Avvenire,
«Sarebbero solo tre i sopravvissuti, fa sapere l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), dell'ennesima tragedia del mare che si è consumata venerdì notte davanti alle coste della Libia»
Sarebbero almeno 90 i migranti morti nella notte tra giovedì e venerdì al largo delle coste della Libia. A dare la notizia dell'ennesimo naufragio, l'Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni. La barca su cui i migranti stavano viaggiando, in legno, si è ribaltata. Solo tre i sopravvissuti. A bordo, riferisce l'agenzia delle Nazioni unite, ci sarebbero stati soprattutto cittadini pachistani.
Dieci corpi senza vita, conferma la portavoce dell'agenzia, Olivia Headon, sono stati ritrovati sulla spiaggia. Si tratta di due libici e otto cittadini pachistani. Dei tre sopravvissuti, due hanno nuotato fino a raggiungere la spiaggia, dove sono stati trovati stremati e sotto-choc. il terzo è stato salvato da un peschereccio che si trovava nell'area del naufragio.
"Secondo i dati in nostro possesso - aggiunge Olivia Headon - solo 29 libici sono stati salvati o intercettati in mare nel corso del 2017. Ma stimiamo che la cifra reale sia molto più alta". Sempre nello stesso anno, sono stati in tutto 3.138 i pachistani che hanno raggiunto le coste dell'Italia, confermandosi come 13esima nazionalità nella lista generale, per cittadinanza, dei migranti salvati e sbarcati. Quest'anno però, la geografia degli arrivi sta cambiando. Il Pakistan rappresenta infatti già la terza nazionalità per numero di arrivi. Dal primo gennaio, sono infatti già 240 i cittadini pachistani sbarcati in Italia. Nello stesso periodo, di un anno fa, erano solo 9.
Con quest'ultima tragedia del mare, l'agenzia delle nazioni unite aggiorna anche il contatore degli arrivi, in questo primo mese dell'anno. Sono complessivamente 6.624 i migranti e rifugiati entrati in Europa via mare fino al 28 gennaio. L'Italia rappresenta circa il 64% del totale degli arrivi, seguita da Spagna (19%) e Grecia (16%).
Non sono i trafficanti i principali responsabili dello sterminio. Essi sono solo l'ultimo anello della catena criminale i cui primi anelli sono costituiti dal susseguirsi dei colonialismi che hanno consentito al Primo mondo di costruire il proprio benessere a spese degli altri, condannati agli inferni da cui tentano di fuggire