Il messaggio ad Alexis Tsipras del Premio Nobel per la pace: «È urgente riformare il sistema economico e stabilire un nuovo contratto sociale»: ed è chiaro che non si parla delle "riforme" della Troika. La Repubblica, 2 luglio 2015
AL PRIMO ministro della Grecia, Alexis Tsipras.
Qui dall’Argentina seguiamo da vicino le richieste che state facendo per trovare una giusta soluzione che non condanni il popolo greco alla fame e all’emarginazione sociale. Nel 2001 e 2002 abbiamo vissuto anche noi la stessa crisi. L’abbiamo superata unendo le forze e cercando cammini alternativi e creativi. Molte organizzazioni sociali e assemblee popolari hanno recuperato le fabbriche e hanno istituito un sistema di scambio di lavoro e di materie prime. La solidarietà popolare ha permesso di condividere il pane e la libertà.
Il debito estero è un meccanismo di dominazione. I grandi interessi economici privilegiano il capitale finanziario rispetto alla vita delle persone. Noi, purtroppo, ancora ne soffriamo le conseguenze.
Il governo greco ha avuto coraggio ad indire un referendum per chiedere al popolo di decidere sul cammino da intraprendere di fronte all’ultimatum dei soci europei. Questi ultimi, come sappiamo bene, contravvengono ai principi e ai valori sui quali si è fondata l’Europa, cercando d’imporre la deregolamentazione del mercato del lavoro, il taglio delle pensioni e dei salari pubblici, le privatizzazioni e l’aumento dell’Iva anche sugli alimenti. Si tratta di una violazione del diritto d’uguaglianza e di dignità.
Vi invito a resistere per rafforzare la democrazia e la sovranità nazionale. È ormai urgente riformare il sistema economico mondiale e stabilire un nuovo contratto sociale ed è giusto che il popolo greco scelga da solo quale debba essere il presente e il futuro del proprio Paese. La Grecia conosce la resistenza, la democrazia e il coraggio e noi la sosteniamo. Vi accompagno e vi auguro molta forza e speranza.
L’autore è premio Nobel per la pace (Traduzione di Grazia Tuzi)
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