«Esiste un’enorme tensione sociale sulla casa e si deve mantenere lo spazio della mediazione».
Il manifesto 19 aprile 2014 (m.p.r.)
Al ministro degli interni Angelino Alfano che vuole blindare il centro di Roma, il vice-sindaco di Roma Luigi Nieri (Sel) ribatte di «evitare sparate elettorali, visto che non passa giorno senza fare comizi, un ruolo che non si concilia con l’incarico delicato che ricopre. È una contraddizione stridente. Invece di pensare a reprimere dovrebbe pensare alla cura per risolvere i problemi che portano queste persone a manifestare».
Secondo lei l’articolo 5 del piano Lupi sulla casa è una minaccia alle occupazioni abitative?
Sono assolutamente contrario ad un provvedimento che creerà problemi enormi in una città dove abbiamo ereditato oltre 100 occupazioni, alcune delle quali vanno avanti anche da 12 anni. Lupi dovrebbe sapere che quando si fa una legge bisogna pensare alle persone in carne ed ossa. Tagliare acqua, luce e gas significa danneggiare bambini, anziani, precari, migranti, famiglie. Vuole questo il ministro?
Secondo lui chi occupa compie un reato.
Una famiglia costretta ad occupare un alloggio lo ha fatto perchè è senza casa. Questa criminalizzazione della povertà è insopportabile. Io vengo dalla storia dei movimenti per il diritto alla casa. Conosco Roma che oggi è il cuore di un’emergenza nazionale. Non è questo il modo per affrontarla. Sono molto preoccupato perchè il piano di Lupi rischia anche di interrompere il percorso del piano sulla casa, fortemente voluto dai movimenti, con il quale la regione Lazio con Zingaretti ha stanziato circa 200 milioni.
Il sindaco Marino concederà alle forze di polizia l’uso di alcune strutture comunali in dismissione. Non sarebbe il caso di adibirle ad uso abitativo?
Questo è un aspetto dei provvedimenti a cui stiamo lavorando. Faremo altri bandi per la rigenerazione urbana di 100 strutture che destineremo a fini abitativi, a atelier di artisti o associazioni culturali. Proprio in questi giorni, con la Regione e il Demanio, abbiamo avviato un processo di questo tipo sull’occupazione del Porto Fluviale.
L’offensiva, anche giudiziaria, contro i movimenti è un modo per mettere in difficoltà la giunta, com’è accaduto con l’Angelo Mai e il comitato popolare di lotta per la casa?
Alcune vicende sono contestate per reati specifici e la magistratura farà il suo corso. Sarò chiaro: tutte queste vicende vanno affrontate con un ruolo politico forte dell’amministrazione comunale. Vale per la casa e per le altre emergenze sociali. Se si trasformano i problemi sociali in ordine pubblico c’è qualcosa che non funziona in questo paese.
La giunta è in grossa sofferenza e sembrano acuirsi i contrasti con il governo. Ci sarà un rimpasto?
Non c’è uno scontro tra noi e il governo. Penso ci sia un rapporto sbagliato tra alcune forze in parlamento e il comune. Il dibattito sul «Salva Roma» ha offeso la capitale. Ha dato l’idea che sarebbero arrivati tanti soldi, mentre in realtà non è arrivato un euro. Questa giunta ha ereditato una situazione economica gravissima e ha fatto scelte in netta discontinuità con le precedenti: la chiusura della discarica di Malagrotta o sull’urbanistica. Il rimpasto è un termine datato, però non c’è dubbio che ci sia bisogno di un suo rilancio. Lo affronteremo con serenità nelle prossime settimane.