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Antonio Mazzeo
Milioni a Finmeccanica con i sommergibili nucleari Usa
21 Marzo 2016
2015-La guerra diffusa
Chi produce armi per le guerre è complice di chi le guerre le promuove, le scatena e le conduce; è complice quindi degli stermini di massa provocati dalle armi più distruttive. L'Italia e una parte consistente della sua industria appartengono a questa genìa. Sempre più, sembra.
Chi produce armi per le guerre è complice di chi le guerre le promuove, le scatena e le conduce; è complice quindi degli stermini di massa provocati dalle armi più distruttive. L'Italia e una parte consistente della sua industria appartengono a questa genìa. Sempre più, sembra.

Antonio Mazzeo Blog, 21 marzo 2015

Le aziende del gruppo Finmeccanica fanno grandi affari con le armi di distruzione di massa delle forze armate Usa. A fine 2015, la controllata DRS Technologies, con sede ad Arlington (Virginia), azienda leader nella fornitura di sistemi di sorveglianza, reti satellitari e telecomunicazione, ha sottoscritto un contratto con US Navy per un valore massimo di 384 milioni di dollari per produrre equipaggiamenti elettronici di ultima generazione da destinare a varie classi di sottomarini, nucleari e non. “Grazie all’aggiudicazione di questa commessa, DRS Technologies diventa prime contractor della Marina militare americana, ampliando così il ruolo dell’azienda come principale fornitrice di sistemi di combattimento per sottomarini”, spiegano i manager di Finmeccanica.

Una parte importante del contratto riguarderà l’ammodernamento dei sistemi di propulsione della classe di sottomarini lanciamissili balistici “Ohio”, uno dei sistemi d’arma chiave nelle dottrine di guerra nucleare del Pentagono. Azionati da un reattore del tipo S8G (di ottava generazione), realizzato da General Electric, quattordici unità della classe “Ohio” sono armati ognuno con 24 missili intercontinentali Trident II D5 con una gittata di 12.000 km, in grado di trasportare fino a 12 testate nucleari del tipo W88, con una potenza distruttiva di 475 chilotoni. Complessivamente ogni sottomarino imbarca 192 testate atomiche, un vero e proprio arsenale di morte per attacchi multipli su obiettivi sparsi in tutto il pianeta. Altri quattro sommergibili della stessa classe (l’Ohio, il Michigan, il Florida e il Georgia) sono predisposti invece al lancio dei missili da crociera BGM-109 Tomahawk, in grado di trasportare a 2.500 km di distanza sia testate nucleari che convenzionali. Tutti gli “Ohio” sono armati infine con una dozzina di siluri Mark 48, capaci di percorrere sino a 40 Km di distanza a una velocità superiore ai 55 nodi. Questi siluri trasportano testate dotate di uranio impoverito e rame liquido, la cui combustione può perforare anche navi o sottomarini a doppio scafo.

Il 30 settembre 2014, la controllata la DRS Laurel Technologies con sede a Johnstown (Pennsylvania), si era aggiudicata un contratto del valore di 171,2 milioni di dollari per fornire computer, display, hardware, ecc., per sviluppare le reti informatiche dei sottomarini Usa delle classi “Los Angeles”, “Seawolf”, “Virginia” e “Ohio”. Il contratto firmato con l’U.S. Naval Undersea Warfare Center Division di Keyport, Washington, includeva pure la fornitura di sonar, processori e sistemi elettronici di controllo armi di ultima generazione “TIH” per i sottomarini d’attacco della classe “Collins” della marina di guerra dell’Australia, nell’ambito di un accordo di cooperazione con il Pentagono. A fine 2011 sempre DRS Laurel Technologies aveva ottenuto una commessa del valore di 691 milioni di dollari dalla Lockheed Martin Corp. Mission Systems and Training di Manassas (Virginia) per fornire i sistemi sonar e di combattimento TIH ai sottomarini nucleari di US Navy.

Intanto il Pentagono ha predisposto un ambizioso programma a medio termine per lo sviluppo di una nuova classe di sottomarini lanciamissili balistici che sostituisca gli “Ohio” a partire dal 2029. Con un costo stimato di 95,8 miliardi di dollari, l’Ohio Replacement Program ha già un nome in codice “Hence SSBN-X”. La nuova classe di sommergibili dovrà trasportare 16 tubi di lancio ciascuno, in contrapposizione agli attuali 24, e sarà predisposto per il lancio di ordigni nucleari e convenzionali. DRS Technologies sarà una delle aziende che collaborerà allo sviluppo del programma di ammodernamento dei nuovi dispositivi strategici Usa. Il 23 dicembre 2011, i manager di Finmeccanica hanno reso pubblico che Consolidated Controls Inc. (CCI), una società del gruppo Drs Technologies, si era aggiudicata un contratto da General Dynamics Electric Boat per progettare, realizzare e testare un sistema di controllo elettromeccanico destinato ai sottomarini atomici che sostituiranno la classe “Ohio”.

Finmeccanica acquistò DRS Technologies nel 2008 spendendo 5,2 miliardi di dollari. In verità le commesse militari poi ottenute non hanno compensato i massicci investimenti della holding italiana negli Stati uniti d’America; così lo scorso anno è stato avviato un piano di dismissione di alcuni settori produttivi, principalmente nel campo dell’avionica, della logistica e delle telecomunicazioni. Per il gruppo con sede ad Arlington, il 2015 si è comunque concluso con una crescita del fatturato del 15,1% rispetto all’anno precedente (da 1,59 a 1,83 miliardi di dollari), mentre gli ordini hanno registrato un +21,1%. Oltre alla fornitura di attrezzature elettroniche per i sottomarini strategici, DRS Techonologies ha siglato un accordo del valore di 55 milioni di dollari per ammodernare i sistemi di comunicazione vocale integrati degli incrociatori e dei cacciatorpediniere AEGIS di US Navy. Lo scorso anno DRS ha pure fornito potenti visori notturni e sofisticati sistemi informatici all’esercito statunitense, mentre in Canada si è aggiudicata una commessa di 100 milioni di dollari per la produzione di antenne e sistemi di sorveglianza per equipaggiare i carri armati LAV 6.0, prodotti da General Dynamics e acquistati dall’esercito canadese. Nonostante i buoni affari di guerra - in linea con quanto accade internazionalmente al complesso militare industriale - DRS Technologies ha visto ridurre drasticamente i propri addetti: da 10.000 a 5.500 unità in meno di dieci anni. Soldi tanti, occupazione poca.

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