambiente. L'anno dopo è stato indagato nell'"affare dell'isola greca", in cui venne coinvolto anche Ariel Sharon; un'accusa di corruzione nei confronti delle autorità greche perché autorizzassero la costruzione di un complesso turistico nell'isola di Patroclo in cambio di una consulenza per il marketing dell'operazione da tre milioni di dollari.

La Regione all'inizio tentenna, poi prende una posizione: il 5 marzo 2007, il progetto Europaradiso viene definitivamente accantonato perché "nettamente contrastante, assolutamente incoerente con le linee politiche di sviluppo del sistema turistico alberghiero" come spiega l'assessore regionale all'ambiente Nicola Adamo. E poi su quello stesso tratto di costa la Regione chiede l'istituzione di una Zps, zona di protezione speciale che tuteli caratteristiche ambientali uniche, che di fatto impedisce la realizzazione del villaggio.

Intanto il progetto Europaradiso entra nell'inchiesta "Poseidone" della Procura della Repubblica di Catanzaro, e finisce nella relazione della commissione antimafia, che il 20 febbraio del 2008 scrive "La vicenda è emblematica del grumo di interessi che si possono intrecciare tra gli appetiti delle cosche e poco trasparenti operazioni finanziarie internazionali".

E aggiunge: "Interessato all'esecuzione del progetto di Appel sarebbe un noto personaggio del crotonese, in collegamento con ambienti malavitosi locali e fondatamente sospettato di riciclare, in Italia ed all'estero, il denaro sporco per conto di una cosca mafiosa". Il personaggio in questione, secondo le indagini che hanno portato all'operazione odierna, opererebbe per conto del clan Russelli di Papanice.

Politica, cemento e 'ndrangheta: Ecco la cupola di Europaradiso

La Nuova Ecologia online, 25 novembre 2008

Politici, imprenditori e funzionari pubblici indagati per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione e perquisiti nell'inchiesta che ha portato al fermo di 24 affiliati alle cosche di Crotone. In questo contesto sono avvenuti i tentativi di infiltrazione mafiosa nel megaprogetto turistico al momento accantonato

Le mani della ’ndrangheta sul progetto di Europaradiso. È questa l’ipotesi degli investigatori che questa mattina hanno effettuato una serie di perquisizioni a Crotone e in altre città fuori dalla Calabria. Un’operazione che ha coinvolto anche politici, imprenditori e funzionari pubblici indagati nell'inchiesta che ha portato al fermo di 24 affiliati alle cosche di Crotone. Dalle indagini sono emerse pesanti interferenze delle cosche nella vita politica e amministrativa di Crotone, peraltro già denunciate da un'ex parlamentare. Le cosche sostenevano gli amministratori locali al momento del voto ricavandone vantaggi per i loro affari. In questo contesto sono avvenuti i tentativi di infiltrazione mafiosa nel progetto turistico Europaradiso, al momento accantonato.

IPOTESI DI CORRUZIONE. Nei confronti dei politici, imprenditori e funzionari pubblici indagati, che sarebbero intervenuti per influenzare l'iter burocratico di approvazione del progetto Europaradiso, vengono ipotizzati vari reati, tra cui la corruzione, per avere promesso, elargito e ricevuto somme di danaro per condizionare, ai vari livelli amministrativi, la realizzazione della struttura turistica. Oltre ai fermi gli agenti della Polizia di Stato hanno perquisito le abitazioni dell'ex direttore generale del Comune di Crotone, Francesco Antonio Sulla; del capogruppo del Pd in consiglio comunale Giuseppe Mercurio; dell'architetto del comune Gaetano Stabile; dell'agente immobiliare, Romano Rocco Enrizo; dell'ex vice sindaco, Armando Riganello (An); del presidente della Camera di commercio, Fortunato Roberto Salerno; del capo di gabinetto del Ministero dell'Ambiente, Emilio Brogi; del direttore generale del Ministero dell'Ambiente, Aldo Cosentino; e di un funzionario dell'Unione Europea, Riccardo Menghi. Le ipotesi di accusa sono a vario titolo di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione aggravata dalla modalità mafiosa. Nel maggio scorso a Francesco Sulla era stata già notificata una informazione di garanzia e successivamente l'ex direttore generale del Comune era stato sentito dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni.



