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MoSE: A Venezia sperano che Di Pietro capisca
30 Giugno 2006
MoSE
Tentano di convincere il ministro delle Infrastrutture che sul MoSE si è fatto consigliare male Dala Nuova Veneziadel 30 giugno 2006

Cacciari scrive al governo «Sul Mose segnali concreti»

di Alberto Vitucci

«Sul Mose il governo intende far valere le regole scritte sul programma elettorale dell’Unione, come già fatto in Val di Susa: sulle grandi opere ci vuole il coinvolgimento fattivo degli enti locali, a cominciare dai comuni». Così il ministro per l’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha risposto ieri in commissione Ambiente della Camera a un’osservazione del deputato veneziano Paolo Cacciari. Per la prima volta il nuovo responsabile del ministero ha illustrato ai deputati il suo programma. E sul Mose ha corretto, pur senza entrare in polemica, la linea «decisionista» espressa qualche giorno fa dal ministro Di Pietro. «La competenza sul progetto Mose», ha aggiunto Pecoraro, «non è del ministero delle Infrastrutture ma della presidenza del Consiglio, come dice la legge. Saranno decisioni da assumere insieme, dopo aver sentito le comunità interessate». Un punto a favore del Comune di Venezia, che da settimane sollecita invano il nuovo governo a prendere in esame le proposte alternative. Ieri il sindaco Cacciari [Massimo – n.d.r] ha scritto una lettera di fuoco al sottosegretario alla Presidenza Enrico Letta. Invitando il nuovo esecutivo a dare «segnali concreti» di discontinuità e attenzione alle comunità locali.

Un altro punto in discussione è il luogo dove si dovrà svolgere il Comitatone. Venezia, secondo Cacciarvi

e il vicepremier Francesco Rutelli. Roma, secondo la presidente del Magistrato alle Acque Maria Giovanna Piva, che teme «problemi di ordine pubblico». «Il Magistrato alle Acque faccia il segretario, le decisioni le prenderà il governo», dice il deputato dei Ds Andrea Martella. «Sarebbe una scelta sbagliata in un periodo in cui si parla di federalismo», taglia corto Cesare De Piccoli, viceministro dei Trasporti.

Le polemiche non si placano. E a Roma stanno arrivando in queste ore le richieste dei comitati contrari alla grande diga e le pressioni delle lobby favorevoli alla continuazione dei lavori. Che vanno avanti a tutto spiano, nonostante la richiesta di revisione portata avanti da Ca’ Farsetti.

Intanto ieri mattina di Mose ha cominciato ad occuparsi anche la commissione regionale per Venezia, presieduta da Barbara Degani (Forza Italia). In mattinata è stata la volta del sindaco Massimo Cacciari, che davanti ai commissari di palazzo Ferro Fini ha ribadito la posizione del Comune, supportata dai pareri scientifici e idraulici. «Noi rimaniamo convinti», ha detto Cacciari, «che sarebbe meglio verificare l’impatto ambientale dei cantieri del Mose. E sperimentare prima tre tipologìe di interventi reversibili e differenziati nelle tre bocche di porto, cioè il sollevamento dei fondali, il restringimento delle bocche, con difese fisse ma removibili nella stagione estiva, quando le acque alte sono inesistenti. Chiediamo che si faccia questa verifica sperimentale su questi interventi, perché così si riuscirà ad abbattere in modo significativo le acque alte, spendendo meno della metà dei soldi preventivati per il Mose e ultimando gli interventi in metà tempo». «Non ci sarà blocco dei lavori o spreco di denaro», ha concluso il sindaco, «ma abiamo il dovere di verificare bene le alternative». Diversa l’opinione del centrodestra. «Aspettiamo la fine delle audizioni», dice la presidente Barbara Degani, «per esprimere un parere». Secondo Diego Cancian (Pne), «il Mose si può migliorare, ma sarebbe folle fermare i lavori». Il dibattito continua, in attesa del Comitatone, che sarà convocato probabilmente il 20 luglio.

Di Pietro sbaglia sul Mose

di Stefano Bonzio

La verifica sul Mose chiesta dal sindaco e dalla sua maggioranza è stata sbrigativamente fatta! Il ministro Di Pietro ha infatti dichiarato la volontà di procedere alla costruzione del Mose, essendo l’opera, a suo dire, realizzata per più del 30 per cento.

Solo a ciò poteva portare la debole e contraddittoria posizione sostenuta obtorto collo dal sindaco e votata dal consiglio comunale il 5 giugno scorso.

Il gruppo consiliare di Rifondazione Comunista sul tema della salvaguardia di Venezia e della sua laguna ha operato con coerenza e convinzione, sostenendo e facendo propria la necessità espressa del movimento NoMose di giungere alla moratoria dei lavori alle bocche di porto e all’avvio di una nuova fase di studio per pervenire a un’opera alternativa al Mose che rispettasse i criteri di sperimentalità, reversibilità e flessibilità.

A fronte delle dichiarazioni rilasciate dal ministro alle Infrastrutture, il gruppo consiliare di Rifondazione Comunista - Sinistra Europea, esprime la più ferma critica sia relativamente ai metodi utilizzati che al merito della questione. L’unilateralità del ministro Di Pietro, in netta contraddizione con quanto contenuto nel Programma dell’Unione, preoccupa gravemente, in quanto non tiene in considerazione la forte mobilitazione popolare e di movimento che negli ultimi anni è andata crescendo in opposizione alla realizzazione del Mose e a favore i soluzioni di salvaguardia della laguna, del suo ambiente e della sua economia, e che ha portato alla raccolta di quasi 13 mila firme di cittadini che chiedono la sospensione dei lavori e la radicale revisione progettuale del progetto. Inoltre, le dichiarazioni del ministro alle Infrastrutture costituiscono un gravissimo condizionamento sui lavori dell’imminente Comitatone, che di fatto rischia di restare, come nel passato, sordo alle richieste di attenzione indirizzate dalle Comunità locali al governo sulle problematiche ambientali, sociali, economiche e soprattutto, fatto che stupisce per un politico come Di Pietro strenuo difensore del rispetto della legalità, di rispetto della normativa comunitaria e nazionale.

Siano convinti che i partiti dell’Unione e, in questa, il Partito della Rifondazione Comunista opereranno affinché sul delicato tema della salvaguardia di Venezia e della sua laguna si proceda con la necessaria attenzione, senza arbitrarietà e nel rispetto delle istanze formulate dai cittadini.

Stefano Bonzio è il capogruppo Rifondazione Comunista - Sinistra Europea , Venezia

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