Una lettera alla sindaca Raggi trasmessa, con preghiera di pubblicazione, a eddyburg da un gruppo di esperti, ricercatori e docenti dell'Universitè Paris-est, che evidentemente conoscono bene Roma, l'urbanistica romana e le sue recenti vicende
Questo interesse per la città di Roma ci porta a seguire con attenzione i recenti sviluppi della vita politica romana e a reagire a uno degli ultimi episodi: le dimissioni dell’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini a causa di un disaccordo con la sindaca Virginia Raggi circa il progetto del nuovo stadio dell’AS Roma nella periferia sud della città.
Deploriamo questa decisione e vogliamo attirare l’attenzione della Sindaca sulle incertezze che, in seguito all’uscita di scena dell’assessore Berdini, gravano sia sulla città che sul Comune di Roma.
La periferia romana devastata dalla speculazione edilizia
Abbiamo potuto, nell’ambito delle nostre ricerche, condividere alcune delle battaglie di Paolo Berdini, in particolare quella a favore di un nuovo e diverso sviluppo urbano per la capitale d’Italia: uno sviluppo al servizio dell’interesse generale e non della somma di interessi dei singoli che da troppo tempo influenzano, determinano e anche dominano l’azione pubblica nella città. Moltissime ricerche hanno messo in luce la responsabilità di tali interessi privati sul degrado della città.
È innegabile, a nostro avviso, che le recenti rivelazioni di Paolo Berdini alla stampa siano state fatte in modo goffo e inopportuno. Sarebbe un’inutile perdita di tempo supporre un complotto nei suoi confronti. Ma sarebbe un’ingenuità ridurre le sue dimissioni a un ennesimo episodio della “telenovela” politico-mediatica che purtroppo scuote il comune di Roma da 8 mesi. Al di là del gossip, si tratta in questo caso di escludere dalla Giunta un assessore la cui legittimità non è mai stata contestata e che è sempre stato totalmente indipendente, in lotta e denuncia dei circoli di influenza, gruppi di potere e lobby legate all’onnipotente settore fondiario e edilizio romano.
Sono questi stessi gruppi che, nonostante la lunga fase di stagnazione economica e demografica della città di Roma, hanno continuato a costruire enormi “cattedrali” abitative e commerciali nel cuore dell’agro romano: tra il 2001 e il 2013, 38 nuovi centri commerciali sono stati creati, per lo più in zone già maltrattate da decenni di speculazioni edilizie.
Il casus belli del nuovo stadio della Roma
In questo senso, l’opposizione di Paolo Berdini alla costruzione del nuovo stadio dell’AS Roma a Tor di Valle incarnava, più degli altri impegni presi, il suo rifiuto di consegnare ancora una volta la periferia romana nelle mani della speculazione edilizia. Come recenti progetti fortemente contestati (“OL Land” a Lione), si tratta in realtà di un vasto complesso sportivo, ludico e terziario di 130 ettari, che include tre torri di 150 a 200 metri di altezza, per un totale di 900.000 metri cubi - ben al di là delle previsioni del Piano Regolatore Generale.
Il progetto originale è stato significativamente migliorato nel 2014 grazie all'azione energica dell’ex assessore Giovanni Caudo. Tuttavia, in qualità di storici della città, geografi, architetti, urbanisti, paesaggisti, vogliamo ribadire che ci sembra ancora inadatto ai bisogni e alle problematiche attuali del territorio romano: nuove costruzioni piuttosto che recupero urbano; primato accordato al miglioramento dell’accessibilità su gomma (130 milioni di euro di investimenti) piuttosto che quella su ferro (40 milioni, non in grado di garantire l'ipotetico prolungamento della linea B della metropolitana); deficit di democrazia partecipativa; programmazione impostata sulle strutture di divertimento e del commercio piuttosto che su una vera diversificazione funzionale; costruzione di grandi edifici quando la domanda per nuovi spazi nel settore terziario è molto limitata a Roma - senza dimenticare che tanti edifici in centro come in periferia restano miseramente vuoti!
Insomma, il progetto del nuovo stadio contribuisce a dare ancora una volta l’immagine di una città che continua a costruire il nuovo lasciando marcire il vecchio - le sue strutture urbane, le sue periferie, gli stadi: Roma ha già due stadi! Nonostante il cattivo stato di manutenzione, potrebbero entrambi divenire l’oggetto di trasformazioni innovative con costi e tempi contenuti.
Infine, questo progetto è il simbolo delle derive causate dalla finanziarizzazione del calcio: diverse ricerche hanno già evidenziato che i veri beneficiari dei nuovi stadi non sono né i clubs (lo stadio della Roma sarà infatti autonomo ed indipendente rispetto alla Società) né i fans (i tifosi romanisti, tra i quali quasi tutti i firmatari, subiranno l’aumento dei prezzi dei biglietti), bensì le ambizioni speculative dei loro proprietari, per i quali il calcio è diventato un investimento come tanti altri.
