loader
menu
© 2024 Eddyburg
Paola Pilati
Maddalena Formato G8
14 Luglio 2008
Sardegna
La speranza è che l’evento inutile non apra la porta a devastazioni, cui l’attenzione ecologica fornisca il maquillage. L’Espresso, 17 luglio 2008

La prima volta che La Maddalena ospitò un G8 le cose non andarono tanto bene. Benché fosse giugno, il tempo si mise di traverso, e impedì ai Grandi convenuti nell'isola di sbarcare: era il 1882, e gli emissari delle teste coronate di mezza Europa nonché del presidente degli Stati Uniti si trovarono nell'arcipelago per i funerali di Giuseppe Garibaldi. L'eroe fu salutato dalle salve delle navi, ma poi vento e mare impedirono i rifornimenti e la partenza per giorni. Bizzarrie del tempo maddalenino. Non altrettanto sarà per il G8 che nel 2009 si terrà sull'isola a cui Silvio Berlusconi in persona ha dato il via libera definitivo: lo ha promesso il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, che come commissario straordinario per l'evento si è preso la responsabilità di garantire che tra un anno esatto tutto sarà pronto. E cioè che, laddove oggi c'è un vecchio edificio di fine Ottocento usato come ospedale, ci sarà un albergo a cinque stelle lusso adatto ai Grandi, e che nel vecchio Arsenale, anch'esso di stampo ottocentesco e in disuso da trent'anni, sorgeranno come per incanto la conference room degli incontri dei capi di Stato, l'area stampa, un altro albergo e la darsena per un migliaio di posti barca. Tutto lustro, ecologicamente compatibile e ad autonomia energetica solare, popolato di mezzi elettrici e con la banda larga via etere, con i materiali di scarto riutilizzati nella malta e con cibo 'a kilometri zero'. Una meraviglia tecnologico-turistica destinata non solo a sfruttare le vestigia di vecchie servitù militari di cui la Regione è diventata proprietaria, ma anche a cancellare definitivamente quell'atmosfera da vecchia colonia che aleggia nell'isola. E a lanciare l'arcipelago, fino a pochi mesi fa vincolato (e preservato) dall'ingombrante presenza della base americana, nel grande giro del turismo di lusso. "Non saremo la piscina di nessuno", promette il sindaco maddalenino Angelo Comiti, Pd. Oggi, infatti, secondo i calcoli dell'Ente parco, ogni anno arrivano nell'arcipelago 12 mila barche, e 3.800 passeggeri al giorno vengono riversati dai barconi su spiagge e spiaggette di Santa Maria, Budelli, Spargi, tutti gioielli naturali. Turismo di passo, che non fa la spesa, non va in albergo, non affitta case. Consuma le bellezze naturali, ma non lascia soldi.

Ora invece i soldi per far fare alla Maddalena il grande salto ci sono. Trecento milioni per i lavori dell'evento G8, garantiti da Bertolaso (la Regione ne metterà una settantina, il resto viene da stanziamenti fatti ad hoc, più il rastrellamento di 100 milioni di fondi Fas per le aree sottoutilizzate), ma che lieviteranno fino alla strabiliante cifra di 800 milioni. Come? Agganciando al treno in partenza del grande evento, e alle sue procedure superveloci sull'impatto ambientale, una serie di opere pubbliche che Regione e Comune avevano in mente di fare (con relativo stanziamento): dalle quattro corsie Olbia-Sassari (370 milioni di euro) al nuovo tracciato della Arzachena-Palau (85 milioni), all'allungamento della pista dell'aeroporto di Olbia per far atterrare l'Air Force One, dal depuratore-potabilizzatore dell'isola dimensionato ai futuri consumi (12 milioni), fino al 'waterfront' maddalenino (18 milioni), insomma il porto turistico nuovo di zecca che farà lievitare i posti barca da diporto dai 90 ospitati attualmente nella piccola Cala Gavetta a 650. Più quelli dell'Arsenale, un tripudio di nautica dove oggi la fanno da padroni gommoni e barconi di legno che offrono pasta con le cozze.

