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Alberto Vitucci
L'ira dei comunali sul Carnevale - La rabbia dei comunali occupato il Municipio
15 Febbraio 2015
Articoli del 2015
«La macchina comunale va riorganizzata. Ma non può essere un commissario a fare questa operazione. Stanno facendo scelte che vanno ben al di là dell'ordinaria amministrazione. È ora di dire basta» .

La Nuova Venezia, 13 febbraio 2015 (m.p.r.)

Municipio occupato. Assemblea permanente e «lotta dura a oltranza». I comunali fann sul serio. E dopo la "presa in giro" del nuovo "no" ricevuto dal governo sul Patto di Stabilità alzano il tiro. Corteo in città, as semblea infuocata al teatro Malibran. E nel pomeriggio 1a rabbia esplode e arriva l'occupazione di Ca Farsetti. Le sigle sindacali sono più che mai unite nel proclamare lo stato di agitazione e nell'annunciar proteste clamorose. I confedarali di Cgil, Cisl e Uil, le Rsu e gli autonomi della Diccap, i più ai rabbiati. Giornata di mobilitazione ieri a Ca' Farsetti. Servizi ridotti al minimo per l'assemblea dc lavoratori. Poi la manifestazione e l'assemblea nel pomeriggio.
Applausi a chi ricorda che «da tre anni questa situazione non viene risolta e anzi si è aggravata». «Adesso il Comune a rischio default», grida dal palco del teatro il segretario dell Cgil Sergio Chiloiro. Gli interventi dei sindacalisti a un certo punto vengono sospesi. «Basta! grida il delegato degli autonomi Luca Lombardo», «ci stanno prendendo in giro. Andiamo a Ca' Farsetti e occupiamo».
L'assedio. Alle 16.30 cinquecento lavoratori, compresi i vigi urbani in agitazione, sfilano per San Giovanni Grisostomo e campo San Bartolomeo, arrivano davanti a Ca' Loredan. Tra le colonne decine di poliziotti con scudi e manganelli, carabinieri nelle calli. Palazzo blindato, su ordine del commissario Zappalorto e del direttore generale Agostini. A far da «messaggero» tra le parti un funzionario della Digos. Fischietti, urla, qualche intempranza. I sindacati chiedono di salire, la risposta è «no». Ma il blocco viene aggirato. Ci pensa qualche lavoratore a far passere dalle entrate di servizio un primo gruppo di manifestanti.

Lo striscione. Alle 17.15 sopra 1 teste dei poliziotti in assetto c battaglia viene calato un grande striscione bianco. «Il conto lo paga chi ha rubato», c'è scritto. Sul pennone sventolano le bandiere rosse della Cgil, quelle azzurre di Cisl e Diccap, quella a strisce della Uil. Pian piano salgono altri gruppetti di manifestanti. Finché intorno alle 19 arriva l'annuncio: «Il Comune è occupato, di qui non ci muoviamo».

La protesta. Sale di tono la rabbia dei lavoratori, quando i sindacalisti leggono dal palco le «promesse non mantenute» del governo. Ce l'hanno con Renzi e i suoi ministri, con il commissario Zappalorto e con la giunta precedente. Con i sottosegretari Baretta e Zanetti. «Siamo andati con loro a palazzo Chigi», dice Sergio Chiloiro della Cgil, «ma non ci hanno ascoltato».

Le conseguenze. I sindacalisti ripetono: «Non sono in pericolo solo i nostri stipendi, ma i servizi alla città. È un attacco alla democrazia». «Quest'anno con il commissario è andata ancora peggio», ripetono Mario Ragno della Uil e Andrea Alzetta della Volantino Cobas «I regolamenti? Tocca alla politica». Nel 2014 almeno il Salva Venezia aveva un po' mitigato le sanzioni. Stavolta nemmeno quello. «Se non cambia qualcosa («Ed è questione di pochi giorni, per questo dobbiamo mobilitarci», dice Ragno) le assunzioni di personale saranno bloccate, con conseguenze visibili sui servizi». Bloccato il turn over, bloccati i progetti speciali e una parte consistente dello stipendio. «Io ci ho già perso mille euro», protesta un vigile urbano.

La lotta. Ieri sera almeno un centinaio di lavoratori e sindacalisti erano ancora al piano nobile di Ca' Farsetti, intenzionati a passare lì la notte. «Rifiutiamo ogni tipo di trattativa», dice Chiara Scarpa della Diccap, «da qui non ci muoviamo». A sera arrivano in municipio i candidati alle primarie Felice Casson e Sebastiano Bonzio con l'ex consigliere Beppe Caccia. Esprimono «solidarietà» ai lavoratori.
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