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Alberto Vitucci
Mose, la Ue apre l’istruttoria sul progetto
28 Febbraio 2007
MoSE
Non tutti i giochi sono fatti. Qualcuno vuole verificare le forzature e le illegalità. Da la Nuova Venezia del 28 febbraio 2007

La Commissione Petizioni dell’Unione europea ha aperto una «istruttoria» sul progetto Mose. La decisione è maturata ieri dopo un’audizione a Bruxelles dei rappresentanti dell’Assemblea permanente No Mose che hanno illustrato la loro petizione con le 12 mila firme raccolte. Una richiesta all’Europa fatta anche dal sindaco Massimo Cacciari, che ha ribadito con una lettera l’invito ai commissari a venire in laguna per rendersi conto della situazione e la necessità di rivedere il contestato progetto alle bocche di porto. E l’ex sindaco Paolo Costa attacca duramente Cacciari.

«Il suo è disprezzo istituzionale», ha commentato furibondo l’ex sindaco Paolo Costa, da sempre sostenitore della grande opera e ieri presente ai lavori della commissione, «sarebbe tenuto al rispetto delle decisioni prese». «Non mi interessa quello che ha dichiarato Costa», si limitato a dire ieri sera Cacciari. Che aveva inviato nei giorni scorsi ai commissari europei un dettagliato promemoria sulla posizione del Comune. Ricordando i punti ancora irrisolti. Come la «regolarità delle procedure, la compatibilità del Mose con la portualità, le difficioltà di manutenzione del Mose e la sua efficacia con il previsto innalzamento del livello dei mari».

Si riaccende la polemica sulla grande opera, che il Comitatone ha approvato nel novembre scorso dopo che Prodi aveva messo la «fiducia». respingendo i dubbi avanzati dal Comune, dai ministeri dell’Ambiente e della Ricerca scientifica.

Una vicenda non conclusa. Perché in Europa è aperta anche la procedura di infrazione della commissione Ambiente, per il mancato rispetto delle Direttive sull’habitat. «Le procedure sono tutte in regola», ha assicurato alla commissione un funzionario spedito a Bruxelles dalla Presidenza del Consiglio. «Ma c’è un rapporto del ministero dell’Ambiente che parla di illegittimità», ha ribattuto l’europarlamentare di Rifondazione Roberto Musacchio, «noi abbiamo il dovere di vigilare». Favorevoli a un’ispezione anche i parlamentari Sepp Kusstastscher (Verdi) e Meyer (Sinistra). Contraria Amalia Sartori, ex presidente del Consiglio regionale di Forza Italia. E naturalmente Paolo Costa, che con l’aiuto di alcuni filmati proiettati dal Consorzio Venezia Nuova ha illustrato ai commissari la sua tesi favorevole alla grande opera. «La decisione è presa», ha detto, «ci vuole lealtà istituzionale». «Chiederemo alla Corte di Giustizia di aprire un’inchiesta sugli appalti del Mose e sulla concessione unica», ha detto l’architetto Cristiano Gasparetto a nome dei comitati, «una vicenda troppo presto archiviata». «Il Mose è solo in fase preliminare e ha già prodotto danni gravi e irreversibili all’ecosistema», ha accusato Tommaso Cacciari. Infine Luciano Mazzolin ha consegnato ai commissari un dossier di 17 pagine su tutte le infrazioni commesse e contestate da Comune, ministero, Unione europea. «Adesso speriamo nell’intervento dell’Europa per fermare l’ecomostro», dice.

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