Nel compendio militare in città, off-limits fino a febbraio e dove gli americani facevano la spesa, andavano al cinema, portavano i bambini al parco e giocavano a squash, oggi governa la Protezione civile che sorveglia i lavori del G8. Finita l'impresa, tornerà ai proprietari, i Mordini, che in tutti questi anni hanno incassato un canone d'affitto. I quali hanno già un progetto di costruzione di un centro congressi e un albergo. Non sono gli unici. L'ex sindaco Pasqualino Serra ne farà uno a Santo Stefano, il Club Méd, chiuso da due anni, ricostruirà a Caprera, si vuole allargare l'Hotel Cala Lunga comprato dall'imprenditore del packaging Davide Cincotti, e anche Salvatore Ligresti, che ha acquistato le 134 ville prima affittate alle famiglie degli americani in una delle più belle zone dell'isola, Trinita, vorrebbe allargarsi. Insomma dai 1.100 posti letto attuali, l'arcipelago arriverà a 2.200. Qualcuno stima un impatto di 200 mila metri cubi di cemento, ma il governatore Renato Soru su questo punto è tranchant: "È un dato inesatto: quei metri cubi sono per il 95 per cento volumetrie già esistenti che possono essere recuperate. In linea con il Piano paesaggistico regionale, che non è vero che ha bloccato l'edilizia in Sardegna, e che consente la riqualificazione dell'esistente, il recupero, e una premio per chi trasforma seconde case in alberghi". E a chi critica il nuovo modello di sviluppo maddalenino il sindaco risponde ricordando i 1.800 disoccupati dell'isola (su 12 mila abitanti), e l'esiguità del suo budget da 27 milioni, che ora potrebbe prendere il volo, tra Ici e introiti delle nuove concessioni portuali. Modello che ha un solo ostacolo da abbattere: l'Ente parco dell'arcipelago, contro il quale l'intero consiglio comunale ha votato un referendum consultivo tra la popolazione per il suo scioglimento. O di cui, in alternativa, il Comune vorrebbe la presidenza.

La grande prova sarà comunque il G8. Reggere all'arrivo delle 20 mila persone che l'evento di luglio 2009 porterà sull'isola non sarà facile. Alla Protezione civile sono ottimisti e anche un po' eccitati. Dopo aver organizzato congressi eucaristici, firme della Costituzione europea e intronizzazione del papa, questo è il loro primo intervento 'da prato verde', in cui si parte da zero e tutto va inventato e realizzato. Affrontando temi quali: quanto devono essere grandi le suite di Sarkozy e della Merkel, di Putin e di Obama (dato lui per vincente), insomma degli otto big più il presidente della Ue e quello di turno del Consiglio europeo con relativi capi delegazione? Come si sposteranno i suddetti grandi? E dove far dormire i 3 mila giornalisti attesi e le 10 mila forze dell'ordine? Come sfamare tutti in un'isola che importa qualsiasi cosa da fuori? Come garantirsi da cadute di tensione elettrica o che dal rubinetto della Jacuzzi di Putin non esca più l'acqua? E, soprattutto, come fare tutto in 12 mesi?

"Teak? Meglio il granito: neanche il teak è più quello di una volta...". Con qualche ritocco firmato da Berlusconi in persona, i progetti, tutti vincolati dal segreto militare, sono stati varati. Gli appalti verranno conclusi entro il mese, e le maestranze lavoreranno 24 ore su tre turni. Lo studio di Stefano Boeri firma la zona conferenze nell'Arsenale, che le indiscrezioni raccontano come un grande parallelepipedo aggettante sull'acqua. Dopo, diventerà uno yacht club attraverso una gara internazionale bandita dalla Regione. Perché tutta l'area del vecchio Arsenale militare, dal molo dove nell'Ottocento si scaricava il carbone alla darsena per le riparazioni, sarà il volano del futuro maddalenino. Sarà lì che nascerà il Polo nautico dell'arcipelago, con una zona per l'attività fieristico-commerciale e una di rimessaggio per la cantieristica leggera, cioè non i super-yacht, ma le barche a vela. Più albergo per gli equipaggi. Ma chi sogna l'America's cup dovrà rassegnarsi: a Valencia è stata necessaria una superficie che è cinque volte quella maddalenina.

