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Alberto Vitucci
Lido, via all’iter per la darsena a San Nicolò
2 Maggio 2011
Vivere a Venezia
Prosegue lo scandalo del Lido di Venezia. Un nuovo intervento, in contrasto con la pianificazione ufficiale, promosso da Est Capital. La Nuova Venezia, 30 aprile 2011, con #postilla postilla

Mille posti barca, 500 posti auto, ristorante. I comitati: «No alla privatizzazione dell’isola»

Via all’iter per l’approvazione della nuova darsena di San Nicolò. Il progetto di Est Capital dell’architetto Carlo Magnani, ex rettore del’Iuav, è stato illustrato ieri mattina alla Conferenza dei servizi presieduta dal commissario Vincenzo Spaziante.

Nel pomeriggio illustrazione alla Tethis dell’Arsenale, primo atto per aprire la procedura di Valutazione di impatto ambientale, che è stata «abbreviata» e ridotta a 30 giorni. Entro il 23 maggio dovrano essere presentate le osservazioni, il 31 maggio potrebbe essere approvata definitivamente insieme ai progetti per l’ex Ospedale al mare. 980 barche, anche yacht di lusso di grandi dimensioni, 500 posti auto lungo la diga. E poi ristorante, palestra, officine, yachting club, supermercato e uffici. E una nuova strada larga venti metri che porterà le auto a ridosso dei posti barca. Tutto sul lato mare della diga sud di San Nicolò. Parere favorevole della Soprintendenza, che ha apprezzato il «miglioramento del progetto dal punto di vista paesaggistico» e la riduzione dei posti barca, all’inizio 1500.

E’ uno dei tasselli dell’accordo stretto tra Est Capital e il Comune. Strada ormai quasi obbligata per Ca’ farsetti per incassare i soldi della compravendita dell’Ospedale al Mare e provare a sanare il bilancio. Ma i comitati non ci stanno. Ieri a Tethis hanno ascoltato la relazione del commissario Spaziante e dell’architetto Magnani, che ha annunciato un nuovo «parco» a ridosso del Mose. «Certo questo progetto è meno peggio di prima», dice Salvatore Lihard della Cgil, «ma resta il fatto che vioene così privatizzata una parte della nostra isola e del mare, e si insiste a metere una struttura che gli abitanti non accettano». Indice puntato anche sui lavori fatti dal Consorzio Venezia Nuova e dal Magistrato alle Acque che adesso saranno utilizzati dalla darsena, come la diga foranea (45 milioni di euro) che era stata stralciata perché ritenuta inutile. Adesso servirà a proteggere la darsena. «Ma il molo appena rifatto dovrà essere buttato via», dice Lihard, «e poi siamo preoccupati dall’inquinamento che mille barche porteranno alle nostre spiagge». Ma il percorso sembra ormai segnato. A volere la darsena sono le imprese che lavorano al Mose (Mantovani, Condotte, Fincosit) che hanno investito in questo grande progetto milioni di euro. Ieri la Conferenza dei servizi ha anche approvato alcuni studi per gli scavi del PalaCinema, la bonifica dell’isola della Certosa, dove è stato approvato il progetto di recupero dell’architetto Tobia Scarpa per il nuovo parco e un nuovo campeggio per la colonia Morosini.

Postilla

In dispregio della pianificazione urbanistica e paesaggistica, calpestando le prerogative degli istituti della democrazia, prosegue la privatizzazione e la “valorizzazione” del Lido di Venezia: tassello di un più vasta strategia di mercificazione del territorio veneziano. Lo strumento adoperato è il “commissario straordinario”, i cui poteri – occasionati dall’inserimento del palazzo del cinema nelle opere promosse per l’anniversario dell’Unità d’Italia – si sono progressivamente estesi all’intera isola, con il beneplacito del Comune (sindaco Massimo Cacciari prima, Giorgio Orsoni ora, entrambi di centrosinistra). Il motore economico dell’operazione è la società di gestione immobiliare Est Capital, fondata e presieduta dell’ex assessore alla cultura della prima giunta Cacciari. All’impresa concorrono attivamente rilevanti personalità della cultura accademica: l’autore del progetto è l’ex rettore dell’IUAV: non è il primo docente della prestigiosa università che ha concorso fruttuosamente a “mitigare” e adornare le alcuni dei più discussi interventi del grande capitale finanziario-immobiliare, espresso dalle imprese aggregate nel Consorzio Venezia Nuova, costituito per progettare, sperimentare e realizzare il MoSE.

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