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Non si farà il referendum contro il Piano paesaggistico della Sardegna
30 Gennaio 2008
Sardegna
Una nota dalla newsletter dell’assessore al territorio della Giunta Soru, Gian Valerio Sanna, del 30 gennaio 2008

È oramai accantonata definitivamente la possibilità di indire il referendum sul Piano paesaggistico regionale almeno fino al 2010. Anche l'ultimo ostacolo del tribunale è stato superato dalla Regione. Alla domanda di un giornalista che chiedeva ulteriori alternative l'assessore dell'Urbanistica Sanna ha risposto ironicamente sotendendo che al deputato Pili e ai suoi compagni referendari, non resta altra strada se non quella del tribunale internazionale per i diritti dell'uomo.

Il tribunale civile di Cagliari ha quindi rigettato il reclamo contro la decisione del giudice che aveva negato la possibilita' di fissare in via urgente il referendum abrogativo del Piano paesaggistico regionale, come chiesto la scorsa settimana dal comitato dei referendari.

L'istanza del Comitato referendario era finalizzato ad imporre all'Ufficio regionale del referendum di contare le firme raccolte dal deputato di Forza Italia Mauro Pili, per poi trasmettere gli atti al presidente della Regione in modo che potesse indire la consultazione entro il 30 gennaio.

Secondo il Collegio, presidente Giangiacomo Pisotti, il Ppr è materia non omogenea, e di conseguenza non si può sottoporre ad un unico quesito referendario. Il Tar Sardegna invece aveva accolto il ricorso del Comitato guidato da Pili presentato contro l'ufficio regionale per il referendum, che il 15 marzo 2007, aveva dichiarato illegittima la consultazione. Successivamente, su ricorso della Regione, il Consiglio di Stato aveva sospeso la sentenza del TAR. I referendari si erano appellati al giudice ordinario contro le decisioni della giustizia amministrativa.

Polemiche, come sempre, sono state le dichiarazioni espresse dal deputato Pili che ha sottolineato come la sentenza sia di fatto l'esatto contrario di quanto deciso dal Tar Sardegna. Per Pili questa giustizia lascia davvero perplessi.

L'assessore regionale dell'urbanistica Gian Valerio Sanna nel corso di una conferenza stampa ha commentato la sentenza del tribunale: "le valutazioni del Tribunale civile di Cagliari sono andate decisamente al di là delle nostre aspettative" - ha spiegato Gian Valerio Sanna - si è conclusa una parte del lungo iter relativo al contenzioso sul referendum. Leggendo l'ordinanza, ci sono alcune cose da dire. Innanzi tutto, è stato precisato che l'Ufficio del referendum è da considerarsi in parità nei confronti dei promotori. Il Tribunale ha detto che dobbiamo consentire all'elettore di esprimersi su un argomento che riguarda l'interesse pubblico, e non l'interesse per fini politici e di parte. Per ottenere questo, il referendum deve avere il suo oggetto specifico. A detta dei magistrati, il referendum così definito toglieva la libertà di scelta agli elettori. Dunque, è stata impedita la volontà di condizionare gli elettori. Altro che imbavagliarli - come viene sostenuto dai promotori del referendum. L'argomento - ha aggiunto l'assessore Sanna - è talmente eterogeneo e complesso che si sviluppa in 114 articoli suddivisi in tre sezioni. Perciò sarebbe difficile pronunciarsi in merito. L'ordinanza dice testualmente che ‘il quesito proposto dai referendari non è chiaro' e che le varie disposizioni del Piano paesaggistico non sono sostanzialmente omogenee. D'altronde, la cancellazione totale di questo provvedimento metterebbe la Regione in condizione di vaghezza".

Ora il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi in merito al ricorso della Regione sulla sospensiva del Piano.

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