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Luca Fazio
L’Italia frana e il parlamento condona
21 Febbraio 2014
Abusivismo
Denuncia di Legambiente. «Men­tre l’Italia sta fra­nando, il par­la­mento cerca di con­do­nare gli abusi edi­lizi, sem­pre riman­dando l’abbattimento degli immo­bili costruiti ille­gal­mente».

Denuncia di Legambiente. «Men­tre l’Italia sta fra­nando, il par­la­mento cerca di con­do­nare gli abusi edi­lizi, sem­pre riman­dando l’abbattimento degli immo­bili costruiti ille­gal­mente». Realacci promette opposizione dura. Vedremo. Il manifesto, 20 febbraio 2014Legambiente. L'associazione ambientalista lancia una campagna contro gli abusi edilizi denunciando una pratica tollerata da tutti i governi che solo nel 2013 ha favorito la costruzione di 26 mila edifici fuori legge. "Il parlamento deve approvare al più presto la legge sulle demolizioni", spiega il presidente Vittorio Cogliati Dezza

Men­tre l’Italia sta fra­nando, il par­la­mento cerca di con­do­nare gli abusi edi­lizi, sem­pre riman­dando l’abbattimento degli immo­bili costruiti ille­gal­mente. Come se già non fos­sero sto­ri­ca­mente docu­men­tati gli scempi cau­sati dagli ultimi tre con­doni edi­lizi (nel 1985, nel 1994 e nel 2003). Il feno­meno è così dif­fuso che è quasi impos­si­bile da cen­sire (manca ancora una map­pa­tura nazio­nale del feno­meno), ma basta un dato anche par­ziale per spie­gare come mai la peni­sola si stia sgre­to­lando sotto le frane e tra le piene dei fiumi: solo nel 2013 sareb­bero stati costruiti 26 mila immo­bili illegali.

Nasce da qui l’urgenza della cam­pa­gna “Abbatti l’Abuso” cui hanno già ade­rito il Con­si­glio nazio­nale dei geo­logi, quello degli archi­tetti, Libera, Avviso Pub­blico e Legam­biente, che ieri ha pre­sen­tato il dos­sier “Abu­si­vi­smo edi­li­zio: l’Italia frana, il Par­la­mento con­dona”, un atto d’accusa che chiama in causa il governo e foto­grafa un ter­ri­to­rio mor­ti­fi­cato dall’incuria e dalla sto­rica inca­pa­cità di ripri­sti­nare la lega­lità, soprat­tutto quando si tratta di sal­va­guar­dare il bene pubblico.

Si può ben dire che il feno­meno dell’abusivismo edi­li­zio sia l’unico set­tore del “made in Italy” che non cono­sce crisi — nono­stante la per­dita di quasi 700 mila posti di lavoro in pochi anni denun­ciata dall’associazione nazio­nale dei costrut­tori edili. Le beto­niere ille­gali nei can­tieri improv­vi­sati, infatti, con­ti­nuano indi­stur­bate ad impa­stare cemento al ritmo di almeno 26 mila immo­bili all’anno (tra amplia­menti e nuove costru­zioni). Più o meno il 13% del totale delle nuove costru­zioni: una nuova casa su dieci è fuori legge.

Non è una novità ma è il sin­tomo di una meta­stasi le cui radici si per­dono nei decenni: solo nell’ultimo, tra il 2003 e il 2011, sono state con­teg­giate circa 258 mila case abu­sive per un giro d’affari ille­gale che Legam­biente stima attorno ai 18,3 miliardi di euro. E’ più com­pli­cato azzar­dare altre stime andando ancora più indie­tro nel tempo, fino agli anni del cosid­detto boom, ma in que­sto caso basta un sem­plice sguardo nelle zone più fra­gili del pae­sag­gio, spesso nel sud, quasi sem­pre sul lito­rale, per ritro­vare la foto­gra­fia più nitida di un disa­stro ormai quasi impos­si­bile da can­cel­lare. Sono le più brutte car­to­line della Sici­lia e della Cam­pa­nia, rispet­ti­va­mente prima e seconda tra le regioni dove ha impe­rato l’abusivismo edi­li­zio anche nel 2013 (nell’isola sono stati regi­strati 476 ille­citi, 725 per­sone denun­ciate e 286 seque­stri, men­tre in Cam­pa­nia c’è stato il più alto numero di seque­stri). La Sar­de­gna nel 2013 si è peri­co­lo­sa­mente avvi­ci­nata alla vetta e si segnala per il mag­gior numero di per­sone denun­ciate (988). Puglia e Cala­bria si sono piaz­zate rispet­ti­va­mente quarta e quinta nella clas­si­fica dell’abuso edilizio.