IL COLLABORATORE DI MATTEOLI. Uno degli indagati Emilio Brogi, è attualmente capo della segreteria del Ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. Il presunto coinvolgimento di Brogi nell'inchiesta è riferito a quando nel 2005 era nella segreteria tecnica sempre di Matteoli, allora ministro dell'Ambiente. A Brogi è stata perquisita l'abitazione in provincia di Livorno ed altre strutture di sua pertinenza. L'accusa sostiene che Brogi ed il direttore generale dello stesso Ministero, Aldo Cosentino, avrebbero trasmesso volutamente all'Unione Europea una documentazione parziale circa i vincoli a cui era sottoposta l'area sulla quale doveva sorgere la mega struttura turistica Europaradiso. Ma Emilio Brogi respinge le accuse con decisione. "Sono del tutto estraneo ai fatti che mi vengono contestati – replica – Ho fiducia nella magistratura e nelle forze dell'ordine con cui collaborerò attivamente per dimostrare la mia piena estraneità. Desidero precisare che non sono mai stato capo di gabinetto del ministero dell'Ambiente, all'epoca dei fatti oggetto di indagine ero capo della segreteria del ministro".

PRESSIONI SUI VINCOLI.Indaini e perquisizioni anche nei confronti di Salvatore Aracri e Antonio Francesco Russelli. Secondo gli investigatori le cosche di Crotone si sarebbero interessate a fare in modo che l'area dove doveva sorgere la struttura di Europaradiso non fosse sottoposta ai vincoli previsti dalle zone a protezione speciale (Zps).

Gli inquirenti ritengono inoltre che, attraverso i funzionari del ministero dell'Ambiente, sarebbe stata inviata all'Unione Europea una documentazione parziale per quanto riguarda i vincoli a cui era sottoposta l'area dove si intendeva realizzare la mega struttura turistica. Dalle indagini emergerebbe che tutte le cosche del crotonese, anche quelle storicamente in contrasto tra loro, erano fortemente interessate all'opera.

LE DENUCE DELL’EX PARLAMENTARE. Le interferenze e le infiltrazioni erano state denunciate in passato dall'ex parlamentare dei Ds, Marilina Intrieri, la quale in diverse occasioni aveva evidenziato rapporti privilegiati di alcune cosche con amministratori locali eletti con l'appoggio della criminalità organizzata.

La Intrieri aveva denunciato anche i tentativi di infiltrazione mafiosa nella realizzazione della mega struttura turistica Europaradiso. Un fermo decisivo alla realizzazione della struttura fu dato dalla Giunta Regionale in carica che bocciò il progetto, dopo una riunione e una relazione dell' allora vicepresidente dell'esecutivo, Nicola Adamo, attuale capogruppo alla Regione del partito Democratico. In una delle denunce fatte nel marzo scorso, l'ex parlamentare affermò che c'era "il tentativo costante della 'ndrangheta crotonese di farsi istituzione candidando i propri familiari nelle liste elettorali e inserendoli nel governo degli enti locali''.

IL PASSAGGIO DEI SOLDI. “Su Europaradiso abbiamo la prova del passaggio dei soldi”. Lo ha detto il procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia, Emilio Le Donne, nel corso della conferenza stampa sui fermi degli esponenti delle cosche di Crotone. "La vicenda di Europaradiso - ha aggiunto - rappresenta una fetta di questa operazione ed evidenzia il sistema corruttivo nelle pubbliche amministrazioni fino a permeare alti funzionari di ministeri". "Dalle intercettazioni - ha proseguito Le Donne - emerge la consegna di denaro e nella fattispecie una somma di quindicimila euro ed una di quattromila. Bisogna insistere su questa strada in modo da eliminare le infedeltà che ci stanno nella pubblica amministrazione". Il Procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ha evidenziato che "dalle intercettazioni e dalle indagini emerge come le cosche hanno tentato di mettere le mani sulla grande opera di Europaradiso".

'Ndrangheta, 24 arresti a Crotone- Indagati politici per corruzione

Il Corriere della Sera online, 25 novembre 2008

Operazione della polizia contro le cosche di Papanice: al centro dell'inchiesta il progetto "Europaradiso"

CROTONE - Tre anni di indagini, derivanti da un precedente filone d'inchiesta, sequestri di decine di armi e migliaia di munizioni, 200 uomini sul campo per un blitz scattato alle prime luci dell'alba in Calabria ed in Lombardia, 20 persone finite in manette sulle 24 destinatarie di un provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro. Sono i numeri dell'operazione «Perseus», condotta dalla Polizia di Stato e mirata a scompaginare le cosche operanti nel Crotonese. Più precisamente i «Papaniciari», il cartello criminale emergente che stava per prendere letteralmente in mano Crotone e la sua provincia, e la cui ascesa è stata per il momento bloccata dall'esecuzione dei provvedimenti di indiziato di delitto, emessi proprio in virtù dell'urgenza di interrompere condotte criminali in atto particolarmente pervasive.

PERQUISIZIONI - Oltre ai fermi gli agenti della Polizia di stato hanno perquisito le abitazioni dell'ex direttore generale del Comune di Crotone, Francesco Antonio Sulla; del capogruppo del Pd in consiglio comunale, Giuseppe Mercurio; dell'architetto del comune, Gaetano Stabile; dell'agente immobiliare, Romano Rocco Enrizo; dell'ex vice sindaco, Armando Riganello (An); del presidente della Camera di commercio, Fortunato Roberto Salerno; del capo di gabinetto del Ministero dell'Ambiente, Emilio Brogi; del direttore generale del Ministero dell'Ambiente, Aldo Cosentino; e di un funzionario dell'Unione Europea, Riccardo Menghi.

