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Paolo Berdini
Modello Alemanno. Evitato l'ennesimo scempio
14 Gennaio 2011
Roma
Va a monte uno degli affari organizzati a spese del territorio. Ma quanti altri, dalle Alpi al Lilibeo, proseguono indisturbati!. Il manifesto, 14 gennaio 2011

E pensare che ce l'aveva messa tutta per far disputare il gran premio di Formula 1 all'Eur. Il sindaco Alemanno con i suoi collaboratori avevano addirittura commissionato attraverso l'Ente Eur un sondaggio utile a dimostrare che gli abitanti erano favorevoli alla manifestazione. Le domande erano di rara scientificità, tipo: «L'intervento permetterà di riqualificare l'area delle Tre Fontane e di renderla sicura, visto che oggi è abbandonata. Lei è favorevole?». Oppure: «Il Gran premio porterà moltissimi posti di lavoro. Lei è favorevole alla F1 in questa prospettiva occupazionale?»

Ora che Bernie Ecclestone ha notificato che in Italia si disputa già la gara di Monza e che è impossibile organizzare due gran premi nella stessa nazione, come la mettiamo? Il conto del sondaggio e di tutta la mole dei progetti che sono stati fin qui redatti lo paghiamo noi attraverso il bilancio dell'Ente Eur e del comune oppure lo giriamo a Maurizio Flammini? Sembra secondario, ma è il tema centrale della vita pubblica italiana in questo difficile momento. Le amministrazioni locali e le municipalizzate gravano comunque sui bilanci pubblici, anche se vengono gestite come impenetrabili feudi da un sistema politico impazzito. Pochi giorni fa, durante lo scandalo di Parentopoli. su queste colonne è stato Marco Bersani a porre la questione in termini efficaci: è ora di finirla con l'uso privatistico di aziende che lavorano solo per sottrarre beni pubblici ai cittadini.

Ce l'aveva messa tutta, il sindaco, perché se fosse andata in porto, la vicenda Formula 1 avrebbe perfezionato una macchina perfetta di svendita delle città. Amministratori comunali affermavano che tutta la macchina economica del Gran premio si reggeva sulla speculazione edilizia. Il privato imprenditore non metteva una lira - una storia sempre uguale - doveva soltanto avere in regalo terreni pubblici su cui costruire edifici privati da vendere successivamente. Insomma, il sindaco voleva privare l'Eur e Roma di terreni pubblici, privatizzarli e riempirli di cemento. Dopo il "modello Roma" di Veltroni basato sulla deroga urbanistica, dopo il sistema della cricca delle piscine dei mondiali di nuoto del 2009, Roma continua ad essere il luogo di sperimentazione dei peggiori mostri. Ora, per fortuna questa macchina si è inceppata. Ma continuerà nei tanti esempi di questi anni, ad iniziare dal «recupero di Tor Bella Monaca», non a caso reso pubblico dal sindaco a Cortina InConTra sponsorizzata dall'Acea, cioè con i nostri soldi.

Questa bruciante sconfitta servirà solo se l'opposizione compirà fino in fondo una esplicita critica al modello accettato in questi anni. La Formula 1 è solo la punta dell'iceberg di un sistema insostenibile che ha unificato tutte le amministrazioni pubbliche, di qualsiasi colore. E di fronte al fallimento è chiaro che da questa spirale che rischia di far sparire al città pubblica si esce soltanto con un nuovo modello di economia, ad iniziare dalla vita delle nostre città. Basta con il cemento e vogliamo decidere sui nostri soldi sono gli obiettivi iniziali.

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