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(a.v.)
Mose, il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar
20 Agosto 2005
MoSE
Il Consiglio di Stato ha dato ragione al Consorzio Venezia Nuova (un consorzio di imprese di costruzione cui lo Stato ha delegato lo studio, la sperimentazione, la progettazione e l’esecuzione di tutte le opere per la salvaguardia della Laguna di Venezia): il vero Potere che, nell’assenza o nella complicità di quelli istituzionali, governa la città più bella del mondo. Le informazioni sono da la Nuova Venezia del 21 e 22 dicembre 2004

Mose, il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar

Il Consiglio di Stato ha dato ragione al Consorzio Venezia Nuova (un consorzio di imprese di costruzione cui lo Stato ha delegato lo studio, la sperimentazione, la progettazione e l’esecuzione di tutte le opere per la salvaguardia della Laguna di Venezia): il vero Potere che, nell’assenza o nella complicità di quelli istituzionali, governa la città più bella del mondo. Le informazioni sono da la Nuova Venezia del 21 e 22 dicembre 2004

(21 dicembre) Il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar Veneto sul Mose. L’iter delle apporvazioni, secondo i giudici romani, sarebbe stato regolare. Ma il Codacons, l’associazione in difesa dei Consumetori, annuncia un nuovo ricorso all’Europa. «E’ un’opera inutile, che non risolverà il problema delle acque alte, stravolgerà l’ambiente e peserà sulle casse dello Stato», dice il presidente nazionale del Codacons, avvocato Carlo Rienzi.

Una storia che non è finita, quella della grande opera. Sabato il congresso provinciale dei Ds ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che invita il Comune a fare marcia indietro sulla salvaguardia, e a recuperare un ruolo da protagonista nella vicenda. E i dubbi sulla grande opera aumentano. Intanto però i cantieri proseguono spediti, A Punta Sabbioni è nato un nuovo comitato («I danni del Mose») che chiede di sapere cosa succederà al loro territorio. A Ca’ Roman gli ambientalisti della Lipu protestano perché l’oasi naturalistica sarà presto invasa dai cantieri. A Santa Maria del Mare è previsto il taglio della diga ottocentesca per realizzare l’enorme conca di navigazione. A Sant’Erasmo già si lavora ai fondali dell’isola artificiale da 7 ettari e mezzo che sorgerà davanti al bacàn. I progetti già in parte approvati prevedono lavori per 4 miliardi di euro e alle tre bocche una colata di milioni di metri cubi di cemento. Così il Codacons, come già le associazioni ambientaliste, hanno fatto ricorso all’Europa. (a.v.)

«Sul Mose ricorso alla Corte europea»

(22 dicembre) «Siamo stupefatti da questa sentenza che dà il via libera al Consorzio Venezia Nuova senza nemmeno considerare le normative europee e le alternative possibili». All’indomani della sentenza del Consiglio di Stato, che ha respinto in blocco i ricorsi contro le procedure di approvazione del progetto Mose, ambientalisti e Codacons annunciano un ricorso alla Corte europea. «Rischiano di stravolgere l’intero ecosistema lagunare senza risolvere il problema delle acque alte», protesta il responsabile nazionale del Wwf Stefano Lenzi, «c’erano soluzioni più economiche e reversibili che avrebbero permesso di affrontare il problema senza distruggere la laguna».

Di segno opposto il commento del presidente del Veneto Giancarlo Galan. «Il sindaco Costa ora dovrebbe chiedere i danni ai suoi assessori che lo hanno costretto a fare un ricorso assurdo», dice Galan, «la grande opera è partita e Venezia tra qualche anno sarà al riparo dalle acque alte eccezionali».

Una battaglia che continua in sede politica. I Ds hanno approvato al loro congresso un ordine del giorno che impegna la prossima amministrazione a «cambiare registro sulla salvaguardIa». «Il Mose è la madre di tutti gli sprechi», commenta la deputata dei Verdi Luana Zanella, «non risolverà il problema delle acque alte ma in compneso comprometterà l’attività del porto e provocherà seri problemi alla laguna».

Intanto l’iter del grande progetto va avanti. Sono decine i Grandi cantieri approvati in questi giorni dal Comitato tecnico di magistratura e dalla commissione di Impatto ambientale della Regione. Saranno installati dal Consorzio Venezia alle tre bocche di porto di Lido, Malamocco e Alberoni. Si comincia con le dighe foranee (già ultimate a Malamocco) e con i porti rifugio, in costruzione a Chioggia e a Punta Sabbioni. Nel litorale intanto si è costituito un nuovo comitato che si chiama «I danni del Mose», ed è intenzionato a battersi per cercare di ridurre al minimo il devastante impatto delle opere sul territorio. Un’opera che il governo ha inserito nella Legge Obiettivo, saltando così le procedure previste dalla Legge Speciale e affidando la Valutazione di Impatto alla Regione. (a.v.)

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