tto del nuovo aeroporto... (segue)
Sono passatipiù di sei mesi da quando la Commissione tecnica Via ha “approvato” (levirgolette sono d’obbligo) il progetto del nuovo aeroporto di Firenze con 142 prescrizionicui i proponenti Enac e Toscana Aeroporti dovrebbero ottemperare. Da alloratutto tace ufficialmente e il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti - giàeletto alla Camera nel 2006 a sostegno di Berlusconi, già impegnato nellacampagna contro il referendum sull’acqua pubblica - non ha ancora firmato ilgiudizio di compatibilità per concludere l’iter procedurale. Il progetto dell’aeroportodi Firenze non ha, perciò, ancora superato la primissima fase; né si può certodare colpa agli apparati tecnici (leggi “burocratici” per il compiacentegiornalismo locale) di un ritardo inspiegabile, o meglio, spiegabile solo nelvischioso mondo che unisce politica, lobby e interessi privati.
Vediamo comesono andate le cose. Enac, ente preposto al controllo dei progettiaeroportuali, ma in questo caso co-proponente, non contento delle 142osservazioni che di fatto rendono inattuabile il progetto chiede allaCommissione Via di modificare alcune prescrizioni: non vuole, tra l’altro, unOsservatorio ambientale indipendente che monitori la realizzazione delprogetto, non vuole lo spostamento del lago di Peretola per il rischio di bird-strike, non vuole che un “organismoterzo” sia incaricato della valutazione del rischio aeroportuale,autoproponendosi a ciò, come controllore di se stesso. Analoghe pressionivengono fatte sul Ministro dell’Ambiente che, a sua volta, le rimanda allaCommissione Via che, tuttavia, si rifiuta di modificare il proprio parere;tanto più in una situazione politica incerta, in cui il grande sponsor di ToscanaAeroporti presieduta dall’amico Marco Carrai, vede alquanto appannato il suosmalto di vincitore.
A tutt’oggi,né Regione Toscana, né Comuni, né cittadini sono informati del contenuto delleprescrizioni nel parere Via, peraltro in parte trapelate nella stampa. Silenzioche i Sindaci dei Comuni della Piana hanno cercato di rompere con una lettera disollecito al Ministro Galletti, trovando la resistenza del Sindaco di Firenze,Dario Nardella, a quanto pare non interessato ai rischi cui incorreranno i suoiamministrati.
“Ci risultache Enac abbia presentato una nuova istanza per chiedere la modifica del quadroprescrittivo che accompagna il parere Via. Sarebbe una procedura apodittica eillegittima perché per ottenere un nuovo parere il proponente dovrebbe ritiraree ripresentare il progetto e non certo chiedere alla commissione di modificarequanto già stabilito. Per questo vogliamo copia dell'istanza avanzata da Enacsottolineando che il ministero dell'Ambiente non ha mai fornito all'opinionepubblica alcuna delucidazione sulla rilevanza dei nuovi atti e dei nuovidocumenti presentati da Enac. Si richiedono tali atti ai fini della riaperturadei termini per la presentazione delle osservazioni e per garantire la pienapartecipazione del pubblico al procedimento" (intervista pubblicata il 9giugno sul giornale on-line notiziedaprato.it)
Queste le affermazionidi Gianfranco Ciulli, portavoce dei Comitati della Piana contrari al progetto; ineccepibilidal punto di vista dell’osservanza delle leggi, sono, nella fattispecie, tenutein non cale, non solo dai privatidirettamente interessati, ma anche da coloro che istituzionalmente dovrebberoessere garanti del loro rispetto. In un paese normale, dove vige una democraziaeffettiva, queste affermazioni avrebbero provocato un acceso dibattito politicoe meritato i titoli di testa dei giornali. Nell’Italia, sospesa tra legge elettorale,la cui approvazione dovrebbe essere seguita da nuova elezioni per dare il benservito al governo clone di Gentiloni e ipotesi di nuove alleanze salvifiche traPD e Forza Italia contro la minaccia dei lanzichenecchi grillini, anche ledenunce più documentate non rompono il muro di gomma che i politici oppongonoai cittadini. In attesa che qualcuno annunci trionfalmente che il bird-strike non costituisce un pericolo,che i piani di rischio del proponente saranno controllati dal proponente, chel’Osservatorio, cui Enrico Rossi si è autocandidato come presidente-garante,non si farà. Ciò che, dati i precedenti, della Tav nel Mugelloe di casi analoghi, potrebbe non essere un gran male.