“L’abusivismo edi­li­zio — spiega Ros­sella Muroni, diret­tore gene­rale di Legam­biente – rap­pre­senta un’autentica piaga nazio­nale, pro­spera indi­stur­bato da decenni e non cono­sce crisi, nutren­dosi di alibi e giu­sti­fi­ca­zioni. Ad essere occu­pate sono state le coste, i letti dei fiumi, i pen­dii delle mon­ta­gne, senza pen­sare al danno pae­sag­gi­stico ma nem­meno al peri­colo di rea­liz­zare case, ter­razze, alber­ghi, scuole e uffici in aree dove non si dovrebbe pian­tare nem­meno una tenda da campeggio”.

Il 2013, ammette l’associazione ambien­ta­li­sta, è stato anche un anno piut­to­sto ricco di demo­li­zioni anche impor­tanti. Gli “sche­le­tri” di Lido Ros­sello e di Scala dei Tur­chi sulla costa agri­gen­tina, per esem­pio, final­mente abbat­tuti dopo venti anni di bat­ta­glia legali. Però non basta e non basterà mai, se è vero che lo scorso anno “è stato denso di ten­ta­tivi per appro­vare in par­la­mento un nuovo con­dono masche­rato sotto le forme più diverse”. Almeno cin­que, sostiene Legam­biente, tutti bloc­cati tranne uno, il ddl Falanga che un mese fa è pas­sato al senato con 189 sì, 61 no e 7 astenuti.

Legam­biente rico­no­sce la neces­sità di affron­tare il pro­blema “seris­simo” del biso­gno abi­ta­tivo, ma non ci sta quando per fer­mare le ruspe e sal­vare le case fuo­ri­legge si invoca un pre­sunto abu­si­vi­smo di neces­sità. Se que­sto abu­si­vi­smo della “povera gente” esi­ste, ribatte Ros­sella Moroni, “i Comuni hanno l’obbligo di prov­ve­dere all’assegnazione in via prio­ri­ta­ria di un allog­gio sociale”. Altri­menti viene facile pen­sar male, “a meno che non si ammetta che die­tro a que­sto alibi si celano anche le ville di notai, farma­ci­sti, avvo­cati e imprenditori”.

Di fatto però l’azione di demo­li­zione e rico­stru­zione è quasi sco­no­sciuta in Ita­lia: su 1.354 comuni interpel­lati dalla ricerca Eco­si­stema Rischio 2013, solo 55 negli ultimi due anni hanno detto di aver avviato delo­ca­liz­za­zioni. E dire che abbat­tere un immo­bile abu­sivo non è una facoltà di que­sta o quella ammi­ni­stra­zione ma un obbligo di legge.
A que­sto pro­po­sito, Vit­to­rio Cogliati Dezza, pre­si­dente di Legam­biente, si augura che il par­la­mento approvi al più pre­sto la pro­po­sta di legge Rea­lacci sulle demo­li­zioni già pre­sen­tata sia alla camera che al senato: “Il par­la­mento darebbe un segno con­creto di vici­nanza a quanti, sin­daci, magi­strati, pre­fetti fanno ogni giorno con onore il pro­prio mestiere, spesso iso­lati, osteg­giati e minac­ciati”. Anche per­ché nel 2013 gli inter­venti di demo­li­zione cen­siti sono stati 12. Uno scan­dalo nello scandalo
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