tentato furto della tua automobilole puoi uccidere. In Italia. Il Fatto quotidiano, 14 novembre 2015
Sventurato il popolo che ha bisogno di eroi” recita un verso, abusato, di Bertold Brecht. L’ultimo eroe della Lega di Salvini si chiama Antonio Monella. Nel 2006 ha sparato e ucciso un ragazzo albanese di 19 anni che voleva rubargli il SUV. Era stato condannato a 6 anni e 2 mesi di carcere per omicidio volontario. Ieri la figura eroica di Monella è stata celebrata dalle istituzioni nazionali: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gli ha concesso la grazia su parere positivo del ministero della Giustizia, guidato dal dem Andrea Orlando. Una grazia parziale: la pe- na di Monella viene decurtata di due anni. Poiché gliene restano da scon- tare meno di tre, ora può uscire di galera e accedere ai servizi sociali o agli arresti domiciliari. L’ultima parola spetterà comunque al tribunale di Sorveglianza.
La sua vicenda, per la Lega, si è trasformata in un trionfo politico. A fine agosto, nel pieno della bagarre che ha preceduto il voto sulla riforma Costituzionale, il senatore del Carroccio Roberto Calderoli aveva proposto di rinunciare ai suoi 600 mila emendamenti proprio in cambio della grazia. La valanga di proposte di modifica che poteva rallentare il percorso delle riforme è poi effettivamente scomparsa. La pratica Monella invece si è sbloccata pochi mesi più tardi, dopo un’attesa durata oltre un anno (la richiesta era stata inoltrata al momento dell- carcerazione). Il regista dell’operazione, oltre allo stesso Calderoli, è il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri (che ieri infatti ha parlato di “atto giusto ed equilibrato”). Ma pure Salvini in questi mesi si è speso in un lungo – evidentemente fruttuoso – pressing sul ministro della Giustizia Orlando.
L’8 settembre il segretario leghista si vantava di aver ottenuto la stretta di mano decisiva: “Il ministro mi ha assicurato che entro settembre manderà avanti la richiesta con parere favorevole”.
L’ISTRUTTORIA del guardasigilli è arrivata all’attenzione di Mattarella non prima di novembre. Ieri il presidente ha sciolto le riserve. Dal Quirinale spiegano la decisione così: Monella è stato un detenuto impeccabile, ha dimostrato di essersi ravveduto, prima dellacondanna era incensurato. Ha pesato, soprattutto, il parere positivo delministero della Giustizia. Lo stesso Orlando che era stato criticato a lungodalla Lega per aver rallentato il percorso della grazia. Inutile, ieri, provarea chiedergli per quale motivo abbia cambiato idea: ogni tentativo – con lui econ il suo staff – è stato infruttuoso. La scelta del Quirinale, su un caso così delicato econtroverso, potrebbe aver creato un precedente pericoloso. La propagandaleghista sembrava non aspettare altro.
Calderoli si è spinto più in là: “Si è stabilito unprincipio – ha detto al Fatto – e adesso bisogna cancellare il reato di eccessodi legittima difesa. Il senso di questa decisione mi sembra chiaro: se entri a casa mia per rubare, ho il diritto diproteggermi”. E anche di uccidere.