Allo studio Facchini, che per il Vaticano ha firmato la Domus Santa Marta, il 5 stelle che ha ospitato i cardinali del conclave, è andato invece il progetto dell'albergo per i Big. Fronte mare, il vecchio palazzotto dell'ospedale militare, debitamente integrato con due ali ad esedra, ospiterà 115 stanze, di cui dieci suite da 70 metri quadrati (la metà del G8 in Giappone) più altrettante da 45 metri quadrati per i capi delegazione. Invece della palestra in camera, ce ne sarà una comune, più piscina, più spa. Decisioni difficili, si sa, ma prese dopo attenta disamina di metri cubi e distanze dei G8 precedenti e di quello appena concluso. Con un risultato che non si sa se verrà apprezzato dai Grandi: a 150 metri dalla sala del congresso, i giornalisti non sono mai stati così vicini. n

Manifesto Soru

"Il G8 è un'occasione per bonificare siti militari dismessi, sperimentare forme di sostenibilità ambientale per esempio nell'approvvigionamento energetico, nella mobilità nell'isola, nel consumare i prodotti agro-alimentari sardi. Sarà completato il ciclo della depurazione delle acque, nemmeno un litro d'acqua sarà sprecato. E questo accade dove sino a un anno fa era presente una nave appoggio per sommergibili a propulsione nucleare". Renato Soru è orgoglioso dell'operazione che ha avviato con il governo Prodi e ora condotto in porto con quello Berlusconi. Ma era proprio necessario infilare nel pacchetto anche le strade, governatore? "Sono strade necessarie e di cui si parla da decenni. Le procedure del G8 rendono tutto più veloce, senza saltare nessun passaggio: la Olbia-Sassari è una delle strade più pericolose e trafficate d'Italia, rifarla è una richiesta di tutto il sistema economico sardo".

La Maddalena reggerà l'impatto della crescita turistica che si prepara?

"Sì, l'isola d'estate è soffocata da auto e villeggianti, che però la sera se ne vanno perché non sanno dove dormire. Si deve riconvertire un'economia basata sulle attività militari in economia civile, turistica, attorno al meraviglioso ambiente del Parco nazionale".

Il Parco: anche lei è per cancellarlo?

"L'Ente parco nazionale crea problemi e conflitti, è un potere che si sovrappone a quello comunale, mentre lo Stato mette risorse ridicole per un bene di immenso valore che costa invece alle casse della Regione. È ora che torni alla disponibilità dei sardi".

BRACCIO DI FERRO A CAPRERA

"Ricorrerò al Tar sulla questione referendum". Giuseppe Bonanno, 32 anni, presidente dell'Ente parco dell'arcipelago maddalenino ha l'aria di uno che mette il dito nella diga per fermare l'acqua. Gli enti locali, dalla Regione al Comune alla Provincia, non hanno nominato i propri rappresentanti negli organismi decisionali per azzopparlo, e vedono il parco come un ostacolo per i mille progetti di valorizzazione delle isole. Innanzitutto Caprera, dove nella zona militare di Punta Rossa la Regione ha deciso di far nascere un Centro di osservazione per gli ecosistemi costieri (ma si è rischiato l'albergo), e dove l'altro oggetto del desiderio è il forte militare che domina l'isola. L'Ente parco, viceversa, progetta per l'isola un blocco delle auto, con un parcheggio di scambio e lo smistamento dei visitatori con minibus elettrici. Quanto a Santo Stefano, è ancora in discussione cosa fare della ex base americana, passata alla Regione. L'architetto Stefano Boeri sta lavorando a un'idea: farne un centro turistico a basso costo per i giovani, e porterà in ottobre i suoi studenti di Harvard a studiarne il progetto. Che potrebbe combinarsi con quello di un attracco dei traghetti su Santo Stefano, collegandola poi a La Maddalena con un ponte.

Sull'argomento si vedano gli articoli La Maddalena Blindata, Nuvole sulla Sardegna, e l'Opinione di Vezio De Lucia

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg