Il manifesto, 7 giugno 2015
Di norma, la ricca e placida Baviera non è teatro abituale di proteste e imponenti manifestazioni. Salvo eccezioni: come quelle, molto positive, di questi giorni. Il motivo? Il vertice del G7 che comincia oggi allo Schloss Elmau, lussuoso hotel nei pressi della località sciistica di Garmisch, al confine con l’Austria: una location esclusiva nella quale la presidente di turno Angela Merkel e i suoi ospiti discuteranno fino a domani dei temi caldi della politica internazionale. In agenda: il Ttip (trattato di «libero scambio» Usa-Ue), il cambiamento climatico (in vista della conferenza di Parigi a fine anno) e le crisi politico-economiche in giro per il pianeta, dall’Ucraina al Medio oriente. Il convitato di pietra è il presidente russo Vladimir Putin, cacciato dall’esclusivo club in seguito all’annessione della Crimea.
L’arrivo in Germania dei «grandi della terra» è stato preparato da un’efficace campagna di mobilitazione che ha visto impegnate molte organizzazioni che si battono «per un altro mondo possibile»: associazioni ambientaliste, Attac, ong come Oxfam, i partiti di opposizione Verdi e Linke, ma anche i giovani della Spd, in contrasto con la linea del leader del partito, il vicecancelliere Sigmar Gabriel. Una rete plurale che ha trovato l’unità d’azione attorno a tre punti-chiave: «fermare il Ttip, salvare il clima, combattere la povertà».
Oltre ogni aspettativa l’esito del corteo sfilato per le vie di Monaco giovedì scorso: 40 mila persone di fronte alle quali la cancelliera Merkel si è sentita in dovere di dire che le manifestazioni sono «un segno di vitalità della democrazia». Chissà se la leader democristiana e il suo vice socialdemocratico avranno riflettuto anche sulla «vitalità» dell’opposizione al Ttip proprio nel loro Paese.
La protesta anti-G7 è proseguita ieri (Garmish, nella foto Lapresse), sdoppiandosi. Un appuntamento era direttamente nei pressi del vertice con un’iniziativa sul modello blockupy (l’assedio alla sede Bce a Francoforte), sostenuta da un arco di forze ancora più ampio di quello di giovedì, comprendente anche gli Autonomen dei centri sociali occupati: a sfilare per le strade di Garmisch si sono ritrovati in quasi 10mila (3500 per le forze dell’ordine).
Qualche momento di tensione con la polizia, massicciamente presente, che ha attaccato il corteo con lo spray urticante: per gli organizzatori si è trattato di «un’aggressione senza giustificazioni». L’altro meeting di nuovo a Monaco, nella Königsplatz, per un concerto organizzato da Save the Children e altre organizzazioni non governative.