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Guglielmo Ragozzino
ORO BLU Cancùn, i comitati e il manifesto
4 Dicembre 2010
Clima e risorse
Dalle manifestazioni di oggi in Italia all’incontro (inutilmente) globale di Cancun. Chi governa non si rende conto della realtà, il saccheggio prosegue e la speranza resta affidata alle piazze (e all’informazione libera). Il manifesto, 4 dicembre 2010

Oggi torna in piazza il movimento per l'acqua, bene comune. Vi sono iniziative in ogni regione, ciascuna convocata da un particolare comitato che le lotte hanno fatto emergere. Ogni comitato è cresciuto con un problema specifico da risolvere - una fonte inaridita o sottratta, un imbroglio, un sopruso - e per questo è sostenuto da un consenso esplicito e di massa; ma, in Italia, una rete unisce le diverse esperienze - l'unione che fa la forza - dall'esigenza di resistere all'attacco delle multinazionali e dei poteri forti, decisi a loro volta a impadronirsi dell'oro blu, in vista del formidabile affare in arrivo: la scarsità idrica nei prossimi anni e decenni. Come primo atto, il movimento chiede oggi di sospendere ogni decisione che possa provocare un ulteriore slittamento verso la privatizzazione, sulla scorta del «decreto Ronchi», finché almeno la volontà della popolazione non si sia potuta esprimere nei referendum.

Non si tratta solo di una lezione di democrazia applicata alla vita di tutti, tutti i giorni; vi è anche un suggerimento, quello di guardare oltre, verso la Terra che ci circonda e ci sostiene. Il movimento dell'acqua, pratico e legato ai fatti, è profondamente ambientalista, anzi è il maggior contributo italiano alla sopravvivenza del pianeta, l'unico che ci caratterizzi. La corsa mondiale alla privatizzazione dell'acqua può subire proprio qui, proprio da noi, una sconfitta decisiva. Dal movimento italiano può nascere un blocco per tutte le multinazionali del globo.

In questi giorni è in corso il vertice di Cancun, in Messico; anzi, senza che nessuno se ne sia accorto, esso è già arrivato a metà del suo percorso. Doveva servire a rimediare ai guasti e agli stupidi egoismi di Copenhagen, proprio un anno fa, ma se mai ha peggiorato la deludente situazione di allora.

Un anno inutile è passato, rendendo ancora più acuto il pessimismo di chi rifletta sul futuro, sulla Terra che lasceremo ai nostri incolpevoli nipoti. C'è dunque chi pensa che sarebbe opportuno lasciar perdere questa strategia dei vertici mondiali onnicomprensivi che si susseguono, con formidabili sprechi in viaggi e riunioni preparatorie, senza mai raggiungere risultati di sorta, ma alimentando sospetti e sfiducia, dimostrando anzi, ancora una volta, che non c'è via di uscita: non nella discussione, non nella inutile democrazia. Ma la discussione, nella democrazia, è l'unica forza che abbiamo.

Se non c'è tra le delegazioni, nell'ansia del vertice, la convinzione di essere sul crinale della storia umana. Se manca la preoccupazione di avere un compito decisivo nel offrire, o non offrire, alle generazioni, una forma accettabile di sopravvivenza, con politiche anche aspre, ma intelligenti, dedicate a questo obiettivo, rispettose dell'altro e dell'equità: Se molti sono convinti che è in corso una gara nella quale i forti e i furbi sopravvivono e degli altri si perde anche la traccia; proprio allora il nostro compito è quello di insistere, di spiegare, di offrire le buone ragioni; a Cancun e qui.

Ma visto che si evita questo livello di discussione, meglio trattare di un problema soltanto e cercare di portarlo a soluzione. Per esempio l'acqua.

Noi del manifesto non ci metteremo sulla sponda del fiume, per vedere gli effetti dell'inondazione o viceversa della siccità, per dare voti e criticare e commentare, all'asciutto - e all'ombra. Siamo dalla parte di chi si dà da fare, siamo una parte del movimento e vogliamo contribuire alla sua tenuta con quello che abbiamo e sappiamo. Una certa capacità di scrivere, un bel po' di persone amiche, di compagni che ci danno fiducia e ci aiutano: che scrivono per noi e per voi. Così è stato possibile dare vita al nostro quarto fascicolo speciale, «Gasati», dedicato ad Ambiente Energia e Mobilità che sarà in edicola martedì 7 dicembre, insieme al quotidiano abituale, per un modico prezzo.

Non si tratta di un contributo risolutivo, vista la pochezza delle nostre forze e l'enormità del problema davanti a noi. Speriamo però di contribuire a una discussione aperta, di muoverci nella direzione giusta, di offrire un orientamento. Difendiamo tutti insieme la nostra Terra (e il nostro giornale).

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