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Il verdetto del ministero dei Beni culturali mette sotto accusa la Soprintendenza: contestate modalità e durata dei contratti

Le maxipubblicità dell’area marciana sotto accusa come il caso-Colosseo. Ma se a Roma a muoversi è stata l’Autorità Antitrust mettendo in discussione durata dell’accordo e ritorno d’immagine della Tod’s di Diego Della Valle, che finanzierà l’intervento di restauro, a Venezia a muoversi è stato direttamente il Ministero dei Beni Culturali, con un’indagine interna affidata al direttore regionale dei Beni Culturali Ugo Soragni. E ora è arrivato il verdetto dell’indagine sui contratti delle maxipubblicità stipulati in questi anni dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici nell'area marciana, in cambio dei fondi necessari ai restauri delle facciate della Biblioteca di San Marco e delle Procuratìe Nuove. Contratti pluriennali che manterranno ancora per diversi anni le maxipubblicità nell'area monumentale. A stilare il giudizio, l’Ufficio Legislativo del Ministero dei Beni Culturali, molto critico su modalità, durata e meccanismi di finanziamento adottati con l’accordo dalla soprintendente Renata Codello, a cui è stato ufficialmente comunicato in questi giorni e che dovrà ora rispondere agli addebiti che possono avere conseguenze di carattere amministrativo, visto che i contratti di sponsorizzazione e le maxipubblicità nell’area marciana sono ancora in essere.

Cinque i punti che non vanno in questi contratti, che non rientrerebbero nel campo delle sponsorizzazioni vere e proprie, ma farebbero capo agli appalti stipulati per i vari interventi di restauro. Una prima conseguenza è che per aggiudicarli si sarebbe dovuti andare a una gara ad evidenza pubblica e non a trattativa privata come invece avvenuto con i contratti sottoscritti dalla Soprintendenza in esclusiva con la società inglese (con sede a Floriana di Malta) Remedia e con l'italiana Gerso, con un contratto di sette anni e un importo di 3 milioni e 600 mila euro per i restauri, in cambio di maxipubblicità sui ponteggi delle facciate dell'ex Palazzo Reale, Procuratie Nuove, Biblioteca Marciana, Zecca e sulle due facciate del Correr (Ala Napoleonica e Calle dell'Ascension).

Proprio la lunghezza dei contratti è un altro dei punti messo in discussione, perché una durata più breve - come accade normalmente - vincolata a tempi certi per il singolo intervento avrebbe consentito un maggior potere contrattuale da parte del committente e la possibilità di successive condizioni migliori in regime di concorrenza. Un esempio chiaro delle conseguenze di questa situazione sono i ponteggi da anni presenti sull’Ala Napoleonica con maxipubblicità, senza che la stessa soprintendente Codello - come ha dichiarato di recente in pubblico presentando la conclusione dei restauri della facciata sul Ponte della Canonica di Palazzo Ducale - possa dichiarare con certezza quando l’intervento sarà concluso.

Proprio per tutte queste problematiche e per l’ampiezza anche temporale dell’accordo raggiunto, la Soprintendenza avrebbe dovuto prima sottoporlo per accettazione al Ministero dei Beni Culturali e questo è un altro degli aspetti da chiarire. Il consigliere particolare del ministro Franco Miracco ha già dichiarato inoltre che l’accordo per le maxipubblicità nell’area marciana sarebbe in contrasto con lo stesso Codice dei Beni Culturali «che all'articolo 49 autorizza sì il soprintendente a ricorrere alle pubblicità sui monumenti, ma solo "quando non ne derivi danno all'aspetto, al decoro e alla pubblica fruizione" di essi e mi pare non ci sia dubbio sul fatto che ciò è invece quanto sta avvenendo a San Marco».

Vedi questo argomentol'articolo di eddyburg, con l'allegato powerpoint.

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