Liguria. Cemento, l’altolà di Rifondazione "Adesso basta, abbiamo già dato"
intervista di Raffaele Niri
Assessore, eppure dicono che l’architetto Fuksas, in fondo, sia vicino a Rifondazione Comunista.
«Ma che c’entra, neppure se l’architetto della Margonara si chiamasse Fausto Bertinotti potremmo essere d’accordo».
Franco Zunino, assessore regionale dell’ambiente e anzi unico presidio di Rifondazione nella giunta Burlando, in qualche modo è l’uomo del giorno. Le inchieste di "Repubblica", la nuova sparata di "Micromega", le tensioni su una seconda rapalizzazione della Liguria spingono questo savonese tranquillo e gentile sotto i riflettori.
Assessore, la maggioranza scricchiola già?
«Dopo un anno? Ma non scherziamo: Rifondazione è entrata in questa maggioranza, in questa giunta ed ha chiesto l’ambiente proprio su un progetto preciso di Liguria. Una linea scelta da tutta l’Unione, Rifondazione d’accordo. Non vedo cosa sia cambiato».
Beh, è cambiato che, da Ventimiglia a La Spezia, si ammassano progetti su progetti.
«Appunto, progetti».
Cioè, non corriamo nessun pericolo?
«Non ho detto questo. Ci sono dei progetti, delle proposte e bisogna discutere attentamente su ognuna di queste, ma in un quadro preciso che abbiamo già delineato, a suo tempo, con Burlando e tutti assieme. Un modello di sviluppo alternativo a quello attuale che prevede una presenza di massa nei week-end, che manda in tilt le infrastrutture».
Tradotto, nessuna rapalizzazione.
«Tradotto vuol dire che i progetti per il golf che fanno da cavallo di Troia per le nuove case non passano e non passeranno. Tradotto vuol dire che su Margonara abbiamo già detto un no preciso, visto che a Varazze il porto è stato allargato da poco e possono nascere posti barca nel vecchio porto storico di Savona».
E il progetto della vedova Cozzi a Ventimiglia?
«Non se ne parla. Lì ci sono due grotte marine e poi è una zona franosa. Non scherziamo».
Assessore, non negherà che questi progetti ci sono.
«Ma certo che ci sono e molti li abbiamo ereditati dalla maggioranza di centrodestra. Ma, intendiamoci, non vorrei che si confondesse la richiesta con l’accoglimento, chi chiede con chi deve rispondere».
Come dire che i giornali hanno fatto troppo rumore.
«No, "Repubblica", Micromega, chiunque sollevi il problema fa benissimo. Per noi è un campanello d’allarme fondamentale. Ma, come dire, siamo lì proprio per vigilare. Capiamoci: il boccino ce l’abbiamo in mano noi».
Se anche Finale viene rapallizzata
lettera di Daniela Accinelli-Finale per l’Ulivo
Riceviamo e pubblichiamo:
«Ho letto oggi l’articolo sulla rapallizzazione in Liguria. Mancano gli interventi che stanno per partire a Finale Ligure, dove si profila la costruzione di ben 400.000 metri cubi di seconde case sul fronte mare.
I progetti sono due ed attengono uno a colmare il vuoto lasciato dalla dismissione delle Cave Ghigliazza, all’ingresso del paese al di là della Caprazoppa, l’altro dal trasferimento delle industrie aeronautiche Piaggio a Villanova di Albenga, sull’altro versante. In pratica gli interventi previsti sono, rispetto al territorio su cui insistono, ben più imponenti di quelli esaminati nell’articolo.
Le motivazioni portate all’ineluttabilità di tante seconde case, che, come da dati e studi nazionali, non servono al turismo, già provato dall’eccesso di questo tipo di cementificazione sono, per l’intervento sulle cave, la necessità di una rinaturalizzazione del sito, per quello sulle aree Piaggio la necessità per l’industria di ricavare dall’operazione i soldi per il trasferimento dell’azienda, scongiurando così il pericolo di uno spostamento in Campania e conseguente perdita di posti di lavoro.
Può il nostro territorio sopportare tutto questo quando ogni estate vediamo i nostri paesi immobilizzati dalle code di auto, dalla cronica mancanza di parcheggi, da un mare sempre sporco, da penuria di acqua, da un modello di turismo che non porta sviluppo e lavoro, ma aggiunge problemi ai problemi?
Tutti i nostri sforzi, come associazione «Finale per l’Ulivo» di coinvolgere in un confronto Regione e Provincia per trovare soluzioni che, tutelando i lavoratori, non svendano il nostro paese sono state vane. Siamo stati ascoltati, ma non abbiamo avuto risposte.
L’amministrazione comunale pare non essere in grado di gestire la situazione, che ora avverte in tutta la sua gravità, perché le scelte avvengono in altre sedi. Che altro aggiungere se non confermare le preoccupazioni presenti nell’articolo».
L’articolo de la Repubblica cui si riferiscono entrambi gli scritti, è la sintesi dell’articolo di Micromega, inserito qui.