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Marco Travaglio
Legislazione a delinquere
6 Aprile 2014
Articoli del 2014
«Stanno rendendo impossibile l’arresto, anche domiciliare, per la corruzione e gli altri reati tipici dei colletti bianchi”, comprese le bancarotte, le evasioni fiscali anche di grandi dimensioni, le malversazioni e altre violazioni di tipo economico».

«Stanno rendendo impossibile l’arresto, anche domiciliare, per la corruzione e gli altri reati tipici dei colletti bianchi”, comprese le bancarotte, le evasioni fiscali anche di grandi dimensioni, le malversazioni e altre violazioni di tipo economico». Il Fatto quotidiano, 6 aprile 2014
Circolano due balle sesquipedali. La prima, sostenuta da Corriere , Stampa, Foglio, Giornale, Libero e avallata dal premier Renzi e dall’autorevole ministra delle Riforme Maria Elena Boschi, formatasi su Topolino e Tiramolla, è che da 30 anni non si fanno le riforme per colpa dei terribili veti imposti dai “professoroni” Zagrebelsky, Rodotà & C. La seconda è che il Senato è un ente inutile, dunque tanto vale abolirlo, anzi trasformarlo in una bocciofila per il tempo libero di governatori, sindaci, consiglieri regionali e amichetti ottuagenari del Colle.
Purtroppo per lorsignori, a smentire entrambe le balle in un colpo solo c’è la cosiddetta “riforma della custodia cautelare”, votata da tutti i partiti (tranne M5S, FdI e Lega) alla Camera, emendata dal Senato e ora di nuovo a Montecitorio per l’approvazione definitiva. A sbugiardare chi dice che da 30 anni non si fanno riforme, c’è il fatto che questa è la diciannovesima riforma delle manette dal 1990, cioè dall’entrata in vigore del nuovo Codice di procedura penale. A smentire chi dice che il Senato non serve, c’è il fatto che – se fosse già in vigore la riforma Renzusconi – quella legge sarebbe partita dalla Camera e il Senato avrebbe potuto esprimere solo un parere consultivo, che la Camera avrebbe potuto ignorare. Dunque la legge sarebbe già in vigore.
Con questi bei risultati, illustrati – come riferisce Giovanni Bianconi sul Corriere – dal procuratore di Roma Giuseppe Pignatone (non una toga rossa, un fanatico giustizialista, un professorone conservatore: Pignatone): “Stanno rendendo impossibile l’arresto, anche domiciliare, per la corruzione e gli altri reati tipici dei colletti bianchi”, comprese le bancarotte, le evasioni fiscali anche di grandi dimensioni, le malversazioni e altre violazioni di tipo economico. Non solo: dalle porte delle galere spalancate per lorsignori passeranno indenni anche i delinquenti comuni.
“Il legislatore – prosegue Pignatone – deve sapere che non si potrà arrestare neppure chi compie delitti di strada, come lo scippo, il furto, fino alla rapina, a meno che uno non entri in banca col kalashnikov. Potremo applicare la carcerazione preventiva solo a chi ha precedenti condanne definitive, forse, ma agli incensurati no. Mi auguro che il Parlamento ci pensi bene, per non trovarsi costretto a tornare sui propri passi al prossimo allarme sulle città insicure o sulla criminalità diffusa che si fatica a contenere. Spero che deputati e senatori siano consapevoli di quello che stanno facendo, prima delle prevedibili polemiche in cui ci si chiederà perché un presunto rapinatore si trovava libero di colpire ancora, anziché in galera”.
La porcata, infatti, partorita da menti superiori come la pidina Ferranti, il ministro Orlando e i loro degni compari forzisti, prevede tra l’altro la quasi impossibilità di arrestare gli incensurati (tanto lorsignori, a furia di prescrizioni, delinquono a manetta, ma sono sempre incensurati) e soprattutto pretende che i magistrati si trasformino in indovini e in aruspici: quando beccano uno con le mani nel sacco, possono arrestarlo solo se prevedono che, alla fine del processo (una decina di anni dopo), verrà condannato definitivamente a più di 4 anni. Altrimenti niente manette, e neppure i domiciliari.
Il sogno di B., che provò infinite volte a esentare all’arresto i colletti bianchi, dal decreto Biondi dal ‘94 in poi, sta per avverarsi grazie ai berluscopidini. A meno che l’appello di Pignatone non induca la Camera a ripensarci in terza lettura. Oggi, grazie al bicameralismo regalatoci dai padri costituenti (quelli veri, non i cialtroni di adesso), il Parlamento può ancora “pensarci bene”: rimediando alla Camera i guai combinati al Senato da una classe politica dissennata, che per metà non sa quello che fa e per l’altra metà lo sa benissimo. Con il nuovo Senato e la Camera signora e padrona delle leggi, invece, cosa fatta capo avrà: i danni saranno irrimediabili e i cocci saranno tutti nostri. Tanto lorsignori viaggiano blindati e scortati, e di criminali non ne incontrano mai. A parte i loro colleghi, si capisce.
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