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Mega discarica da 50 ettari
24 Giugno 2006
Terra, acqua, società
Un altro scandalo (che non esplode) a Venezia: una postilla spiega perché. Da la Nuova Venezia del 22 giugno 2006

Una nuova discarica di 50 ettari in mezzo alla laguna. La legge Speciale lo vieta, ma in nome dell’«emergenza» si susseguono i progetti destinati a stravolgere l’equilibrio ambientale e idraulico della laguna. La richiesta di realizzare una nuova isola artificiale grande quattro volte la Certosa e destinata a ricevere 3 milioni di tonnellate di fanghi scavati dai fondali portuali è stata depositata in commissione di Salvaguardia. La richiesta è firmata dal commissario straordinario per i fanghi del Porto, il dirigente dell’assessorato Ambiente della Regione Roberto Casarin. Che su delega del presidente Galan presiede anche la commissione di salvaguardia. Un progetto che sta già destando polemiche tra le associazioni ambientaliste. «Di questo passo chiunque voglia smaltire fanghi e materiali a basso costo può fabbricare una nuova isola in laguna», dicono. Gravi le conseguenze, dal punto di vista ambientale e idraulico, perché si tratta di un vero «imbonimento» di aree lagunari destinate all’espansione di marea. Un sistema che era stato abbandonato dopo il saccheggio del territorio degli anni Sessanta. Ma adesso arriva il nuovo progetto, che secondo Casarin dovrebbe andare al voto già martedì. Cinque giorni di tempo per decidere sulla nuova isola.

Sorgerà a fianco delle Trezze, altra isola artificiale rialzata fino a 9 metri per ospitare i fanghi scavati dai canali del porto. Un’esigenza più volte ripetuta dai dirigenti dell’Autorità portuale, quella di scavare i fondali per garantire l’accesso alle grandi navi. Oggi la profondità è di 10 metri e mezzo, ma si tende a tornare a una «quota di progetto» di 12 metri, la stessa prevista dal Piano regolatore portuale del 1965. Occorrerà dunque scavare dai fondali altri 3 milioni e mezzo di metri cubi di materiale. E dal momento che secondo il commissario Casarin tempi e costi per allestire la discarica al Molo Sali e in terraferma sono troppo elevati, si è scelta la laguna. Accanto alla nuova isola sorgerà una fascia di fanghi definiti come «ricostruzione della morfologìa lagunare». La nuova isola sarà lunga 2 chilometri, ben visibile da ogni parte della laguna centrale. Il progetto è stato proposto dalla società regionale Veneto Acque, ex Delta Po, oggi impegnata per il progetto del grande depuratore di Fusina con la Mantovani (Consorzio Venezia Nuova) e Vesta. E i lavori per la nuova discarica in laguna sono stati affidati come «mandante» alla Mantovani, la stessa che sta scavando i fondali al Lido per il progetto Mose. (a.v.)

Postilla

Tutti (fuorché gli stupidi) sanno che una delle ragioni delle “acque alte eccezionali” sta nel restringimento del bacino lagunare, ridotto di circa un terzo dopo la caduta della Serenissima (1797). Per questa ragione la legge speciale per Venezia del 1973 prescrisse tassativamente che neppure un ulteriore metro quadrato venisse sottratto alla “libera escursione delle maree”. Tutti (anche i più temerari “sviluppisti”) hanno da allora rispettato questa prescrizione. Adesso la legge viene violata da una persona che copre tre cariche rilevanti: è Commissario straordinario ai fanghi dell’Ente Porto, è il dirigente del settore Ambiente della Regione Veneto, è Presidente della Commissione per la salvaguardia della Laguna di Venezia, cioè dell’istituzione cui la legge speciale affida il rigoroso rispetto delle proprie determinazioni.

Ma anche questo scandalo cascherà nel tranquillo habitat culturale e politico di Venezia, come pietra nel fango.

Qui un altro scandalo inesploso: l'ex Mulino Stucky

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