«L’inchiesta sul mega-cantiere si allarga: un "sistema" nel cui libro paga si contabilizza di tutto, soldi grazie ai fondi neri. Si immagina che il 20% dell’opera si riveli una provvista analoga». Il manifesto, 6 giugno 2014
La squadra e il compasso. Politica bipartisan al servizio del “cerchio magico” delle imprese predestinate. Una piramide di potere, tangenti e finanziamenti occulti costruita grazie al Mose (mega-cantiere da oltre 5 miliardi). E’ crollata dopo tre anni di indagini della Procura e di certosini riscontri della Gdf. Era il Veneto della cazzuola a senso unico nelle Grandi Opere: se non scattava la concessione senza controlli a beneficio del Consorzio Venezia Nuova, era sempre pronto un project financing e non mancavano mai le cooperative “rosse”.Il regolo? Giancarlo Galan, governatore dal 1995 al 2010, due volte ministro e ora presidente forzista della commissione cultura della camera.
Nemmeno troppo al coperto il diagramma di flusso che triangola politici (dall’assessore regionale Fi Chisso al consigliere Pd Marchese, dall’ex europarlamentare Lia Sartori al sindaco Orsoni), professionisti della finanza e contabilità (da Roberto Meneguzzo di Palladio al commercialista Francesco Giordano) e funzionari pubblici (dalla Regione al Magistrato alle Acque al generale in pensione Spaziante). Sono i cannibali “modello veneto”. Millantatori compresi, tutti con il conto cifrato, lo stipendio aggiuntivo, la vocazione sussidiaria, la consulenza fittizia o il familiare interesse. E’ lo schema della “salvaguardia” di Venezia che tracima nelle corsie autostradali, nei nuovi ospedali, e riemerge in periferia con le cricche della logistica o l’ultimo stadio dei conflitti d’interesse.
Dal 1986 al 1995 il Cvn è stato presieduto da Luigi Zanda, ora capogruppo Pd al Senato. Arrestato con Orsoni c’è Giampietro Marchese: dal 2005 avrebbe incassato mezzo milione, anche all’interno della Regione, dalle mani di Federico Sutto (che il 7 febbraio 2013 consegnò 160 mila euro a Chisso). E a pagina 605 dell’ordinanza spicca un appunto: 40 mila euro di contributo al candidato Davide Zoggia (ex presidente della Provincia, poi nello staff di Bersani) più 7.428 euro di consulenza. Altri 15 mila euro al Comune di Padova e 4 mila al Pd. Indagato anche Lino Brentan, “referente” Ds nell’Autostrada Padova-Venezia già condannato per tangenti. Senza dimenticare la cena dell’8 giugno 2011 al Calandre. Con Mazzacurati e Pio Savioli del Cvn sono attovagliati l’allora sindaco Zanonato e il rettore Giuseppe Zaccaria. Discutono del progetto per il nuovo ospedale di Padova…
Dalle “ricevute” si materializza la rete di connivenze lì dove il Cvn poteva rischiare controlli o aveva bisogno di nuovi finanziamenti statali. Migliaia di euro distribuiti grazie ai “fondi neri” di 25 milioni all’estero. In Procura c’è chi immagina che il 20% dell’operazione Mose possa rivelarsi una provvista analoga. Sta di fatto che nel libro paga del “sistema” si contabilizza di tutto. Anche la Fondazione Marcianum, eretta dall’allora patriarca ciellino Scola. O il contratto di collaborazione a progetto per “operazioni inesistenti” di Giancarlo Ruscitti: era il segretario generale della sanità veneta, siede nel Cda dell’Irccs San Camillo al Lido e compare nei comitati d’onore della Compagnia delle Opere.