ASSALTO A CROTONE - I Papaniciari, nel momento in cui hanno preso a guadagnare terreno sugli storici gruppi criminali della zona, ritenuti dagli investigatori ormai in fase «calante», hanno compreso che il momento era propizio per «alzare il tiro» ed entrare nelle strutture amministrative del territorio, e nelle istituzioni anche a livello superiore, fiutando per primi, tanto per fare un esempio, il grande affare di «Europaradiso». Il mega villaggio turistico da 7 milioni di euro che doveva sorgere nella zona, e più precisamente l'ipotizzata pesante ingerenza nella fase della sua progettazione finalizzata ad ottenere più soldi possibile dall'Unione europea anche dove ciò non fosse possibile, rappresenta solo uno dei filoni dell'inchiesta, in cui gli inquirenti si sono imbattuti, ed in cui è emerso l'interesse indiscusso di tutte le famiglie del gruppo. «Il Comune di Crotone, è stato letteralmente preso d'assalto» ha riassunto efficacemente Emilio Ledonne, procuratore nazionale antimafia aggiunto, presente alla conferenza stampa che si è tenuta in Procura a Catanzaro, cui hanno partecipato anche il procuratore della Repubblica del capoluogo di regione Vincenzo Lombardo, l'aggiunto Salvatore Murone, il procuratore di Crotone Raffaele Mazzotta, i questori di Catanzaro e Crotone, il capo della Squadra mobile della città pitagorica Angelo Morabito, il capo della sezione criminalità organizzata della Mobile del capoluogo calabrese Saverio Mercurio. «Il dato giudiziario più rilevante dell'inchiesta - ha aggiunto Ledonne - è proprio quello che conferma l'esistenza di una «borghesia» mafiosa, quella zona grigia che consente alla criminalità di infiltrarsi nell'amministrazione tentando di alterarne gli equilibri, e che oggi ci viene indicata dagli elementi relativi e gravi episodi di corruzione di esponenti delle istituzioni, e di interferenza anche nello svolgimento delle ultime elezioni comunali del 2006».

LE DUE COSCHE - A tanto sarebbe giunto il cartello dei Papaniciari, decapitato da un'indagine definita «storica» dagli investigatori, «perché per la prima volta sono state coinvolte e colpite in concreto e globalmente le due espressioni della cosca in guerra tra loro per il controllo delle attività criminali sul territorio. Da una parte il gruppo facente capo a Mico Megna, boss subentrato a Luca Megna ucciso lo scorso 22 marzo; dall'altra quello capeggiato da Leo Russelli, finito in carcere lo scorso luglio, ed ora retto dal fratello del boss, Francesco Russelli». Se infatti nel precedente filone d'indagine sfociato nell'operazione «Eracles» ci si era preoccupati di individuare i vertici del cartello, con il naturale prosieguo delle investigazioni, sfociato in «Perseus», «si è fatta terra bruciata attorno ai capi - ha rimarcato Ledonne -, colpendo affiliati e uomini di fiducia». Quasi tutti soggetti incensurati, ha chiarito Morabito, oggi indagati, oltre che per associazione mafiosa, per reati fine che vanno dalla detenzione di arsenali di armi da fuoco, alle estorsioni e danneggiamenti contro imprenditori locali, al traffico di eroina, cocaina, hashish e marijuana. Soggetti identificati grazie ad un paziente lavoro di intelligence ampiamente elogiato oggi dai magistrati, che ha visto operare in stretta sinergia le Squadre mobili di Catanzaro e Crotone, con il supporto del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, sotto la guida di Sandro Dolce, sostituto procuratore antimafia di Catanzaro, e Pierpaolo Bruni, sostituto in servizio a Crotone e da tempo applicato alla Dda, con la collaborazione della Procura nazionale antimafia. Una cooperazione essenziale, questa, per conseguire risultati significativi specialmente «su un territorio in grave difficoltà - ha detto Mazzotta -, dove c'è una fortissima richiesta di legalità. In questo senso abbiamo dato un segnale importante della presenza dello Stato e della nostra efficienza - ha aggiunto -, nonostante si debba fare i conti con carenze di organico e di mezzi».

Nota: di seguito scaricabile il pdf di un altro articolo sul tema proposto dal Corsera il 26 novembre, eddyburg.it segue da tempo il caso Europaradiso, a partire dalla descrizione del progetto di Carlo Lania dal manifesto. Per gli altri basta fare un ricerca a parola chiave "europaradiso" nel motore interno (f.b.)

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