Archeologi, architetti e storici dell’arte da oggi non possono più utilizzare l’auto propria per seguire scavi e cantieri sparsi nel territorio. Il soprintendente di Roma Giuseppe Proietti li ha avverti: «Stop a rimborsi e alla copertura di responsabilità civile». Impossibile perfino chiamare i cellulari. E per la tutela ora è notte fonda.
La circolare del 28 luglio del soprintendente archeologo di Roma è la stessa che hanno dovuto diramare i suoi colleghi dei Beni artistici e degli Architettonici. La manovra finanziaria del governo li obbliga a fermare i sopralluoghi. «Il patrimonio così è messo nelle mani di speculazioni, scavi clandestini, tombaroli: viene impedita la tutela così come la prescrive la Costituzione» afferma il segretario della Uil Beni culturali Gianfranco Cerasoli.
«Anche volendo, non possiamo prendere la nostra auto perché non c’è più la copertura assicurativa. E come potremo più raggiungere Villa dei Quintili o i mausolei vicini a via di Fioranello?» si chiede Rita Paris, responsabile per lo Stato dell’Appia Antica. «Ora ci aspettiamo che il ministro Bondi permetta alle soprintendenze di tornare a funzionare», spiega l’archeologa che è anche direttrice di palazzo Massimo. «Grazie all’impegno di tutti, alle mostre e alla pubblicità - racconta - in un anno abbiamo aumentato del 60% gli ingressi al museo. Ma come potremo andare avanti se ci è impedito di fare gli straordinari, anche non pagati?».
Stefano Musco copre con una segretaria e due assistenti un territorio di 15.700 etteri tra V, VII e VIII Municipio. «In quest´area vivono 431.500 persone: più alta è la densità abitativa più forti le trasformazioni» spiega l’archeologo. Come seguirle se la soprintendenza non ha auto di servizio? «Non lo so, non posso più usare la mia auto per controllare ad esempio gli straordinari scavi di Gabii» dice sconsolato. Nella città romana sulla Prenestina (25 chilometri dal centro) il mezzo pubblico arriva a 3 chilometri. Poi bisogna andare a piedi. «E per parlare con i miei collaboratori dall’ufficio non posso neanche più chiamarli al cellulare» racconta Musco. Sono 6000 i siti archeologici censiti nell´Agro romano. Da oggi sono irraggiungibili dai funzionari (1.700 euro al mese il loro stipendio). Ma anche sotto il Colosseo non si ride: Piero Meogrossi, responsabile del procedimento per la ricerca degli sponsor, dovrà andare a caccia di soldi usando il telefonino privato.