». il manifesto, 13 ottobre 2016 (c.m.c.)
Davvero è sempre tutto grasso che cola? Prendiamo in esame la città dove tutto sembra risplendere, il laboratorio dell’innovazione che dovrebbe prendere per mano l’Italia – come dice il presidente del Consiglio. Qui, a Milano, tutti gli indicatori promettono benessere e una certa spensieratezza. I turisti accorrono (7,7 milioni nel 2016, 14esima città del mondo più visitata, un paio di posizioni sopra Roma), la popolazione cresce (172 mila abitanti in più negli ultimi dieci anni), i giovani laureati trovano lavoro e il reddito pro capite continua ad aumentare anche in tempo di crisi (negli altri capoluoghi lombardi è accaduto il contrario). Bene.
Ma non è tutto. Ci sono altri indicatori che raccontano la città, solo che vengono sbandierati con meno insistenza: a Milano, per esempio, 13 mila minorenni non hanno da mangiare e ricevono il cibo da strutture assistenziali. Il dato è stato fornito ieri dal Banco Alimentare che ha dipinto un quadro a dir poco desolante, per l’Italia intera. Secondo l’associazione, gli indigenti lombardi sono 670 mila (100 mila in più rispetto all’anno precedente).
Fra questi, circa 60 mila non hanno ancora compiuto 18 anni. A livello nazionale, i minori che patiscono la fame sono un milione e 131 mila. Dal 2008 ad oggi l’incidenza della povertà assoluta sulle famiglie con più figli a carico è aumentata del 250%: “La loro crescente vulnerabilità è legata alla disoccupazione dei genitori”. In tutta Italia (dati Istat) si contano quasi 4 milioni e 600 mila poveri. In totale, i pasti inseriti nei pacchi viveri sono stati 29 milioni e 5 milioni quelli cucinati dalle associazioni: 93.400 pasti distribuiti ogni giorno (lo spreco di cibo in Italia viene quantificato in 5,1 milioni di tonnellate all’anno).
Tocca all’assessore alle politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, approcciarsi in qualche modo con l’altra Milano che non riesce a raccogliere nemmeno le briciole. “Stiamo per partire con un’iniziativa di sostegno per le famiglie impoverite dalla crisi, con buoni spesa che mettiamo a disposizione delle famiglie più bisognose che possono essere spesi presso alcuni negozi accreditati, perché il rischio è che la povertà si abbatta tra i più fragili, cioè i figli piccoli delle famiglie povere”. Per gli ultimi due mesi dell’anno Palazzo Marino mette a disposizione 750 mila euro. Nel 2017 l’intervento di sostegno dovrebbe essere reiterato.