Come era di facile previsione il Sindaco Costa, non ha avuto difficoltà a firmare il documento della maggioranza del Consiglio Comunale che negli auspici dovrebbe fermare i lavori del Mose. Un documento di carattere puramente ordinatorio dei lavori, nel quale avremmo auspicato una premessa di impegno politico.
Timeo Danaos et dona ferentes: può essere la più pura delle speranze a guidare questa maggioranza e nel caso di Costa dobbiamo essere anche disposti a pensare ad una conversione sulla via di Damasco di Strasburgo!
Spieghiamoci:
1. In tutti i ruoli che ha rivestito da ministro dei LL.PP.( Presidente del Consiglio Prodi), a Sindaco, a europarlamentare, Costa (demiurgo anche in Europa del Ponte di Messina!) è stato ed è, del Mose, il massimo propugnatore pubblico.
2. Ne fa fede lo stesso Prodi, leader degli Uniti nell'Ulivo, (candidato alla prossima Presidenza del Consiglio), che venuto pochi giorni fa qui in laguna, non si è trattenuto dall'auspicare, coerente con le azioni e convinzioni comuni, che i lavori del Mose procedano spediti!
3. Le deliberazioni di cui, infatti, entrambi si sono fatti promotori, dal 1998, sono state all'origine del più colossale pasticcio di procedura amministrativa per un' opera pubblica. Tutti i Governi, che da allora si sono succeduti, sono rimasti più o meno consapevolmente invischiati e ne hanno vieppiù complicato la macchinosità: dai cosiddetti Esperti Internazionali, all'accettazione inusuale dell'annullamento del Tar del Veneto del Decreto di VIA negativa, all'annientamento di un autentico controllo scientifico, alla negazione di una interdisciplinarietà nelle decisioni, all'inserimento del Mose tra le infrastrutture della Legge Obiettivo, al susseguirsi di mere approvazioni burocratiche delle sostanziali modifiche inserite sul Progetto originario, da parte di Uffici periferici regionali e statali, normalmente coinvolti nelle fasi sub-procedimentali.
4. L' Ufficio di Piano, istituzione sussidiaria alla VIA (!) che doveva presiedere all'aggiornamento del Progetto ed alla sua revisione è rimasto fantomatico per anni, coinvolto in un defadigante quanto inutilelavoro preparatorio
5. L'Ufficio di Piano vede solo ora la luce, a decisioni prese, e sua la composizione, seppure di nomina del Governo Berlusconi, è di netta impronta "costiana",con qualche rara eccezzione.
6. Nel frattempo spropositate proposizioni e contraddittorie decisioni sono state assunte.
7. Ben oltre 1 anno fa, il 1 aprile del 2003, la maggioranza vota del Consiglio Comunale di Venezia votò quell'odg di 11 punti che, il 3 aprile 2003, il Comitatone, presente il Sindaco, ha tempestivamente assunto quale viatico per deliberare "di passare alla progettazione esecutiva ed alla realizzazione delle opere di regolazione delle maree alle bocche di porto ('progetto Mo.S.E.') e contemporaneamente alla realizzazione della struttura di accesso permanente alla bocca di Malamocco".
8. Comunque vada l'elezione in Europa, per l'anno che gli resterebbe da governare a Venezia, Costa, risulta già ora e risulterà più che mai completamente svincolato da qualsiasi rapporto fiduciario sia con la sua maggioranza e con il proprio gruppo politico, la Margherita ("con cui farò i conti al momento opportuno",si legge!) .
Oggi il Sindaco e la sua maggioranza ritornano a firmare un ordine del giorno (una paginetta) da esibire ad un prossimo, peraltro, non previsto Comitatone. È vero che Davide fermò Golia con un sasso: ma la mano di Davide era armata dalla purezza! Davvero questo è un atto sincero? Davvero il Sindaco e la sua maggioranza credono che si fermeranno i cantieri, davvero vi crede il verde Bettin?
Non si vuole precludere ogni via alla provvidenza, ma in nome del realismo politico e per conto della Lista Verde Boato Zitelli si chiede che:
- La maggioranza ulivista e rosso verde del Consiglio Comunale di Venezia, con un nuovo ordine del giorno, inviti Prodi, Presidente della Commissione Europea e leader dell'Ulivo di vincolarsi a fermare il Mose e a iniziare un diverso progetto di interventi. - in questo senso Prodi si obblighi già ora a vigilare sulla procedura di infrazione intentata dalla Commissione all'Italia, e riattivi l'azione della Commissione Europea sulla procedura di infrazione riprendendo le indagini, qualunque sia stata la risposta dello Stato italiano,
- il leader dell' Ulivo si vincoli da subito con dichiarazione esplicita, che qualora rinominato Presidente del Consiglio, Egli e i suoi Ministri riconosceranno le conseguenze legittime della Valutazione di Impatto Ambientale negativa sul Mose, quella valutazione che fu tanto avversata, ma che deve essere ripresa e aggiornata in sede nazionale,
- che si impegni a dare esecutività alle sentenze che reinseriscono nelle funzioni la Commissione per le Valutazioni dell'Impatto Ambientale che il Governo Berlusconi, con il Ministro Matteoli, ha dimesso. Solo così potranno essere dissipate le naturali perplessità sulla buona fede dei nostri rappresentanti politici.
Intanto ancora ieri si sono potute osservare attività di un consistente scavo all'interno del Canale di Malamocco, lato di Pellestrina a ridosso del piede della diga di Santa Maria del Mare: non erano "gusci di conchiglie", come pare abbia dichiarato il Consorzio Venezia Nuova, ma parecchie tonnellate di sabbia, nulla poi a che vedere "con il miglioramento della navigazione" come sembra abbia dichiarato il presidente dell'Autorità portuale, dal momento che le navi tengono rotta al centro del canale e non a ridosso del molo.
Intanto, i membri della Commissione di salvaguardia di obbedienza politica Forza Italia dichiarano che, per vincere le resistenze degli ambientalisti, voteranno con la maggioranza tutti gli interventi vavorevole al MoSE e alle altre opere di impatto devastante per la città storica, come la metropolitana sublagunare (da La Nuova Venezia del 22 giugno 2004)