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Antonietta Mazzette
Niente sviluppo senza legalità
14 Ottobre 2008
Sardegna
Terrorismo di stampo mafioso contro il buongoverno a Orosei? Notizie inquietanti, commentate su La Nuova Sardegna, 14 ottobre 2008, e in una postilla

Il sindaco di Orosei si è dimesso riferendosi esplicitamente al clima di intimidazione di tipo mafioso e alle forme di violenza (attentati, incendi e atti vandalici verso beni pubblici e privati) verificatesi in quest’ultimo anno e mezzo nel paese. Forme di criminalità connesse all’uso del territorio e che sono una specificità di limitate aree della Sardegna. Forme simili a quelle che troviamo in Calabria o in altre regioni meridionali dove, a differenza della Sardegna, c’è una criminalità organizzata che controlla il territorio.

Questi fatti conducono a due tipi di avvenimenti: le ordinanze di demolizione delle strutture abusive e la predisposizione del Piano urbanistico comunale. Non c’è un nesso diretto tra abusivismo e Puc, ma certamente sono entrati in rotta di collisione due modi tra loro contrastanti di intendere il territorio. Pur facendo dei distinguo tra le varie pratiche di abusivismo, esso comunque è una manifestazione di illegalità che in Sardegna continua a non essere percepita come tale perché non è considerato un disvalore a livello sociale diffuso. Accanto a ciò va posta la dichiarazione del sindaco di Orosei, secondo il quale meriterebbe attenzione il fatto che queste ordinanze siano rimaste chiuse nei cassetti del tribunale di Nuoro fin dagli anni ‘80.

Non posso entrare nel merito di questa inspiegabile lentezza giudiziaria che, tutta a un tratto, accelera il suo corso, il chiarimento all’opinione pubblica va fatto dagli organi competenti; entro invece nel merito delle questioni attinenti al piano urbanistico comunale, perché come Centro Studi Urbani abbiamo svolto a Orosei due ricerche nelle estati del 2007 e del 2008, su un campione di 300 persone per ogni ricerca. Le ricerche sono servite per cogliere le domande di qualità e le aspettative dei turisti e dei residenti proprio per dare all’amministrazione elementi conoscitivi per il piano urbanistico. Sottolineo che intervistare 300 persone, rappresentative di altrettanti nuclei familiari mediamente costituiti di 3-4 componenti in un paese che ha circa 6.000 abitanti, si traduce in risultati solidamente fondati scientificamente e che hanno un’alta probabilità di essere attendibili: basti pensare che molti rapporti nazionali del Censis sono fatti su un campione di 2000 persone.

Tra gli obiettivi del piano urbanistico segnalo: 1. la preservazione dei territori che non sono stati ancora compromessi; 2 la creazione di un modello di sviluppo turistico eco-compatibile, individuando nel centro urbano forme di accoglienza alternative a quelle dei villaggi tutto compreso nella fascia costiera; 3. la sottrazione dei beni costieri allo sfruttamento immobiliare e agli effetti devastanti delle seconde case e dei villaggi turistici. Come si può constatare dalla semplice elencazione di questi obiettivi, l’amministrazione di Orosei si è posta la finalità di introdurre regole di governo del territorio, orientate verso la salvaguardia del patrimonio esistente.

Ebbene, dall’indagine svolta tra gli abitanti di Orosei non abbiamo rilevato atteggiamenti conflittuali verso questo tipo di impostazione, semmai abbiamo registrato ulteriori richieste di qualità ambientale e culturale che vanno da un’efficiente struttura sanitaria al teatro, dalla domanda di riduzione dei flussi di veicoli dentro il paese alla dotazione di piste ciclabili e pedonali, e così via. Per ragioni di rigore devo sottolineare che sull’abusivismo le risposte sono state contrastanti e comunque sono stati molti gli intervistati che hanno dato all’amministrazione comunale la responsabilità delle demolizioni, piuttosto che censurare un comportamento illecito. Ciò ha supportato i risultati di una nostra ricerca sulla criminalità, secondo cui vi sono alcune aree della Sardegna dove, più che altrove, c’è un problema di legalità.

Pur tuttavia, come si concilia una domanda di normalità con il clima di intimidazione di cui ha parlato il sindaco di Orosei? Mi scuso con lui ma rifiuto di assegnargli il prefisso ex perché nutro la speranza che la sua comunità finalmente esca dal letargo e lo richiami con forza al ruolo di amministratore.

Per concludere, pongo alcuni interrogativi alla comunità di Orosei. Dei giovani professionisti (il sindaco è un avvocato e l’assessore all’urbanistica è un architetto) scelgono di investire gran parte del loro tempo nel governo della cosa pubblica, invece di trarre il maggior beneficio possibile dalla loro attività privata. Scelgono anche di non andar via come avviene invece in molti comuni della Sardegna. Avendo avuto studenti di Orosei e di altri paesi della Baronia, so che quella di dare il proprio contributo al luogo natio è un’esigenza nuova ma sempre più diffusa tra i giovani sardi più acculturati. Come mai la comunità non considera questi nuovi amministratori, probabilmente più ingenui di quelli di professione, ma certamente più ricchi sotto il profilo della passione e della cultura, una speranza per Orosei?

So bene che introdurre limiti di vario tipo in un territorio ricco sotto il profilo turistico, e perciò appetibile dal punto di vista della rendita immobiliare, inevitabilmente genera forti conflitti, ma non è arrivato finalmente il tempo che si smetta di pensare che sviluppo equivalga a edilizia nelle coste e che, anche in Sardegna, le regole vengano considerate le sole che possano garantire equità e sviluppo duraturo, invece di viverle come una limitazione di una presunta libertà individuale?

L’ultimo interrogativo riguarda la democrazia. Si possono avere diversità di vedute ed anche interessi privati da tutelare, ma il confronto va fatto nelle sedi pubbliche e con le diverse forme di partecipazione che ogni comunità può scegliersi in modo civile. Come mai in alcune aree della Sardegna, e Orosei rientra in queste aree, le controversie sono portate avanti con strumenti di intimidazione di varia natura? Prepotenza esercitata da un ristretto numero di persone ma che la maggioranza silente subisce. Non ritengo che in altri comuni ci sia meno conflitto politico, eppure - ne sono certa - le motivazioni addotte dal Sindaco di Orosei non starebbero mai alla base di eventuali dimissioni dei sindaci di Sassari e di Cagliari.

Postilla

Ho avuto l’onore di conoscere il sindaco di Orosei e la sua giunta. Ho potuto ammirare il lavoro che hanno fatto e stanno facendo. Considero l’esperienza della giovane giunta di Orosei una delle esperienze amministrative più positive nell’Italia di oggi; non a caso, un paio di articoli su Orosei sono nella cartella Pratiche di buongoverno, e non a caso vorremmo prolungare la prossima Scuola estiva di pianificazione (che con ogni probabilità terremo ad Alghero nel settembre 2009) con una visita a quella città della Baronia.

Anch’io, come Antonietta Mazzette, avevo avuto la sensazione che i cittadini di Orosei fossero maturi – culturalmente e umanamente – per comprendere l’eccezionale positività dell’esperienza che vivevano e per condividerla. La speranza è che gli abitanti di quel meraviglioso territorio, ancora ricco di un saggio equilibrio tra vita dell’uomo e vita dell’ambiente, si raccolgano attorno al loro Municipio: che non è un Palazzo, ma un pugno di uomini coraggiosi, dotati di buona volontà, competenza e saggezza, e li stimoli ed aiuti a resistere e ad andare avanti sulla strada fruttuosamente iniziata (e.s.)

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