Alla luce di tali problemi, gli argomenti dei sostenitori del nuovo stadio appaiono deboli: alcuni si meravigliano che gli investitori privati debbano sostenere gli oneri di urbanizzazione, comprese le infrastrutture di mobilità e la sistemazione degli spazi pubblici circostanti. Ma questa non è una contropartita minima a fronte degli ingenti guadagni che otterranno dal futuro stadio? E che tipo di investitore avrebbe lasciato i suoi uffici isolati nel bel mezzo della campagna romana?! Altri sottolineano l'impatto positivo del futuro stadio sull'economia romana e sul quartiere, afflitto da un crescente degrado sociale e urbanistico. Questa doppia retorica dei “benefici” per la città e degli “effetti strutturanti” sulle periferie era già al centro della creazione delle nuove “centralità” del PRG del 2008. Fortemente contestata da molti ricercatori, è stata totalmente smentita dai fatti, come si può constatare osservando quanto avvenuto a Bufalotta, Ponte di Nona o Romanina. E come si può credere seriamente che un intervento puntuale, quale la costruzione di uno stadio e di tre torri firmate da “archistar”, possa far tornare gli investitori stranieri a Roma, in primo luogo scoraggiatati da una serie di carenze strutturali?
Per un’urbanistica al servizio del bene comune
Per gli esperti in questioni urbane come per i semplici visitatori che atterrano a Fiumicino, il paesaggio che si dipana lungo il tragitto dall’aeroporto alla stazione Termini è la dimostrazione lampante del degrado delle periferie romane, in totale contrasto con lo splendore della città antica, rinascimentale e barocca: è un paesaggio fatto di palazzi e spazi pubblici all'abbandono, cimiteri di gru, stazioni fantasma, passerelle che minacciano di crollare, strade distrutte, cumuli di immondizia. In questo contesto, un’azione pubblica rivolta verso il bene comune non può avere come punto cardinale di favorire la costruzione di un nuovo stadio di calcio, che soddisferà in primo luogo le ambizioni del manager di un hedge fund statunitense associato a uno dei più potenti gruppi di costruttori italiani.
L’uscita di scena di Paolo Berdini, che giustamente incarnava agli occhi di molti Romani competenza e indipendenza, costituisce un segnale inquietante per il seguito del mandato elettorale. Noi speriamo senza polemica che la sindaca Raggi continuerà a combattere le battaglie del suo ex-assessore e a portare la speranza di una Roma democratica, trasparente, moderna e adatta alle sfide del XXI secolo.
Non siamo qui per “fare la morale” venendo dall’Estero: siamo anche noi quotidianamente confrontati alle difficoltà sociali, economiche e politiche che colpiscono le nostre città. Tuttavia, noi che abbiamo dedicato tutta o parte della nostra vita professionale allo studio di questa città unica al mondo, proviamo nei sui confronti, come i suoi abitanti, tanto una passione incondizionata quanto un immenso desiderio di cambiamento.
I PRIMI 25 FIRMATARI
Dott. Julien ALDHUY, Professore associato, École d’urbanisme de Paris, Université Paris-Est Créteil
Dott. Fabien ARCHAMBAULT, Professore associato, Université de Limoges
Dott.ssa Sarah BAUDRY, Dottoranda, Université Paris Diderot
Prof. Denis BOCQUET, Professore ordinario, Ecole nationale supérieure d’architecture de Strasbourg
Eléonore BULLY, Studentessa di Laurea specialistica, Ecole d’urbanisme de Paris Dott.ssa Hélène DANG-VU, Professore associato, Université de Nantes
Dott. Aurélien DELPIROU, Professore associato, École d’urbanisme de Paris Adeline FAURE, Studentessa di Laurea specialistica, Ecole d’urbanisme de Paris Dott. Vincent GUIGUENO, Ricercatore, Ecole Nationale des Ponts et Chaussées Dott. Maxime HURE, Professore associato, Université de Perpignan Via Domitia Dott. Antoine LEBLANC, Professore associato, Université du Littoral Côte d’Opale Dott. Giulio LUCCHINI, Ricercatore indipendente
Dott. Fabrizio MACCAGLIA, Professore associato, Université de Tours Dott.ssa Charlotte MOGE, Ricercatrice, Université Jean Moulin Lyon 3
Dott. Stéphane MOURLANE, Professore associato, Université Aix-Marseille Dott.ssa Hélène NESSI, Professore associato, Université Paris Nanterre Dott. Arnaud PASSALACQUA, Professore associato, Université Paris Diderot Dott. Thomas PFIRSCH, Professore associato, Université de Valenciennes Dott. Clément RIVIÈRE, Professore associato, Université Lille 3
Prof.ssa Dominique RIVIÈRE, Professore ordinario, Université Paris Diderot Dott.ssa Victoria SACHSE, Dottoranda, Université de Strasbourg
Dott.ssa Annick TANTER-TOUBON, Ingegnere di ricerca, Ecole des hautes études en sciences sociales (Paris)
Arch. Laure THIERREE, Paesaggista
Dott.ssa Céline TORRISI, Dottoranda, Université de Grenoble
Prof. Serge WEBER, Professore ordinario, Université Paris-Est Marne-la-Vallée