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Alberto Vitucci
«Mose al vaglio di esperti indipendenti»
20 Giugno 2006
MoSE
Iniziativa del viceministro De Piccoli. Non sarà facile trovare tecnici esperti (della Laguna) e indipendenti. Da la Nuova Venezia del 20 giugno 2006

«Le opere preliminari sono molto avanti. Ma non mi pare che i lavori delle dighe mobili siano giunti a un punto irreversibile». Il viceministro dei Trasporti Cesare De Piccoli ha visitato ieri a sorpresa i cantieri del Mose a Malamocco. E al termine del sopralluogo lancia una proposta.

«Dato che a differenza del Ponte di Messina il Mose è un’opera che è già partita», dice De Piccoli, «occorre che i ministeri interessati diano incarico a una commissione di esperti super partes di verificare in tempi molto rapidi lo stato dei lavori e la possibilità di attuare le alternative, come richiesto dal Comune».

Perché tutti i leader del centrosinistra, da Fassino a Rutelli, ricorda il viceministro, si erano impegnati a prendere le decisioni sulla salvaguardia «in pieno accordo con il Comune».

Ecco allora il sopralluogo. Dopo quello alla bocca di Lido («Ci sono andato domenica da privato cittadino, con la mia barchetta», ci tiene a sottolineare il viceministro) è toccato a Malamocco. De Piccoli era ieri a Pellestrina per presenziare al battesimo delle due nuove chimichiere costruite dal cantiere De Poli. Poi, accompagnato dall’ammiraglio comandante della Capitaneria Stefano Vignani e dal Capo dei piloti del porto Ciro Garise, ha visitato dall’acqua i cantieri del Consorzio Venezia Nuova a Malamocco. A ridosso della torre dei piloti, ecco l’ultimo interramento, fango e cemento per costruire un grande terrapieno per movimentare i materiali e i cassoni in calcestruzzo. Un intervento che il Wwf ha già denunciato come «abusivo», perché non presente nei progetti e senza autorizzazioni della Soprintendenza. Più avanti, dov’era la diga ottocentesca demolita, ecco montagne di massi in pietra. Le scaricano le chiatte del Consorzio provenienti dalle cave dell’istria. Si vedono le nuove basi in calcestruzzo della conca di navigazione, ormai quasi ultimata, le strutture in acciaio. Più in là la diga foranea di protezione ormai finita. «Il Comune ha chiesto delle cose, credo che il governo dovrà esprimersi in modo chiaro al prossimo Comitatone, entro metà luglio», dice De Piccoli, «io farò la mia parte cercando che i ministeri abbiano una linea comune».

Le ruspe sono al lavoro, e i lavori procedono spediti sia a Malamocco che al Lido. Il tempo per avviare le sperimentazioni richieste dal Comune sono davvero molto stretti. «E’ arrivato il momento che sul Mose si passi dalla querelle politica al dibattito tecnico», insiste De Piccoli. «Domani a Roma proporrò che si dia il via a questa commissione per la verifica dei cantieri. Spero che anche gli altri ministri, a cominciare dal responsabile dell’Ambiente, sostengano questa iniziativa».

La conca dovrebbe servire per non penalizzare l’attività portuale durante il periodo dei lavori. Qualche timore c’è, e gli stessi piloti ammettono che ci sarà un ritardo nelle operazioni di ingresso per le grandi navi.

Ma il presidente dell’Autorità portuale, Giancarlo Zacchello, ha sempre minimizzato l’impatto del Mose sull’economia del porto.

«Ho incontrato il presidente», dice De Piccoli, «gli ho detto che il governo condivide l’esigenza di garantire lo scavo dei canali e dunque la navigabilità. Ma anche che chiederemo al più presto un pronunciamento tecnico, da studiosi indipendenti, sull’impatto del Mose».

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