loader
menu
© 2024 Eddyburg
Claudia Fusani
Ogni maledetto lunedì in aula. Il giudizio si trasforma in show
6 Marzo 2011
Articoli del 2011
Trasformare ogni cosa in spettacolo per vincere, perché tra i guitti è il più bravo. Ricordate il film Videocracy? L’Unità, 6 marzo 2011

Lo slogan è già confezionato: «Scenderà in campo per difendersi il lunedì di ogni settimana». E il «campo», nello specifico, sono le aule di giustizia dove fronteggiare le acerrime nemiche toghe ovviamente «comuniste ».

Dopo vari tentennamenti, la strategia della resistenza giudiziaria del premier sembra essere decisa: per la prima volta nella sua lunga carriera di imputato (17 processi, 4 ancora aperti, in aula una volta sola nel 2003, caso Sme), Silvio Berlusconi farà il suo dovere di cittadino. La decisione arriva, non a caso, in occasione del processo più «spettacolare», quello per Ruby e le feste di Arcore che si terrà nel pieno della campagna per le amministrative (si rinnova il sindaco anche a Milano), e mentre il suo gradimento è al minimo storico.

Ancora una volta il Cavaliere cercherà di trasformare l’angolo del ring in cui è costretto in una ribalta. Ma soprattutto, se il Tribunale accetterà la richiesta della difesa di un’udienza al mese per ciascuna inchiesta, il processo Mills è in pratica già prescritto, quello Mediaset/1 quasi.

L’onorevole avvocato Niccolò Ghedini conferma la strategia – ne aveva già parlato in settimana - ieri mattina davanti all’aula del gip di Milano che ha appena rinviato l’udienza preliminare Mediaset/2 per un doppio difetto di notifica. «Non esiste un precedente di persona imputata in quattro procedimenti contemporaneamente - spiega Ghedini - dunque quello che abbiamo proposto al presidente del Tribunale Livia Pomodoro, visto che Berlusconi vuole essere presente, è di dedicare il lunedì ai processi, magari anche con un doppio turno, la mattina un’udienza preliminare e il pomeriggio uno dei dibattimenti. Questo è il massimo dello sforzo: non credo si possa chiedere di più a un capo di governo.E d’altra parte la Corte Costituzionale, che ha mantenuto in vita l’impianto del legittimo impedimento, dice chiaramente che le esigenze dell’imputato con incarichi di governo devono essere prese nella massima considerazione».

Le parole di Ghedini dicono molto, sottintendono di più, dimenticano altrettanto. Tra le dimenticanze, una su tutte: se il premier è imputato in quattro processi contemporaneamente è perché ha esaurito le scappatoie per rinviarli e non può fare altro che affrontarli. Ma sono i sottintesi a pesare di più. Dal punto di vista politico la scelta di essere in aula - “sempre, anche quando parleranno i testimoni” precisa Ghedini - è mossa da giocatore d’azzardo che tenta il tutto per tutto contro il nemico-giustizia e gli assicura una ribalta mediatica eccezionale. Cosa potrà dire o fare il premier-imputato quando Nicole Minetti o Ruby Rubacuori (teste della difesa) dovranno spiegare i bunga bunga ad Arcore? O quando Barbara Faggioli o Iris Berardi racconteranno delle intercettazioni in cui dicono che “fare sesso col Cavaliere è stressante”? I media sono già in fila per lo show. E lui, che è uomo di spettacolo, si frega le mani. Fuori da Palazzo di Giustizia il Pdl ha montato un gazebo con lo striscione “Fuori la politica delle aule di giustizia”. L’udienza è pubblica, nulla dovrebbe ostare alla presenza di taccuini e telecamere. Ma il presidente del Tribunale Giulia Turri potrebbe anche decidere diversamente.

Quello che Ghedini non dice ha peso soprattutto sul piano processuale. La presenza in aula è indispensabile perché la contumacia potrebbe negare le attenuanti generiche di cui beneficiano gli incensurati. E Berlusconi lo è. Poi, al passo di un’udienza al mese, è garantita la prescrizione di almeno due dei quattro processi: Mills “muore” tra gennaio e febbraio 2012 e si prescriverà senza una sentenza perché 7-8 udienze (nel 2011 restano 33 lunedì al netto di ferie e feste, divisi per quattro processi sono appunto 7-8 udienze per ciascuno) non sono sufficienti.

La fine è prossima anche per Mediaset/1 che deve ancora sbrigare un paio di complesse rogatorie. I tempi del processo Ruby dovrebbero essere brevi e la procura ha già ribadito la corsia “preferenziale” in quanto rito immediato ma le eccezioni della difesa li potrebbero forzare. Vedremo cosa deciderà il Tribunale. Ma se non dovesse accettare quello che Ghedini definisce “il massimo sforzo”, restano pur sempre il Parlamento e qualche leggina. Intanto da giovedì comincia l’iter di legge sulla separazione delle carriere tra giudici e pm e sulla modifica del Csm. Una riforma, per il premier, “epocale” .

ARTICOLI CORRELATI
4 Ottobre 2015
30 Dicembre 2011

© 2024 Eddyburg